26.11.15

Domenica 29 novembre: Marcia per il clima a Roma

 
Domenica in numerose capitali europee, ed anche a Roma, migliaia di cittadini sfileranno per il clima in una marcia dall’altissimo valore simbolico, alla immediata vigilia del vertice tra le nazioni del mondo, la cosiddetta COP21.
Il vertice sul Clima deve essere una nuova tappa del progresso globale dell’umanità, grazie al consolidamento di un modello produttivo ed economico che abbatta drasticamente le emissioni di CO2 e punti all’uso efficiente delle risorse. Bisogna salvaguardare il capitale naturale che ci è stato affidato. Siamo ospiti di questa magnifica Terra, cui dobbiamo dedicare tutta la nostra cura per evitare che la sua febbre salga ancora e provochi rischi incalcolabili per la vita e la natura. L’intelligenza e l’ambizione di tutta l’umanità è che i Governi dettino un’agenda di impegni stringenti per contrastare il cambiamento climatico e i fenomeni estremi di cui il cambiamento stesso è il primo responsabile. Proprio da Parigi deve nascere una nuova consapevolezza globale. Per questo nella Marcia per il Clima di Roma tutti gli italiani che hanno a cuore l’ambiente e il futuro dell’umanità devono essere in prima fila, per riaffermare che proprio quando ci vogliono togliere il presente si deve invece preparare un futuro migliore.
Un appuntamento ancora più importante per gli abruzzesi, loro malgrado in prima fila nella battaglia contro i cambiamenti climatici che qui da noi hanno assunto l’aspetto di una assurda deriva petrolifera, basata su una economia del secolo scorso che continua a confidare nelle fonti fossili. Anche per ribadire il loro sì a un futuro e a una economia diversa Legambiente e WWF invitano gli abruzzesi a essere presenti in tanti.
Un pullman partirà da Vasto alle 8 con soste a Lanciano, Ortona e all’uscita della A/14 Chieti-Pescara Ovest (parcheggio di scambio in zona Ikea). Aderite, c’è ancora qualche posto a disposizione. Riferimenti: Fabrizia Arduini 3291574549.

In bici a Teramo con lo sguardo rivolto a Parigi!

Sabato 28 novembre il WWF Teramo, insieme al Coordinamento ciclabili dell’Abruzzo teramano, MTB Teramo e FIAB Teramo, organizza una biciclettata lungo le vie cittadine di Teramo con partenza alle ore 16:30 in Largo Madonna delle Grazie.
La biciclettata di Teramo si inquadra nelle iniziative del WWF sul clima in vista della Conferenza dell’ONU COP21 sui mutamenti climatici che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre e precede di un giorno la grande Marcia per il clima che si terrà a Roma domenica 29 novembre.
“Mentre i Governi di oltre 190 Paesi si stanno per riunire a Parigi per trovare un accordo fondamentale per il clima, chiediamo ai teramani di compiere un gesto semplice, ma importante come percorrere le strade della nostra città in bicicletta”, dichiara Claudio Calisti, Presidente del WWF Teramo. “I cittadini di tutto il mondo si stanno mobilitando per chiedere ai propri rappresentanti alla COP21 di Parigi un accordo ambizioso che possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il Pianeta. Usare la bicicletta tutti i giorni fa parte di quelle azioni quotidiane che ognuno di noi può compiere per migliorare la vivibilità delle città: anche così che si combatte la petrolizzazione dell’Abruzzo e l’inquinamento determinato dalle fonti energetiche fossili. A Teramo c’è bisogno di scelte strategiche sulla mobilità: percorsi ciclabili protetti, chiusura al traffico privato di tutto il centro storico e strade con limiti di velocità a 30 km/orari sono azioni che possono essere fatte subito per consentire di usare la bici per andare a scuola o al lavoro in sicurezza, migliorando la vita a Teramo e contribuendo alla lotta ai cambiamenti climatici”.
La biciclettata attraverserà tutto il centro cittadino con il seguente percorso, concordato con la Polizia Municipale di Teramo: partenza dai Giardini della Madonna delle Grazie - C.so De Michetti - C.so Cerulli - P.zza Martiri - C.so San Giorgio (fino a inizio cantiere) - Via Forti - Via Delfico - Via dell'Arco - C.so San Giorgio - Via Albi - Viale Mazzini - P.zza Dante - Via Carducci - Via Delfico (a salire) - Via Albi (a scendere) - C.so San Giorgio - Via dell'Arco - Via Delfico (a scendere) - Via Forti - C.so San Giorgio – arrivo in P.zza Martiri della Libertà.
In Piazza Martiri della Libertà sarà allestito un banchetto informativo del WWF dove sarà possibile sottoscrivere la petizione nazionale con il quale chiedere al Governo Renzi di avviare un piano di rapida uscita dal carbone con tappe precise e verificabili per la chiusura delle centrali a carbone, ad iniziare da quelle più vecchie. Il carbone, infatti, è il combustibile fossile più pericoloso per l’ambiente e la salute, tanto che si calcola che in Europa la combustione del carbone provoca ogni anno oltre ventimila morti premature! 

