27.1.16

Aperitivi scientifici del WWF: si riparte dalla fauna della provincia di Teramo



 

Venerdì 29 gennaio alle ore 18:30 presso il Bar “San Matteo” in Largo San Matteo a Teramo, primo appuntamento con l’edizione 2016 degli Aperitivi scientifici del WWF Teramo.
Tema dell’incontro: “Lupi e camosci, ricci e scoiattoli. Viaggio nel mondo animale della provincia di Teramo”.
Adriano De Ascentiis, Direttore della Riserva regionale Oasi WWF dei Calanchi di Atri, ci accompagnerà in maniera semplice e stimolante nel mondo della fauna del nostro territorio: da un grande carnivoro come il Lupo fino ai piccoli roditori, la provincia di Teramo presenta una straordinaria ricchezza faunistica che merita di essere conosciuta e tutelata.
“Dopo il successo dello scorso anno”, dichiara Fausta Filippelli del WWF Teramo, “abbiamo in programma una serie di nuovi incontri dei nostri Aperitivi scientifici. Si tratta di un modo originale e divertente per affrontare tematiche ambientali di grande interesse. I nostri relatori si impegnano a trasmettere informazioni scientifiche approfondite, ma in maniera assolutamente chiara per permettere a tutti di avvicinarsi a problematiche anche complesse. Tra i temi che tratteremo nei prossimi incontri il consumo del suolo, il mondo della fotografia naturalistica, l’alimentazione sostenibile e altri ancora”.

Sabato 30 gennaio a Pescara si parla di mare con Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia


Sabato 30 gennaio prossimo, presso la sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara in piazza Italia, si parlerà della tutela del mare in un incontro pubblico promosso dal WWF Chieti – Pescara in collaborazione con la Provincia stessa. All’incontro, in programma dalle ore 11, parteciperanno la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi, il Presidente dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, Leone Cantarini, e il biologo marino del Centro Studi Cetacei, Sergio Guccione. Coordinerà i lavori Luciano Di Tizio, giornalista e delegato regionale Abruzzo del WWF, mentre i saluti istituzionali saranno portati dal Sottosegretario della Regione Abruzzo con delega per l’ambiente, Mario Mazzocca, e dal Presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco.
La tutela del mare è un tema di estrema attualità. Proprio nei giorni scorsi è stato presentato lo studio MedTrends, effettuato dal WWF attraverso il suo programma Mediterranean Marine Initiative e coordinato dal WWF Francia in 8 paesi: Croazia, Cipro, Francia, Italia, Grecia, Malta, Slovenia e Spagna.
I risultati di MedTrends, che forniscono un quadro globale e integrato della crescita delle attività economiche marittime nel Mediterraneo, sono impressionanti perché le attività vengono guardate per la prima volta nel loro insieme e in sovrapposizione l’una con l’altra. Dai trasporti marittimi al turismo, dall’acquacoltura tutto sta crescendo in maniera esponenziale e si prevede ulteriore espansione nei prossimi 20 anni: il problema è che questa “economia blu” sta crescendo senza una visione a lungo termine di sviluppo sostenibile che tenga conto anche del nostro benessere. Per il WWF è invece indispensabile e urgente una pianificazione coordinata dell’intero bacino.
Lo studio MedTrends analizza 10 settori economici marittimi chiave, illustrando e mappando il loro stato attuale e le tendenze future di sviluppo, fino al 2030. Attualmente oltre il 20% del Mediterraneo è dato in concessione per l’industria petrolifera e del gas: per l’Italia le zone più interessate restano il medio e basso Adriatico, il Canale di Sicilia e la Sardegna occidentale. Il tasso di sviluppo del trasporto marittimo cresce ogni anno del 4% mentre in Italia il trend prevede che dagli attuali 10 milioni di container standard si passi a 12,5 milioni entro il 2020 e ai 17,5 entro il 2030. Il turismo prevede oltre 500 milioni di arrivi internazionali entro il 2030 mentre i crocieristi che sbarcano in Italia potrebbero superare i 17 milioni entro il 2020 e salire fino ai 24 milioni entro il 2030. L’urbanizzazione costiera, che oggi già compromette gran parte del paesaggio mediterraneo, invaderà oltre 5.000 km di costa entro il 2025 e solo in Italia si rischia un consumo di suolo di 10 km all’anno. Anche l’acquacoltura crescerà del 112% entro il 2030 nei Paesi dell’Unione Europea così come la pesca ricreativa. L’unico settore che mostra una tendenza al calo è quello della pesca professionale: oggi oltre il 90% degli stock ittici è eccessivamente sfruttato e la crescita degli altri settori, come l’attività mineraria marina, avrà un ulteriore impatto negativo. È previsto invece un aumento dell’inquinamento da metalli pesanti e da nutrienti, a fronte di una diminuzione di inquinamento da acque di scarico e degli inquinanti persistenti. Da noi potrebbe però andare peggio visto che ancora oggi 2 italiani su 10 non dispongono di rete fognaria (fonte: Federutility) e ben 100 sono le località bocciate per la mancanza di depurazione dalla Commissione europea che ha aperto 2 procedure di infrazione (nel 2009 e nel 2014).
A preoccupare il WWF è soprattutto la futura sovrapposizione e interazione tra le diverse attività: i conflitti per lo spazio aumenteranno con svantaggi per tutti e con ulteriore danno per l’ambiente.
Una situazione assurda, aggravata in Abruzzo dagli incredibili ritardi accumulati per la perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina, attesa da 15 anni; dalle non facili condizioni in cui è costretta a operare l’AMP “Torre del Cerrano”, unica area protetta marina della regione; da piani urbanistici e di gestione del litorale lontanissimi dal concetto di consumo zero del territorio.
Eppure il mare si difende e mostra inattese capacità di reagire ai maltrattamenti ai quali impietosamente lo sottoponiamo. Le dimostrazioni non mancano: dalla tartaruga marina che ha positivamente deposto nel 2013 le sue uova a pochi passi dagli ombrelloni sulla spiaggia di Roseto alle decine di fratini che continuano a riprodursi ogni anno lungo tutto la costa abruzzese.
Di questo, e di tanto altro ancora, si parlerà sabato mattina. Un appuntamento da non perdere.

