9.3.15

Cosa possiamo imparare da quello che è successo a Mutignano di Pineto?

L’esplosione del gasdotto Snam a Mutignano di Pineto (TE) ha evidenziato tutta la fragilità del sistema.
Ad oggi non vi sono ancora dati certi sulle cause di quanto è accaduto e come sempre si è già avviato il rimpallo delle responsabilità. Come WWF auspichiamo che la magistratura riesca a fare rapidamente il proprio compito, accerti eventuali colpe e non lasci tutto nella indeterminatezza come troppe volte è accaduto nel passato.
Alcune considerazioni però possono essere fatte subito:
1) la tanto decantata “assoluta sicurezza” di certi impianti non esiste! L’infrastrutturazione energetica di un territorio presenta problemi e rischi di cui si deve sempre tenere conto in fase di pianificazione;
2) nel momento in cui si ipotizzano interventi di questo tipo già in fase preliminare si deve esaminare con grande accuratezza il territorio nel quale si progetta di intervenire con le sue caratteristiche geomorfologiche e prendendo consapevolezza di quanto vi è già stato realizzato;
3) le scelte energetiche non possono essere sempre imposte dall’alto senza alcun rispetto per le volontà di chi abita certi territori. La pianificazione energetica deve essere condivisa fin dalla fase dell’individuazione dei bisogni energetici anche attraverso una maggiore responsabilizzazione dei cittadini.
Se è certamente velleitario pensare che da un giorno all’altro si possa fare a meno di determinate fonti energetiche, è però fondamentale mettere a punto dei piani che, nel tempo, ci portino gradualmente a superare la dipendenza dalle fonti fossili che attualmente ci caratterizza.
Ancora oggi la Strategia Energetica Nazionale ci spinge verso lo sfruttamento degli idrocarburi, liquidi e gassosi. È invece necessario invertire la rotta, partendo dal ripensare completamente le città, il riscaldamento degli edifici, la produzione industriale, il sistema dei trasporti, l’approvvigionamento e la distribuzione energetica. Cambiare i nostri stessi stili di vita, non per un ritorno al passato, ma per un reale sviluppo sostenibile.
Lo stop che la Regione Abruzzo sembra sia intenzionata a chiedere per le procedure autorizzative per il metanodotto “Rete Adriatica” e per la centrale di compressione di Sulmona è un passo importante, dettato soprattutto dalla situazione di reale pericolo che si determinerebbe visto che si interviene in aree ad elevato rischio sismico. Ma non può essere un passo isolato. Deve essere un elemento di una strategia molto più ampia e coerente, con obiettivi chiari a medio e a lungo termine: altrimenti è destinato ad essere semplicemente bypassato dal Governo centrale come è già accaduto in tante altre parti d’Italia.
Il WWF invita la Regione ad aprire un tavolo per la costruzione di un “progetto energetico” per l’Abruzzo che tenga conto delle reali esigenze, delle vocazioni e delle prospettive del territorio e ad aprire un confronto con il Governo centrale per una profonda revisione di una Strategia Energetica Nazionale che in nessun caso può essere imposta. Gli interessi “superiori” sono sempre e soltanto quelli dei cittadini.

Dante Caserta, Consigliere Nazionale WWF Italia
Luciano Di Tizio, Delegato Abruzzo WWF Italia
Fabrizia Arduini, Referente Energia WWF Abruzzo