Il futuro surreale dei cambiamenti climatici

I combustibili fossili stanno inquinando la nostra vita e le nostre città. In un futuro surreale e a tratti apocalittico potremmo ritrovarci in un ecosistema totalmente trasformato. Ecco perché il WWF Italia ha deciso di lanciare, in occasione della COP21 di Parigi, una serie di 4 immagini destinate ai social media, le “Città Surreali”: una provocazione, non uno scenario scientifico, un modo per riflettere sullo stravolgimento dei nostri luoghi più amati e riconosciuti. Le creazioni mostrano Roma e Milano desertificate e inospitali, divenute habitat di animali selvatici disorientati. Pisa e Venezia sono rappresentate in gran parte sommerse dai mari, senza la classica orda di turisti curiosi, ma con un silenzio surreale, invase dall’acqua.
Realizzazione grafica delle “Città Surreali”: Cinzia Macis – Scenografa di formazione (Accademia di Belle Arti di Firenze), collabora dal 2004 con importanti teatri nei diversi settori dello spettacolo in Italia e all'estero: Opera di Firenze, Teatro Lirico di Cagliari, Thalia Theater, Wexford Opera House. Alla dedizione per le arti sceniche, si affianca l'interesse per i temi ambientali e la valorizzazione del territorio, culminato nella specializzazione in Paesaggismo (Politecnico di Barcellona). Si occupa di progettazione, grafica e illustrazione digitale nei diversi ambiti delle arti visive.
 



 

20.11.15

Fiumi teramani ancora sotto attacco!

Il WWF Teramo ha inviato una segnalazione al Corpo Forestale dello Stato nella quale si evidenzia due gravi episodi di inquinamento del Fiume Tordino e del suo affluente, il torrente Fiumicino.
Le acque e il fondo del Fiume Tordino appaiono completamente neri a valle del ponte della strada provinciale San Nicolò – Castellalto – Canzano; stesso stato per il torrente Fiumicino nel tratto a valle del ponte della ferrovia, poco a monte della confluenza nel Fiume Tordino. Ad un primo esame il tratto alterato sembra iniziare sul Fiumicino per poi trasferirsi al Tordino dopo la confluenza tra i due corsi d’acqua.
“Per l’ennesima volta dobbiamo segnalare episodi di inquinamento dei nostri corsi d’acqua”, dichiara Claudio Calisti, presidente del WWF Teramo. “Sulla base di casi analoghi degli anni precedenti dovrebbero essere scarichi illegali di sostanze derivanti da attività di frantoi. L’acqua e il fondo dei due corsi d’acqua sono di colore nero scuro. Si deve intervenire subito per verificare cosa è successo e bloccare questi comportamenti da irresponsabili. Chi fa queste cose, oltre a commettere un reato perché danneggia l’ecosistema fluviale, determina un danno all’economia di tutta la provincia: è inutile all’inizio dell’estate disperarsi perché il mare non è balneabile e i turisti scappano se non si fa qualcosa per fermare queste situazioni. Gli imprenditori onesti dovrebbero essere i primi a chiedere una seria politica di controlli e repressione di tali comportamenti illeciti”.
 



 

19.11.15

Tutela del Fratino sulla costa teramana: andiamo avanti tra vandalismi ed errori

  