Bici sui treni: nessun passo avanti, anzi!

Secondo il rapporto “Pendolaria 2015”, presentato nei giorni scorsi da Legambiente, in Abruzzo l'aumento dei biglietti dei treni è stato del 25% a fronte di un'età media dei mezzi di 28,3 anni (la più alta di Italia) e servizi peggiorati.
A leggere la carta dei servizi 2015 di Trenitalia l'obiettivo per l'anno appena passato era di avere il 75% dei treni sui quali fosse possibile trasportare le biciclette gratuitamente (?), ma, attualmente, su nessun treno regionale è possibile trasportare biciclette gratuitamente (se non smontate o bici pieghevoli) nonostante la precedente consiliatura regionale avesse stanziato ben 30.000 euro per tale azione e lo stesso Consiglio avesse impegnato l'allora Giunta Chiodi (grazie ad un emendamento di Maurizio Acerbo, all'epoca consigliere regionale), a porre in atto tutti gli adempimenti per formalizzare l'accordo con Trenitalia.
Si assiste, ad oggi, ad un peggioramento del servizio di trasporto delle biciclette sui treni, visto che i nuovi treni Jazz non sono predisposti per il trasporto biciclette a bordo, e le stazioni ferroviarie non sono attrezzate per accogliere, in maniera idonea, i cicloviaggiatori.
Eppure basterebbe poco per attrezzare tutti i treni regionali per il trasporto delle biciclette e prevedere vagoni attrezzati per i treni a lunga percorrenza (una delle missioni di questa Amministrazione regionale non è quella di sviluppare e incentivare il cicloturismo?).
E basterebbe poco per attrezzare anche le Stazioni ferroviarie, dotandole, magari, oltre che di accorgimenti per facilitare l'imbarco e lo sbarco delle biciclette dai treni, anche di rampe e ascensori per permettere ai diversamente abili di fruire di un servizio pubblico (cosa che, tra l'altro, sarebbe prevista dalle norme vigenti).
Qualche mese è stato sottoscritto un accordo tra FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e Ferrovie Italiane, nell'ambito del progetto “500 Stazioni”, per rendere “bike friendly” due stazioni in Abruzzo. Sono state scelte Pescara Porta Nuova e Giulianova, ma, ad oggi, seppure nella prima fervono lavori di ammodernamento, in entrambe non si vedono gli adeguamenti promessi. E in ogni caso, possono bastare due stazioni per favorire l'intermodalità bicicletta + treno e favorire gli spostamenti sostenibili e il turismo in bicicletta?
Che Trenitalia e Ferrovie dello Stato non brillino per iniziativa è cosa risaputa, ma è la Regione, nell'ambito del nuovo Contratto di Servizio, che deve chiedere, e pretendere, che il trasporto ferroviario abruzzese sia accessibile ai ciclisti. E ormai, dopo anni di promesse, provvedimenti disconosciuti, incontri che non hanno portato a nulla, siamo propensi a credere che nemmeno alla Regione Abruzzo la cosa interessi molto.
Speriamo di ricrederci a breve; la primavera è prossima e l'utilizzo della bicicletta riprenderà vigore, con l'arrivo di tanti turisti dal nord Italia e dall'Europa. Troveranno la ciclovia Martinsicuro-San Salvo ancora non completata e un trasporto ferroviario non all'altezza di un territorio amico dei ciclisti. Se questa vuole essere il biglietto da visita dell'Abruzzo si è raggiunti appieno lo scopo, in caso contrario c'è ancora tanto, forse troppo, da fare.
 
Coordinamento Abruzzese Mobilità Sostenibile - CAMS

Il WWF scrive ai Comuni di Pineto e Silvi sul percorso della pista ciclabile

Il WWF Teramo ha trasmesso una lettera alle Amministrazioni Comunali di Pineto e Silvi e all’Area Marina Protetta Torre di Cerrano in merito al progetto del completamento della pista ciclabile che attraverserà i Comuni di Pineto e Silvi andando ad interessare anche l’area a terra del Parco marino.
Il fatto che un ulteriore tassello si aggiunga alla pista ciclabile lungo la costa regionale è sicuramente una bellissima notizia. Le piste ciclabili, infatti, sono delle opere fondamentali sia dal punto di vista dell’offerta turistica, sia da quello della mobilità sostenibile in generale.
È importante che il progetto della pista ciclabile a Pineto e Silvi, proprio perché va ad interessare un territorio naturalisticamente importante come quello limitrofo o interno all’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, sia estremamente attento alle questioni ambientali. Oltretutto l’area del Parco marino è ricompreso in un Sito di Interesse Comunitario che fa parte della Rete Natura2000 voluta dai Paesi dell’Unione Europea proprio per tutelare e valorizzare la biodiversità del nostro continente. Per questo il WWF ha richiesto ai due Comuni di organizzare un incontro pubblico per illustrare il progetto e raccogliere eventuali suggerimenti da parte di cittadini e Associazioni.
Nella stessa lettera il WWF ha anche chiesto al Comune di Pineto di illustrare l’intervento di taglio di piante lungo il tracciato ferroviario che risulta essere in programma. A margine di una recente riunione delle Associazioni ambientaliste con l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano si è infatti appreso che sarebbe in previsione il taglio di circa 50 piante. In particolare sarebbe bene chiarire se non erano possibili interventi alternativi per la messa in sicurezza e se è stata programmata la ripiantumazione di nuove piante, ovviamente nel rispetto delle distanze fissate dalla legge. Più in generale, il WWF auspica che su tutta la gestione della pineta si avvii un confronto che consenta di affrontare molteplici questioni, dalla gestione del verde all’occupazione di porzioni della pineta stessa fino al rispetto delle modalità di fruizione durante la stagione balneare stabilite dalle Amministrazioni Comunali. 