Nelle scorse settimane, la “Spiaggia del Fratino e del Giglio di Mare”, il tratto di spiaggia libera tra lo stabilimento Copacabana e lo stabilimento Marechiaro dove sono tutelate queste due specie simbolo della nostra costa, è stata oggetto di un atto vandalico: ignoti hanno danneggiato la delimitazione che era stata creata per segnalarla, rubando la corda e abbattendo alcuni dei paletti che la sorreggevano.
“Come WWF abbiamo immediatamente avvertito il Comune e tutti gli enti competenti, suggerendo anche di presentare una denuncia contro ignoti”, dichiara Fabiola Carusi, responsabile del progetto Salvafratino per il WWF Abruzzo. “Non è la prima volta che accade: già una volta il WWF aveva riposizionato i paletti che erano stati fatti cadere. Si tratta di un atto ingiustificabile: a parte il danno economico apportato, si è colpita una iniziativa, nata dalla collaborazione tra Comune, WWF e Area Marina Protetta “Torre di Cerrano” nell’ambito del progetto “Salvafratino 2015”, che valorizza l’offerta turistica di Alba Adriatica e che è stata la prima del genere in Abruzzo. Attraverso la tutela di specie caratteristiche come il Fratino e il Giglio di mare, peraltro protette da norme regionali, italiane e internazionali, è possibile aumentare le presenze turistiche, richiamando i tanti appassionati: il WWF ha organizzato anche diverse iniziative e visite con scuole e gruppi per far conoscere questa importante esperienza”.
Il WWF Teramo auspica che si riposizioni al più presto la delimitazione e che siano attuate adeguate soluzioni affinché tali atti vandalici non si ripetano.
Negli stessi giorni il WWF ha anche inviato una nota al Comune di Tortoreto evidenziando la necessità, per la prossima stagione balneare, di posizionare la “bau beach” (spiaggia in cui è consentito l’ingresso anche ai cani) in un’area diversa da quella scelta nell’estate del 2015 che è stata più volte indicata quale area di nidificazione del Fratino.
“Già lo scorso anno”, continua Fabiola Carusi, “avevamo segnalato questo problema, ma l’Amministrazione non ha inteso modificare la sua scelta. Ovviamente siamo molto favorevoli al fatto che vi siano spiagge dove è permesso l’ingresso ai cani: è evidente però che non possono essere individuate le aree dove è accertata la nidificazione di una specie protetta come il Fratino. I cani sono tra le cause di distruzione delle uova nei nidi che i Fratini realizzano da aprile di ogni anno direttamente sull’arenile. Con un po’ di accortezza e buon senso si possono tutelare sia i cani che i Fratini. Come WWF abbiamo offerto piena collaborazione al Comune di Tortoreto anche per organizzare giornate di educazione ambientale con le Scuole, finalizzate alla pulizia manuale della spiaggia e alla riscoperta dell’importanza degli ambienti dunali”. 