23.1.16

Sabato 30 gennaio si presenta il nuovo PAN dell'Oasi dei calanchi di Atri


“La scommessa del nuovo Piano risiede nella capacità di concepire uno strumento che assieme alla necessaria e irrinunciabile tutela di uno dei territori a maggiore valenza naturalistica e paesaggistica della regione, riesca a ristabilire un nuovo patto di comune interesse tra la comunità locale, i portatori di interesse e le ragioni della riserva stessa”.
Sabato 30 gennaio, a partire dalle ore 9.30, presso l’Auditorium S. Agostino di Atri, il Comune di Atri, lo IAAP e la Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi, presentano a cittadini, tecnici e portatori d’interesse, il convegno dal titolo “Il Nuovo Piano d’Assetto della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri”.
Ciascuna Riserva Naturale Regionale deve dotarsi di un Piano d’Assetto Naturalistico (PAN) (L.R. n.38/1996): un documento utile a tutelare l’area protetta e a identificare e pianificare le attività che si possono e che non si possono svolgere al suo interno.
Allo scadere del precedente Piano, nel 2009, il Comune di Atri ha istituito un gruppo di lavoro multidisciplinare, coordinato dal prof. Piero Rovigatti, composto da esperti e funzionari del Comune di Atri – Area III Servizi alla città, al territorio e alle Imprese, da ricercatori e operatori del WWF Abruzzo, dello IAAP e da ricercatori ed esperti dell’Università di Camerino (MC) e dell’Università degli Studi G. D’Annunzio (PE) - Facoltà di Architettura – DART, al fine di elaborare un nuovo strumento. 
“Un lavoro complesso che presentiamo pubblicamente, con grande orgoglio, certi di avere dotato il nostro territorio di un prezioso strumento di gestione - dichiara il Sindaco Gabriele Astolfi- Rivolgiamo un sentito ringraziamento a tutti coloro che vi hanno lavorato con scrupolo, attenzione e professionalità”.
“Nel 2011 abbiamo avviato come amministrazione la Multilevel Governance (MLG) - precisa l’Assessore all’Urbanistica Domenico Felicione - uno strumento che costituisce un modello di amministrazione del territorio di matrice europea. In quest’ottica di pari passo abbiamo portato avanti, con un gruppo di professionisti, il nuovo piano di assetto della Riserva Naturale Regionale Calanchi di Atri. Credo che sia questa la novità vera del progetto Piano di Assetto e MLG ossia non guardare ad oggi ma avere lo sguardo rivolto al futuro con i piedi ben saldi nel presente e le radici che affondano nel passato”.
Il programma della giornata si presenta denso e ricco di interventi ad opera di nomi illustri.
Dopo il saluto delle autorità locali e regionali, il WWF Italia porterà un importante contributo attraverso la voce della sua Presidente, Donatella Bianchi, giornalista e conduttrice di Linea Blu – Vivere Mare, trasmissione storica di RAI1.
A seguire, il coordinatore del Piano, Prof. Rovigatti, i tecnici, i professionisti e referenti delle associazioni ambientaliste che hanno partecipato alla redazione del nuovo strumento, illustreranno il nuovo Piano d’Assetto, la sua visione e le sue caratteristiche salienti.
"E’ una missione che il Piano assume - spiega il Prof. Piero Rovigatti - in base a un corredo di analisi e di indagini plurisettoriali, una visione di base, la Riserva abitata, costruita attraverso un percorso partecipativo, un rigoroso impianto strutturale e normativo di tutela e di gestione. Cui corrisponde un articolato programma di progetti strategici (progetti di opere, gestione, formazione), indirizzato alle nuove occasioni finanziarie offerte dalla rinnovata Politica Agraria Comunitaria (PAC 2014-2020) e dal neonato PSR 14-2020, tesi - conclude - a coniugare sostegno alle attività agricole e potenziamento degli assetti ecologici".
Nel pomeriggio il tavolo di discussione ripartirà dalle ore 15.30 con i contributi di professionisti autorevoli quali Enzo Valbonesi (Responsabile Servizio Parchi e risorse forestali della Regione Emilia Romagna), Dante Caserta, vicepresidente WWF Italia, Igino Chiuchiarelli (Ufficio Parchi Regione Abruzzo), Ottavia Aristone (Dipartimento di Architettura dell’Università D’Annunzio Chieti-Pescara), Raffaella Radoccia (Istituto Nazionale di Urbanistica) e Piero Marrese – sindaco di Montalbano Jonico, comune lucano che ha seguito il modello atriano per avviare la gestione del suo ambiente calanchivo.
“Il ruolo di un’area protetta in un contesto territoriale così complesso come quello della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri, non è solo quello di gestire amministrativamente una porzione di territorio. Una vera conservazione in tali ambienti - spiega Adriano De Ascentiis, Direttore della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri - non può prescindere dalla condivisione dei processi di gestione con i residenti per evidenziare e riproporre le ricadute positive che scaturiscono da processi partecipati e condivisi di conservazione, nell’ottica di innescare un progresso ecologico diffuso”.

Venerdì 29 gennaio, tornano gli Aperitivi scientifici del WWF Teramo


Sabato 30 gennaio: incontro per la tutela del mare con Donatella Bianchi


Sabato 30 gennaio, presso la sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara in piazza Italia, si parlerà di tutela del mare in un incontro pubblico promosso dal WWF Chieti – Pescara in collaborazione con l'Amministrazione Provinciale di Pescara.
All’incontro, in programma dalle ore 11, parteciperanno la Presidente del WWF Italia Donatella Bianchi, il Presidente dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano Leone Cantarini e il biologo Sergio Guccione del Centro Studi Cetacei
Coordinerà i lavori Luciano Di Tizio, giornalista e delegato regionale Abruzzo del WWF. 
I saluti istituzionali saranno portati dal Sottosegretario della Regione Abruzzo con delega per l’ambiente, Mario Mazzocca, e dal Presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco.

22.1.16

Corpo Forestale dello Stato: più che una riforma, uno smembramento!