10.11.15

Effetto clima per specie e biodiversità

Il WWF presenta un nuovo Rapporto sugli effetti dei cambiamenti climatici su specie e biodiversità alla vigilia del Summit di Parigi che dovrà portare ad un nuovo accordo globale sul clima.
Per scaricare il Rapporto cliccare qui.
Lo stambecco, insieme ad altre specie alpine come la pernice bianca e la stella alpina, può essere considerato il simbolo della biodiversità italiana minacciata dal clima che cambia: con l’innalzamento delle temperature a causa dei cambiamenti climatici, la stagione vegetativa nelle aree montane è sempre più anticipata e i pascoli d’alta quota non offrono ai capretti il foraggio adatto alla loro nutrizione nel momento critico dello svezzamento. La loro sopravvivenza è scesa dal 50% negli anni ’80 al 25% di oggi. Ne muoiono cioè 7-8 piccoli ogni dieci che ne nascono. Non solo: lo scenario dell’aumento delle temperature potrebbe consegnarci un Pianeta invaso da specie adattabili e invasive, dalle zanzare portatrici di patologie anche gravi come la Dengue, la febbre gialla e la malaria, a parassiti come il punteruolo rosso, responsabile della moria delle palme in Italia, alle meduse, che potrebbero proliferare ulteriormente nel Mediterraneo.
Questi e altri dati sono contenuti nel dossier “Biodiversità e cambiamenti climatici”, elaborato dal WWF in vista della COP21 a Parigi, alla quale l’Associazione chiede di portare a casa un nuovo accordo globale sul clima efficace ed equo.
Diverse specie di animali e piante, per fuggire al riscaldamento del Pianeta stanno spostando i loro areali di distribuzione verso maggiori latitudini o altitudini. Succede per l’84% delle specie che vivono in ambienti aridi, come testimoniano alcuni studi. Ma per le specie d’alta quota non esistono vie di fuga. La riduzione dei ghiacciai e dei periodi di innevamento su tutto il Pianeta sta minacciando molte specie alpine sulle montagne di tutto il mondo. In queste aree di criosfera vivono 67 specie di mammiferi terrestri, 35 marini e 21.000 altre specie di animali, piante e funghi. Dal leopardo delle nevi in Tibet al pinguino di Adelia in Antartide, dall’orso polare in Artico all’arvicola delle nevi, dal krill antartico, fondamentale primo anello della catena alimentare, ai trichechi, che vedono assottigliarsi sempre più il ghiaccio marino artico, a specie vegetali simbolo delle montagna come lastella alpina e l’abete bianco, simbolo natalizio.
Emblematico il caso delle balene beluga, conosciutissime dal grande pubblico per il film “Palla di neve”: l’aumento delle temperature dell’Oceano Artico sta facilitando l’ingresso delle orche nelle acque frequentate dai beluga, esponendo questo indifeso mammifero marino agli attacchi del predatore.
"Il WWF sta seguendo gli orsi polari con i radio collari per studiarne comportamento e impostare su basi scientifiche le azioni di conservazione", dichiara Isabella Pratesi, direttore del Programma di Conservazione del WWF Italia. "Su 9 orsi polari, alcuni dei quali costretti a nuotare con i loro piccoli per grandi distanze, il 45% dei cuccioli che abbiamo seguito non ce l’ha fatta. Un dato drammatico e allarmante. Per loro, per tutti gli orsi polari che per colpa nostra non ce la faranno, il WWF sta mettendo tutte le sue forze ed energie per fermare il cambiamento climatico e per arrestare la devastante fusione dei ghiacci polari”.
A qualcuno piace caldo: le specie adattabili. Avvantaggiati da climi più caldi e dalla riduzione dei climi estremi invernali che ne contenevano la diffusione sono le zanzare, portatrici di malattie che saranno in aumento come la malaria, le meduse, le cui popolazioni sono in aumento nel Mediterraneo, parassiti degli alberi come alcuni coleotteri tra cui Dendroctonus ponderosae che si alimenta di pini nel Nord America o il punteruolo rosso (responsabile della moria di palme in Italia), o altri insetti come la vespa cinese (responsabile della malattia di molti castagni). La formica di fuoco, specie aliena in molti habitat, è avvantaggiata dal riscaldamento del Pianeta e ha notevoli impatti sulla biodiversità endemica, mentre è prevedibile una diffusione delle zecche, vettori di patologie e agenti patogeni.
Dopo la criosfera c’è un altro ecosistema ad alto rischio: gli oceani. Il cambiamento climatico è il principale responsabile della perdita del 50% del coralli delle barriere coralline. Uno degli effetti più drammatici del cambiamento climatico sui coralli è il “bleaching” , lo sbiancamento dei coralli che porta alla morte degli invertebrati marini. Non solo: l’aumento di anidride carbonica degli oceani, insieme all’aumento delle temperature delle acque producono una diminuzione del PH dei mari, portando quindi ad una vera e propria acidificazione di questi ecosistemi cruciali per la vita umana (l’alimentazione di quasi tre miliardi di persone dipende strettamente dalla pesca). Dall’inizio dell’era industriale, l’acidità degli oceani è aumentata del 26% con conseguenze riscontrabili su molti organismi, in particolare su quelli con uno scheletro o un guscio calcareo come i coralli, molluschi e altri invertebrati. All’attuale livello di riscaldamento e acidificazione delle acque rischiamo di perdere le barriere coralline entro il 2050. La barriera corallina è, insieme alle foreste tropicali, l’ambiente più ricco di biodiversità del Pianeta, ma anche cruciale per la vita, il sostentamento e il lavoro di migliaia di persone.
Valore Natura. La perdita di biodiversità non è solo un drammatico impoverimento di specie animali e vegetali. Gli ecosistemi, se in salute, ci forniscono cibo, medicine e altre risorse vitali: nel 2011 il valore non di mercato dei servizi ecosistemici planetari è stato stimato in 125.000 miliardi di dollari. Il TEEB stima per difetto che la perdita globale di biodiversità e dei servizi ecosistemici abbia un valore, ogni anno, di oltre 50 miliardi di euro. Cambiamenti nella biodiversità portano inevitabilmente ad una riduzione degli ecosistemi nel fornirci cibo, acqua potabile, sicurezza, medicine e altre importanti risorse.
Cicli vitali compromessi. I cambiamenti climatici rischiano di compromettere cicli naturali antichissimi, come le fioriture e le migrazioni. Esempio: gli uccelli migratori europei arrivano nei territori riproduttivi mediamente un giorno prima ogni 3 anni dagli ultimi 40 anni, e quelli che svernano a nord del Sahara hanno ritardato il passo di 3/4 giorni, mentre in Africa orientale (regione del Serengeti-Mara) la “biblica” migrazione di circa un milione e mezzo di erbivori governata dal ciclo delle piogge – che, spostandosi, creano nuovi pascoli - è compromessa perché il clima negli ultimi anni è diventato sempre più caldo, la stagione secca dura di più, le piogge sono in ritardo e sono sempre più frequenti eventi meteorologici estremi che provocano dilavamento ed erosione del suolo.
“Alla COP21 vogliamo dare voce anche alla biodiversità a rischio", dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. "Le attività umane che utilizzano i combustibili fossili e ‘mangiano’ il suolo e le foreste e stanno avendo un impatto senza precedenti sugli ecosistemi e sulle specie animali e vegetali, rischiando di stravolgere il Pianeta come lo conosciamo. Pensare che la perdita di biodiversità non ci riguardi è assurdo, il nostro benessere dipende direttamente dal benessere della Natura: per questo la COP21 non può permettersi di annacquare le decisioni e deve approvare un accordo realmente efficace nel limitare il riscaldamento globale; in altre parole deve decidere di tagliare drasticamente e rapidamente le emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane”.

Inaccettabile il Master Plan proposto dalla Regione Abruzzo

LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, WWF e Touring Club Italiano intervengono sul Master Plan della Regione Abruzzo e chiedono un profondo cambiamento in direzione di un miglioramento della qualità del territorio e di un turismo basato sulla tutela dell’ambiente.
Il collegamento scioviario (con ben cinque nuovi impianti a fune) dei complessi sciistici di Roccaraso e Rivisondoli con quelli di Passo Godi e Scanno (in Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale tutelate a livello europeo), interventi per lo sviluppo del turismo invernalenelle aree montane del Parco Nazionale del Gran Sasso e di quello della Majella, interventi a tappetonel settore del "wellness" (con realizzazione di “nuove attività ricettive”) in tutto il comprensorio settentrionale del Parco Nazionale della Majella. Questi i pesanti interventi contenuti nello schema di “masterplan” appena presentato dal Presidente della Regione D’Alfonso, da finanziare con oltre 100 milioni di Euro provenienti da interventi di riassestamento di bilancio del Governo nazionale.
Ma cosa c’è nel “master plan” nel capitolo della tutela del territorio? Solo numerosi interventi di regimazione delle acque a scopo irriguo e qualche generico intervento di lotta al dissesto idrogeologico, di riduzione del rischio idraulico e dell’erosione costiera. In pratica, soltanto interventi che mirano ad arginare gli effetti, senza agire mai sulle cause dei problemi.
Le Associazioni ecologiste, riunite nel cartello EmergenzAmbiente Abruzzo, chiedono all’Amministrazione Regionale un incontro urgente per riesaminare insieme tutto il pacchetto sotto il profilo della tutela ambientale, così come proficuamente avvenuto per il Piano di sviluppo del Gran Sasso con il Vice Presidente Lolli, in modo da non dover arrivare alla fase operativa con polemiche e battaglie muro contro muro, sicuramente nell'interesse di nessuno e che farebbero solo perdere tempo e soldi a tutti.
Insistere su interventi pesanti nelle aree protette a livello nazionale ed europeo significa infilarsi in un vicolo cieco che non potrà che portare al totale immobilismo ed alla perdita di questi ingenti finanziamenti. I nuovi interventi di infrastrutturazione sciistica proposti sono infatti vietati dalla normativa europea e nazionale posta a tutela di habitat e specie di grande valore ecologico, come l’orsomarsicano, il lupo, il camoscio d’Abruzzo e l’aquila reale.Senza considerare che il “masterplan” di D’Alfonso è in palese contrasto con il rilancio del progettoAPE (Appennino Parco d'Europa), con il PATOM, strumento voluto anche dalla Regione Abruzzo per la tutela dell’Orso Marsicano, e con il percorso teso a far riconoscere dall’UNESCO le nostre montagne come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Il rilancio delle attività economiche legate al turismo deve invece procedere di pari passo con il miglioramento della qualità dell’ambiente e del turismo stesso, con relativo aumento del valore dei servizi forniti dall’ecosistema e dell’occupazione locale.Un’alternativa verde, insomma, basata su piccoli investimenti diffusi sul territorio a vantaggio di un turismo più moderno e di maggiore qualità, in crescita ovunque, basato sui valori naturali unici del "cuore verde" d'Europa. Attraverso la riqualificazione in chiave ecologica dei complessi turistico-sciistici, l’attuazione di interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio e la realizzazione di mille micro-interventi si potrebbe finalmente sviluppare un turismo indipendente dalla presenza di neve sulle piste, in grado di rivitalizzare l’economia delle aree montane in modo durevole, fornendo lavoro ad un gran numero di persone per decenni e migliorando e non peggiorando la qualità del nostro preziosissimo ambiente naturale. Si abbandoni, quindi, una volta per tutte, ogni ipotesi di distruzionedi ambienti preziosi ed insostituibili che potrebbero servire unicamente a diventare, nella migliore delle ipotesi,l'imitazione povera delle grandi località sciistiche delle Alpi. Si scommetta invece sulla loro vera valorizzazione perché la nostra regione diventi finalmente un punto di riferimento internazionale nell'ottica di una fruizione sostenibile dei grandi valori ambientali delle nostre montagne,che possono, se ben gestiti, diventare oggetto di grande interesse da parte di crescenti flussi di un turismo qualificato ed importante, sia nazionale che internazionale.
 