 
Il WWF avrebbe preferito un altro epilogo per il futuro del Corpo Forestale. La legge delega consentiva al Governo la possibilità di una riforma radicale della Forestale senza necessariamente un accorpamento ad altre forze della Polizia. Questa ipotesi, di gran lunga la più ragionevole ed efficace per le esigenze del nostro paese, non è stata presa in considerazione. Il Governo ha invece predisposto una norma che accorpa il Corpo ad altre forze di Polizia, cioè di fatto, lo smembra. E’ vero che la gran parte dei forestali dovrebbero andare ai Carabinieri, ma è altrettanto vero che una parte di competenza andrà alla Guardia di Finanza e che il passaggio ai Carabinieri sarà solo su base volontaria. Il Governo ha dunque rinunciato alla scelta, anche in questo caso la più logica ed efficace, ovvero, un accorpamento specialistico alla Polizia di Stato che, non essendo un corpo militare, avrebbe permesso il passaggio in blocco di tutto il Corpo Forestale.
Il WWF ribadisce la propria massima stima nei confronti dell’Arma dei Carabinieri riconoscendone il profondo valore e lo straordinario operato, ma ritiene che in questo caso la scelta di militarizzare delle funzioni di controllo e prevenzione ambientale, oltre a quelle di gestione delle Riserve dello Stato, di tutela della biodiversità ed educazione ambientale, avrebbero trovato altrove una più naturale collocazione.
Inoltre, secondo il WWF, il provvedimento si presta a inevitabili critiche che emergeranno in sede delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato. Così come scritto, la norma si presta anche a possibili importanti ricorsi che i singoli forestali potranno avanzare. La complessità dei problemi che potrebbero nascere è tale da rendere paradossale il fatto che tale decisione sia all’interno di un contesto definito di ‘semplificazione’ della Pubblica Amministrazione.
L’auspicio del WWF è che i pareri obbligatori previsti da parte delle Camere e del Consiglio di Stato possano portare ad una serie di correttivi importanti che salvaguardino non tanto la repressione dei reati ambientali , certamente garantita all’interno dell’Arma dei Carabinieri, ma tutte quelle funzioni specialistiche tra cui, in primis, la gestione delle Riserve Naturali dello Stato, funzioni che rischiano di soccombere rispetto ad altre urgenze.

Salvafratino 2016 al via!

 
Si svolgerà venerdì (22 gennaio), a partire dalle ore 15 nella sala Corneli di Villa Filiani a Pineto, l’incontro pubblico, organizzato dall’Area Marina Protetta, per fare il punto sulla situazione del “progetto Salva-Fratino”. Nel corso dell’incontro, infatti, verranno illustrati i risultati raggiunti nell’anno appena passato comparati con gli anni precedenti per la salvaguardia dell’uccellino ormai simbolo dell’AMP e le strategie da adottare nel corso del 2016.
Preziosa la collaborazione dell’ARCA (Associazione Ricerca Conservazione Avifauna), dello studio naturalistico Diatomea e del WWF i cui specialisti e volontari relazioneranno su alcuni aspetti del percorso di tutela.
Appare utile ricordare che il Fratino è tutelato dall’Europa grazie ad alcune convenzioni siglate negli ultimi anni ed in particolare dalla Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE. L’area Marina Protetta rappresenta un vero baluardo per la sua salvaguardia, visto che la minaccia più grande per la sua conservazione è rappresentata dalla distruzione e manomissione delle dune e delle spiagge che sceglie per nidificare.
Mezzi meccanici per la pulizia dell’arenile, disturbo delle persone durante la cova, ratti, corvi e, infine, i cani lasciati liberi sulla spiaggia, sono i peggiori nemici dell’uccellino, soprattutto nel periodo della nidiata.
Da anni, comunque, è in atto un’ampia opera di monitoraggio e di tutela, coordinata appunto dall’Area Marina protetta anche al di fuori della propria specifica costa di competenza, che mira anche alla raccolta di importanti informazioni sulla specie protetta. Una piccola battaglia di civiltà in cui la passione di molti volontari, si mischia alla professionalità degli studiosi per evitare che il fratino scompaia dalla costa adriatica.

16.1.16

L’Abruzzo si sfila dal referendum anti trivelle: ma con quale prospettiva?

La scelta del Presidente D’Alfonso di far ritirare la Regione Abruzzo dal referendum anti trivelle e di farlo schierare a fianco del Governo contro le altre regioni è incomprensibile.
All’improvviso, senza nessun dibattito in Consiglio regionale, l’Abruzzo sceglie di cambiare squadra e da quella delle Regioni passa a quella del Governo. È come se durante una partita di calcio uno degli undici giocatori si togliesse la maglia indossata fino a quel momento e si mettesse quella degli avversari per continuare la partita a loro fianco.
Si dice che l’obiettivo di fermare la piattaforma “Ombrina Mare” è stato raggiunto e che non c’è più ragione del contendere. Ma in realtà la Cassazione, confermando il referendum sul divieto di trivellazione delle 12 miglia, sembra ritenere il contrario, e oltretutto la Corte Costituzionale deve pronunciarsi a giorni (19 gennaio) e sarebbe stato meglio attenderne la decisione.
Inoltre si continua a voler far credere che il problema del petrolio inizi e finisca con la piattaforma Ombrina Mare. Si tratta di una visione miope che non ha alcun fondamento. Se Ombrina è stata (momentaneamente?) bloccata il problema del petrolio in Abruzzo e nel Mare Adriatico continua a esistere perché deriva da una politica energetica del Governo “pro fonti fossili” che non è cambiata e che continuerà a produrre i suoi effetti. D’Alfonso avrebbe dovuto contribuire a costruire e rafforzare un fronte comune con gli altri Governatori per una strategia energetica sostenibile, piuttosto che sfilarsi da questa battaglia.

15.1.16

Osservazioni WWF al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Qui l'ultimo Dossier del WWF sul consumo di suolo
Nella giornata di ieri, il WWF Teramo ha presentato le proprie osservazioni in merito alla “Variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale” e al “Piano strategico per la sostenibilità ambientale e il contenimento del consumo di suolo” che, nelle intenzioni dell’Amministrazione provinciale, vanno a costituire gli “Indirizzi strategici per la pianificazione territoriale in materia di sostenibilità”.
“Si tratta”, ha dichiarato Claudio Calisti, Presidente del WWF Teramo “di due importanti strumenti di pianificazione e programmazione degli interventi, non solo urbanistici, sul territorio provinciale. Porre l’attenzione alla pianificazione del territorio e al consumo del suolo è fondamentale in un Paese come l’Italia dove la superficie ricoperta dal cemento dal secondo dopoguerra è quadruplicata e oggi è valutabile intorno al 7,5% di quella nazionale, contribuendo a rendere più precario l’equilibrio idrogeologico, dissipando le nostre risorse naturali e amplificando i fenomeni estremi causati dai cambiamenti climatici”.
Per quanto attiene il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale il WWF ha evidenziato come vadano meglio puntualizzate alcune norme e soprattutto vadano integrate le cartografie che la variante non modifica e che quindi non tengono conto dei piani sovraordinati aventi valenza ambientale e di tutela del territorio intervenuti o in corso di redazione. La variante in discussione, infatti, è solo normativa, e le cartografie, ormai risalenti a 15 anni fa (il Piano vigente è stato approvato nel marzo 2001), necessitano di un aggiornamento sia per il mutato quadro conoscitivo del territorio sia per dare valore alla normativa e agli indirizzi di tutela e sviluppo sostenibile nel frattempo intervenuti.
Per il WWF questi due strumenti di pianificazione sono sicuramente utili per indirizzare le pianificazioni comunali, anche se l’esperienza insegna che i problemi arrivano nella successiva fase attuativa. Ad esempio, l’unico Piano d’Area approvato e vigente risulta essere quello relativo alla Media e Bassa Valle del Tordino: si tratta di uno strumento sicuramente importante che contiene anche soluzioni innovative, ma di cui non si è tenuto conto né a livello di azioni concrete, né come recepimento nelle strumentazioni urbanistiche comunali o nei progetti relativi a infrastrutture e spazi urbani.
“Se è vero che le Province sono state ampiamente ridimensionate”, conclude Calisti, “il ruolo del PTCP rimane, in particolare in una regione come l’Abruzzo in cui la pianificazione di rango sovracomunale dovrebbe assumere una valenza strategica, soprattutto per la tutela dell’ambiente e del paesaggio”.

Qui l'ultimo Dossier del WWF Italia sul consumo di suolo.