Stefano Allavena (LIPU)
Mario Marano Viola (Mountain Wilderness)
Pier Lisa Di Felice (Pro Natura)
Stefano Orlandini (Salviamo l’Orso)
Bruno Petriccione e Elio Torlontano (Touring Club Italiano)
Dante Caserta e Luciano Di Tizio (WWF)

Notizie dal WWF Teramo

Pubblichiamo la newsletter inviata alla nostra mailing-list.
Se volete essere inseriti nel nostro indirizzario, potete chiederlo scrivendo una email a teramo@wwf.it.

Car* Tutt*,
alcune notizie dal WWF Teramo con nuovi appuntamenti per i prossimi giorni.
 
FESTA DELLA CASTAGNA.
Sabato 14 novembre “Festa della castagna” al Centro di Educazione all’Ambiente “Monti della Laga” a Cortino (TE) nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Ci vediamo sabato prossimo per un bel pomeriggio al CEA di Cortino, gestito dal WWF Teramo.
Appuntamento alle ore 15.
È gradita la prenotazione.
 
Campagna Clima.
 
BANCHETTO INFORMATIVO IN VISTA DELLA COP 21 DI PARIGI.
Sabato 21 novembre a Teramo, in Corso San Giorgio (Portici Caffè Grand’Italia) organizziamo un banchetto informativo sulla campagna clima del WWF Italia. Viene a darci una mano!
Dal 30 novembre all’11 dicembre si svolgerà a Parigi la Conferenza della Parti (COP 21), Convenzione quadro della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, da cui ci si aspetta che i Governi di tutto il mondo, compreso quello italiano, arrivino a un accordo globale sul clima efficace ed equo.
Firma la petizione on line del WWF (http://www.wwf.it/roadtoparis.cfm#italia) per chiedere al Governo italiano di chiudere le centrali a carbone.
È ormai noto come il carbone sia il combustibile fossile più pericoloso per l’ambiente e la salute, ma le centrali italiane continuano a utilizzarlo. In Europa si calcola che la combustione del carbone provoca ogni anno 23.300 morti premature. E gli investimenti nelle rinnovabili segnano il passo. Occorre fermare subito tutte le centrali a carbone, a partire da quelle più vecchie, inquinanti e dannose per la salute. Il WWF chiede al Presidente del Consiglio Renzi:
un piano di rapida uscita dal carbone che preveda tappe precise.
standard ambientali davvero efficaci che impediscano agli operatori di privilegiare l’uso delle centrali a carbone che emettono più CO2

IN BICI PER IL CLIMA!
Stiamo organizzando una biciclettata nel pomeriggio di sabato 28 novembre per le strade di Teramo. Presto vi invieremo ulteriori informazioni: nel frattempo, non prendete impegni e gonfiate le gomme!
 