13.1.16

I pasdaran delle trivelle nelle Istituzioni creano un problema al Governo

Il Governo Renzi ha un problema con i pasdaran pro-trivelle del Ministero dello Sviluppo Economico che, favorendo il più clamoroso conflitto istituzionale oggi in atto (con 10 Regioni che hanno promosso 6 referendum), interpretano in maniera distorta e riduttiva il ruolo del Ministero facendo proprie le valutazioni di Assomineraria e gli interessi dei petrolieri e non difendendo, con altrettanta forza,  altri settori economici consolidati e strategici per il Paese (turismo e pesca).
WWF, Legambiente e Greenpeace Italia chiedono il rigetto definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell’area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra. Le Associazioni denunciano inoltre una grave distorsione nell’operato del Ministero dello Sviluppo Economico che sostiene e attua politiche di retroguardia in una difesa d’ufficio dei combustibili fossili, contro le scelte energetiche imposte dagli impegni assunti dall’Italia per la salvaguardia del clima (promuovere le energie rinnovabili, il risparmio e l’efficienza energetica per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C).
Lo ricordano gli ambientalisti nel giorno in cui la Corte Costituzionale ha deciso di rimandare la Camera di Consiglio sui sei referendum proposti dalle Regioni sulle norme contenute nel decreto Sviluppo del 2012 e nel decreto Sblocca Italia del 2014, segnalando 4 peccati originali a conferma della loro valutazione:
  • il 23 dicembre il Governo ha dovuto cambiare le norme, volute dal Ministero dello Sviluppo Economico, con le quali si stabiliva la strategicità per legge delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi da autorizzare con iter semplificati e super accelerati che emarginavano le Regioni. Con quelle norme si facevano salvi non solo gli atti abilitativi acquisiti, ma anche i soli procedimenti connessi e conseguenti in corso sino alla fine di giugno 2010 nell’area off limits delle 12 miglia marine. Il Governo l’ha fatto per disinnescare i referendum, ma quelle norme e procedure, contestate da almeno 3 anni dagli ambientalisti, erano evidentemente di dubbia legittimità;
  • il Ministero dello Sviluppo Economico ha sempre fatto proprie pedissequamente le valutazioni e le richieste di Assomineraria, garantendo un regime di franchigie, royalty e agevolazioni tra i più favorevoli al mondo, sposando anche gli studi, non verificati, prodotti dai petrolieri sullo sviluppo del settore (stimando 25mila nuovi occupati), quando il turismo nelle aree costiere messe a rischio dalle trivelle fa registrare ogni anno 43 milioni le presenze di stranieri. Il solo settore della pesca occupa, già oggi, 25mila addetti, senza contare l’indotto e la maricoltura (pesci e molluschi);
  • il Ministero dello Sviluppo Economico, per la vigilanza sui grandi rischi connessi alle trivellazioni, ha preteso e ottenuto l’istituzione di un comitato interministeriale e di strutture territoriali dove sono presenti dirigenti e funzionari dell’UNMIG (Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse del Ministero). Sarebbe dovuta nascere invece, anche in Italia, una competente Autorità indipendente, come richiesto dalla normativa europea (Direttiva 2013/30/UE), chiaramente distinta dagli uffici del Ministero, per evitare conflitti di interesse nello svolgimento dei suoi compiti, come richiesto dall’Europa;
  • il Ministero dello Sviluppo Economico è refrattario a qualsiasi forma di pianificazione settoriale. Con la scusa dell’abrogazione della norme sottoposte a referendum è stato fatto anche scomparire il Piano delle aree per le trivellazioni, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, richiesto dalla normativa comunitaria.
Le Associazioni ambientaliste ribadiscono che l’Italia, per essere un Paese coerente con gli impegni assunti a livello internazionale alla COP 21 di Parigi e mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C in più, dovrebbe superare le strategie pro-fossili del governo Renzi (prosecuzione diretta della Strategia Energetica Nazionale del Governo Monti del 2012) e definire al più presto un Piano climatico energetico che punti su energie rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica, nel quadro di una più ampia Strategia di decarbonizzazione per tutti i settori.
Le Associazioni ambientaliste chiedono al Governo di uscire dalla ottusa difesa degli interessi dei petrolieri e di ricondurre quanto prima il Ministero dello Sviluppo Economico al suo ruolo istituzionale.

11.1.16

Non solo Ombrina: e nel caos petrolifero le istanze intanto vanno avanti!

Noi abruzzesi la situazione la conosciamo bene, ma la petrolizzazione non riguarda solo la nostra Regione.
Tutta l'Italia, a terra e a mare, è interessata da ricerche di idrocarburi.
Qui di seguito riportiamo il comunicato stampa del WWF Italia di oggi.
 