MARCIA PER IL CLIMA A ROMA!
Domenica 29 novembre il WWF è tra gli organizzatori della grande manifestazione nazionale a Roma in contemporanea con altri eventi della Global Climate March previsti in centinaia di città del mondo tra cui Parigi, Londra, Berlino, Madrid, Amsterdam, Barcellona, San Paolo, Johannesburg, Sydney, Canberra, Kampala, Tokyo, Dhaka, Bogotà e tante altre.
Migliaia di cittadini del Pianeta con il “pallino del clima”, come recita lo slogan della Coalizione, uniti in una grande mobilitazione globale per far sentire la propria voce contro gli effetti dei cambiamenti climatici e per un radicale cambiamento del modello economico, energetico e di sviluppo.
Le organizzazioni della società civile, con in prima fila il WWF, daranno così un segnale di forte mobilitazione alla vigilia della COP 21 di Parigi, appuntamento nodale perché i Governi del Pianeta affrontino efficacemente, e con impegni legalmente vincolanti, la necessità di tagliare rapidamente e drasticamente le emissioni di gas serra per evitare gli scenari catastrofici del cambiamento climatico.
La COP 21 di Parigi deve rappresentare il punto di svolta, il passaggio rapido da un economia fondata sui combustibili fossili a una basata sulle fonti rinnovabili e sull’uso efficiente dell’energia e delle risorse. È una transizione in atto, probabilmente inarrestabile, ma che va accelerata se vogliamo difendere noi, le nostre vite, le specie animali e vegetali, il Pianeta come lo conosciamo. I governi dovranno assumere impegni coraggiosi e stringenti per rimanere ben al di sotto di un riscaldamento globale di 2°C, anzi occorre far di tutto per rimanere su 1.5°C.
L’accordo di Parigi, secondo il WWF, deve costituire un impegno per tutto il mondo ad agire insieme, agire in fretta, agire in modo efficace.
A Roma la Marcia partirà alle 14.00 da Piazza Farnese per raggiungere i Fori Imperiali dove si terrà il Concerto per il clima, previsto dalle 17 alle 21 e che vedrà salire sul palco i vari artisti che stanno aderendo alla mobilitazione.
 
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Non dimenticate, infine, che potete sostenere le battaglie del WWF versando il 5x1000 alla nostra Associazione: a voi non costa nulla, per la natura è un aiuto importante!

Saluti a Tutt*.
 
WWF Teramo
via De Vincentiis n. 1 – 64100 Teramo
349.7174140 – teramo@wwf.it

9.11.15

Via libera a Ombrina Mare: totale scollamento tra il Governo nazionale e un'intera regione

L’approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico della piattaforma petrolifera con annessa nave di prima raffinazione “Ombrina Mare 2” a poche miglia dalla costa teatina in Abruzzo per il WWF è il segno del totale scollamento tra il Governo nazionale e il territorio.
“Il Governo nazionale, e in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico, ha colpevolmente ignorato la volontà di una intera regione – dichiara Dante Caserta, Vicepresidente del WWF Italia - Ha considerato carta straccia gli atti ufficiali della Regione Abruzzo che ha approvato due leggi tese a vietare la realizzazione dell’opera, non ha tenuto conto della volontà di Enti locali e Associazioni imprenditoriali del turismo, pesca e produzioni agroalimentari che da sempre si sono opposti a quest’opera. Si vuole mettere a tacere la voce di migliaia e migliaia di cittadini che, attraverso le Associazioni ambientaliste e in prima persona, da anni manifestano il proprio dissenso contro un’opera deleteria per l’ambiente e la salute. Oggi il Ministero dello Sviluppo Economico non ha certo assicurato lo “sviluppo economico” di chi vive in Abruzzo e sulle coste del Mare Adriatico, ma esclusivamente quello della lobby dei petrolieri: davvero un pessimo segnale a meno di tre settimane dall’avvio della COP 21 di Parigi sul clima.
Nonostante questo atteggiamento di chiusura, la battaglia contro Ombrina Mare 2 non è certamente finita per il WWF: la procedura e le modalità seguite dalla Conferenza di servizi convocata dal Ministero offrono ulteriori motivi di ricorso davanti alla giustizia italiana ed europea. Il WWF ha già impugnato il decreto di autorizzazione sulla Valutazione di Impatto Ambientale e non lascerà nulla di intentato per fermare questo vero scempio ai danni del Mare Adriatico e del rispetto della volontà dei cittadini.

7.11.15

Ombrina: stop alla conferenza di servizi

“Il Ministero prenda atto, oltre che delle ragioni del territorio, della sussistenza della l.r. 29/2015, e la rispetti annullando la conferenza di servizi convocata per lunedì o quantomeno sospendendola nell’ipotesi di contestazione di tale norma, per le vie previste dalla legislazione vigente e non certo attraverso una semplice lettera di un dirigente, che non ha e non può avere un valore sospensivo nei confronti di una norma approvata peraltro all’unanimità da un consiglio regionale regolarmente eletto e in carica”.
Si conclude così la lettera che WWF, Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club, Pro Natura, FAI e Italia Nostra hanno indirizzato al Ministero dello Sviluppo Economico e per conoscenza a tutte le amministrazioni convocate, per chiedere appunto l’annullamento della conferenza di servizi assurdamente convocata per lunedì in dispregio di una legge regionale in vigore che vieta le introspezioni in mare. Nel testo le Associazioni, sulla base di considerazioni giuridiche articolate, spiegano tra l’altro come l’unico parametro di legittimità delle leggi regionali è costituito dalla Costituzione e non dalle leggi dello Stato che nel nostro ordinamento non è dato a nessuno – tranne che alla Corte costituzionale (art. 134 Cost.) – pronunciarsi sulla legittimità delle leggi.
Fino a quando la Corte costituzionale, se sarà chiamata a farlo, non si pronuncerà in senso negativo sulla legittimità della legge, questa deve trovare piena applicazione.
Il Ministero dello Sviluppo Economico è – sottolineano le associazioni - un Ministero dello sviluppo economico e non dello sviluppo petrolifero, per cui si chiedono come sia possibile ignorare le istanze provenienti da gran parte del territorio e dai suoi rappresentanti istituzionali tese a sostenere una forma di sviluppo economico, sulla quale la Regione Abruzzo ha largamente investito anche con fondi europei, del tutto diversa da quella legata ai combustibili fossili, anche nell’ottica di contribuire alla lotta mondiale contro i cambiamenti climatici. I combustibili fossili rappresentano al contrario un deterrente e un ostacolo per una economia locale che ha retto all’urto della crisi economica dalla quale si sta appena cominciando faticosamente a uscire unicamente nei settori dell’agroalimentare e del turismo, nei quali, a differenza del comparto industriale, non si sono verificate in Abruzzo disastrose perdite occupazionali.

La lettera delle Associazioni




2.11.15

Situazione di stallo in tanti parchi nazionali (c'è anche il Gran Sasso-Laga)

Il Ministro dell'Ambiente Galletti
Le Associazioni ambientaliste CAI, CTS, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness, ProNatura, Touring Club Italiano e WWF hanno inviato una nota al Ministro dell'Ambiente Galletti sulla situazione dei parchi nazionali, denunciando un deficit di governance nei parchi nazionali che deve vedere un’azione immediata del Ministero dell’Ambiente.
Nove associazioni ambientaliste scrivono al Ministro Gian Luca Galletti chiedendo che venga garantita la piena funzionalità degli enti parco e obiettivi comuni per lo svolgimento armonico e coordinato su tutto il territorio nazionale delle azioni a tutela della biodiversità.
Gli ambientalisti denunciano che metà dei parchi nazionali (12 su 24) è in condizione precaria e richiedono un intervento deciso a cominciare dai tre più esposti del Mezzogiorno, ora commissariati, che costituiscono un presidio di legalità sul territorio (Vesuvio, Cilento e Sila), a cui si aggiungono ben nove parchi nazionali che non sono a regime (tre sono senza presidenti, sei senza consigli direttivi, cinque senza direttori), mentre per il parco storico dello Stelvio (istituito 80 anni fa) si è deciso di degradarlo e tripartirlo tra le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia.
Molto documentata la denuncia delle associazioni che entrando nello specifico ricordano al Ministro dell’Ambiente Galletti che:
  • i parchi nazionali del Cilento, del Vesuvio e della Sila sono da quasi due anni commissariati e privi di una guida autorevole e legittimata dal sostegno di un Consiglio direttivo inesistente al momento;
  • i parchi nazionali della Val Grande, Dolomiti Bellunesi e Gran Sasso-Laga sono senza un presidente, ma retti dai vicepresidenti espressione delle comunità locali;
  • i parchi nazionali di Cilento, Vesuvio, Sila, Pollino, Alta Murgia e Cinque Terre mancano di consigli direttivi;
  • i parchi nazionali della Majella, l’Alta Murgia, Circeo, Pollino e il Gargano non hanno i direttori, ma sono retti da “facenti funzione” senza i titoli previsti dalla legge.
Le Associazioni chiedono al Ministero dell’Ambiente di:
1. mettere tutti gli Enti parco nelle condizioni di poter operare a pieno campo sulla base degli strumenti di pianificazione e di programmazione che hanno a disposizione in un rapporto proficuo con il territorio e la cittadinanza;
2. procedere alla nomine dei presidenti nominando figure di alto profilo che soddisfino il criterio della competenza e vengano al più presto sanate le situazioni di affidamento a direttori “facenti funzione”, senza i titoli stabiliti dalla legge:
3. indicare obiettivi omogenei di tutela della biodiversità validi per i parchi nazionali su tutto il territorio, come già previsto peraltro nelle due Circolari Ministeriali del 28 dicembre 2012 e 21 ottobre 2013, in attuazione della Strategia Nazionale della Biodiversità, e che siano promosse azioni nazionali strategiche afferenti tra l’altro, ad esempio, alla Convenzione Europea del Paesaggio e alla Carta Europea Turismo Sostenibile.