È necessaria una moratoria sulle trivellazioni su tutto il territorio nazionale sia a mare che a terra sino a quando il Governo non avrà varato una strategia e un piano su clima e energia che preveda una roadmap per la decarbonizzazione che emancipi il Paese dai combustibili fossili. Il WWF ricorda che questa è la principale richiesta avanzata da tempo dagli ambientalisti e sostiene che, dopo la COP 21 di Parigi sui cambiamenti climatici, in cui anche l'Italia ha assunto l'impegno di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C, è ormai superata la Strategia energetica nazionale pro-fossili del 2012 e deve essere sostituita da un Piano climatico-energetico che punti sulle energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica, nel quadro di una più ampia Strategia di decarbonizzazione per tutti i settori.
“Nel campo delle ricerche petrolifere - fa notare Dante Caserta vicepresidente del WWF- Italia ormai in Italia regna il caos più totale. Il balletto del divieto di ricerche petrolifere in mare entro le 12 miglia dalla costa è emblematico: prima introdotto, poi cancellato e poi nuovamente introdotto. La politica del Governo fatta attraverso provvedimenti spot in un settore che necessiterebbe invece di una ragionata e condivisa pianificazione sta determinando anche una situazione di conflitto, da un lato istituzionale con le Regioni e dall’altro sociale con le comunità locali che si vedono completamente scavalcate da decisioni prese dall’alto nel solo interesse dei petrolieri”.
L’ultimo intervento preso dal Governo nella Legge di stabilità 2016 per evitare il referendum chiesto da 10 regioni sembra non risolvere la situazione essendo stato ritenuto peraltro insufficiente dalla Corte di Cassazione che ha confermato uno dei quesiti proposti (proprio quello sull'area off limits delle 12 miglia dalla costa), mentre altri dubbi si evidenziano su due di quelli bocciati (il quesito sulla necessità di definire un Piano delle aree dove effettuare ricerche e quello sulla durata di permessi e concessioni).
Di fatto resta però il problema di fondo: il nostro Paese negli ultimi giorni del Governo Monti si è dotato di una Strategia Energetica Nazionale che, pur dicendo di puntare sul risparmio e sulle fonti rinnovabili –nella realtà in questi anni sono stati frapposti sempre più ostacoli allo sviluppo delle energie pulite- mira alla ricerca e allo sfruttamento di tutti i giacimenti di idrocarburi in Italia, mantenendo al contempo un regime di agevolazioni ed esenzioni per l’industria petrolifera che non ha eguali in nessuna altra parte del mondo. Ciò sta portando ad un proliferare di richieste da parte di aziende straniere sia a mare che a terra: e in questa corsa all’ultimo barile non vengono risparmiate neppure aree di assoluto pregio come le Isole Tremiti.

4.1.16

Furto di paesaggio nell'Area Marina Protetta "Torre di Cerrano"

Il 2016 non è iniziato nel migliore dei modi per l’area marina protetta avendo perso proprio il girono di capodanno uno dei suoi simboli. Un ladro di legname nel tardo pomeriggio del giorno del primo gennaio ha ritenuto normale recarsi nella Zona B del parco marino, quella di maggiore tutela, proprio di fronte Torre Cerrano, per rubare pezzi di un tronco spiaggiato in quel punto anni addietro.
Tale furto priva l’AMP di un elemento importante di biodiversità essendo il materiale legnoso spiaggiato molto importante per l’ecosistema costiero che si basa sull’attività di microrganismi e macro-invertebrati che si nutrono del materiale biologico spiaggiato. Ma ancor più importante, la scomparsa di quello specifico tronco priva Torre Cerrano di un elemento paesaggistico di ancor maggiore importanza.
Quel tronco, con l’elemento centrale che si alzava verso il cielo, era divenuto con il tempo un simbolo dell’AMP e la meta di tutti i turisti che passeggiano lungo la battigia fino a Torre Cerrano sia da Pineto che da Silvi. La foto al tronco con la Torre sullo sfondo era divenuta la cartolina ricordo dell’estate di tanti visitatori. Tali immagini pubblicate più volte sui social media più diffusi avevano portato quel tronco a diventare un elemento caratteristico del paesaggio costiero del parco marino.
La persona che ha rubato quel tronco per far legna a buon mercato, tagliandolo con una motosega e portandolo via dal demanio costiero, ha violato più leggi dello Stato compiendo un reato perseguito penalmente. L’intervento per quanto tempestivo e immediato da parte della Guardia Costiera e delle Guide del Cerrano al momento dell’avvenuta segnalazione di un cittadino non ha consentito di cogliere sul fatto il così definito “ladro di paesaggio” ma attraverso le registrazioni dell’impianto di videosorveglianza di Torre Cerrano sarà forse possibile risalire all’identità della persona.
L’Area Marina Protetta ribadisce che il materiale legnoso spiaggiato va lasciato sul posto per consentire il normale evolversi degli eventi naturali che migliorano, in condizioni indisturbate, la ricchezza delle specie animali e vegetali, la resistenza all’erosione costiera e, non ultimo, la bellezza del paesaggio.
La possibilità di operare a Torre Cerrano, con l’impegno dei volontari e dei Comuni di Pineto e Silvi, la pulizia delle spiagge a mano e con mezzi a basso impatto consente in quest’area, unica nel medio-Adriatico, di rivedere spazi costieri che godono del ripascimento naturale, del verde delle aree dunali e degli spettacoli paesaggistici che solo le aree naturali protette possono oggi ancora offrire.