29.12.14

Un bilancio dello stato dell'ambiente in Abruzzo nel 2014

Questa mattina a Pescara, Luciano Di Tizio, Delegato regionale per l’Abruzzo del WWF, e Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia, hanno presentato un bilancio sull’ambiente in Abruzzo nel 2014.
“Non è stato un anno facile per l’ambiente abruzzese” ha dichiarato Luciano Di Tizio. “Dal disastro di Bussi sul Tirino al rischio idrogeologico, dal bracconaggio allo stato pietoso dei nostri corsi d’acqua, si sono confermate – in alcuni casi aggravandosi – tutte le problematiche ambientali che da anni colpiscono il nostro territorio. L’Abruzzo è una delle regioni italiane ed europee con la più alta biodiversità, ma questo patrimonio è messo in pericolo da scelte sbagliate che spesso ricadono sulla testa degli abruzzesi senza che questi abbiano la possibilità di dire la loro. Per noi del WWF è stato un anno veramente impegnativo. I nostri volontari sul territorio, nelle Oasi e nei Centri di Educazione Ambientale, le nostre guardie, i nostri avvocati sono intervenuti in tutti i settori ed a tutti i livelli per difendere lo straordinario ambiente abruzzese. Tanto si è riuscito a fare, ma resta ancora tantissimo da realizzare”.

PARCHI E RISERVE.
Finalmente una svolta per il Parco della Costa teatina, ma ora ci vogliono i fatti!
Il 2014 ha segnato una importante novità nell’ultra decennale vicenda del Parco della Costa Teatina (il parco è stato istituito nel 2001, ma finora è rimasto solo sulla carta). Finalmente ad agosto è stato nominato il Commissario straordinario per la perimetrazione del Parco. Dopo anni di rimandi e giochi ostruzionistici, si dovrà definire il perimetro del quarto parco nazionale d’Abruzzo, il primo sulla costa. Uno strumento per valorizzare un territorio, ma soprattutto per conservarlo e proteggerlo dalle tante minacce, prima tra tutte la petrolizzazione.
Al Commissario il WWF chiede di procedere con determinazione e rapidità. Dopo anni di confronto ora ci vogliono i fatti ed il Parco deve diventare una realtà nei primi mesi del 2015.
Parchi nazionali abruzzesi: anche il 2014 senza consigli direttivi.
Il WWF è tornato a denunciare la vergognosa situazione in cui si trovano i tre parchi nazionali presenti in Abruzzo (Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise; Parco del Gran Sasso e Monti della Laga; Parco della Majella): tutte queste importanti aree naturali protette sono prive da anni dei consigli direttivi. In particolare il Parco Gran Sasso-Laga è senza consiglio dal gennaio del 2007! Un deficit di democrazia di cui fa le spese un intero territorio.
Il WWF ha scritto al Presidente D’Alfonso affinché chieda al Ministro dell’Ambiente, cui spettano le nomine dei consigli direttivi dei Parchi, di evitare il protrarsi di questa vergogna e di fare nomine contraddistinte da competenza e conoscenza dei territori dei parchi.
Le Aree protette regionali a rischio paralisi.
Ancora una volta le riserve regionali abruzzesi e l’unico parco regionale, il Sirente-Velino, hanno rischiato il taglio dei fondi ordinari necessari per la loro gestione. Un pericolo parzialmente sventato all’ultima ora, come era già successo negli scorsi anni. Non si può continuare così. La Regione che ha coniato per sé slogan che ne esaltano la vocazione “verde” deve credere sino in fondo nelle proprie aree protette e metterle in condizione di programmare il proprio futuro nell’interesse dell’ambiente e dell’occupazione: ogni euro investito nelle aree protette ne produce quattro per l’economia dei territori interessati.
Area Marina Protetta di Torre di Cerrano assediata dai vongolari.
Il mare bagna la costa abruzzese per circa 130 km; di questi solo 7 km (appena il 5,4%!) sono tutelati da un’unica Area Marina Protetta, quella della Torre di Cerrano. Nonostante l’esiguità dello spazio tutelato, questo subisce da anni una continua violazione. I vongolari entrano all’interno del perimetro, violando la norma istitutiva del Parco e le normative generali di tutela, e distruggendo i fondali con le loro turbosoffianti. I controlli sono stati per molto tempo assenti ed inefficaci. A settembre il TAR Lazio ha respinto l’ennesimo ricorso presentato dal Consorzio di gestione dei Vongolari contro l’istituzione dell’AMP, confermando la tutela dell’area.
Per il WWF le soluzioni agli eventuali problemi dei vongolari devono essere ricercate nel rispetto della legalità e di quanto stabilito dalle leggi che tutelano tutte le aree marine protette italiane.

TUTELA DELLA FAUNA
Caccia: la nuova Giunta regionale vorrà chiudere con le fallimentari gestioni del passato?
14 sono state le sconfitte giudiziarie nel quinquennio della Giunta Chiodi-Febbo in materia di caccia, un record per l’Italia che dimostra l’incapacità con cui è stata gestita la politica venatoria.
Il nuovo assessore regionale alla caccia ha dichiarato di voler cambiare rispetto al passato ed il WWF ha voluto dare credito a questa dichiarazione.
Sono però passati i primi mesi, senza che si siano visti passi avanti concreti.
Il WWF chiede alla Regione quattro cose: adottare un piano faunistico-venatorio che tenga conto delle esigenze della fauna e non di quelle dei cacciatori; rivedere la legge regionale sulla caccia eliminando tutte le modifiche apportate nel corso degli anni che hanno diminuito la tutela dalla fauna; creare le aree contigue con caccia regolamentata intorno alle aree protette presenti nella regione; creare un Osservatorio faunistico regionale che fornisca elementi certi e scientificamente fondati per la pianificazione venatoria.
Orso: nonostante tutto, segnali di speranza.
Specie simbolo dell’Abruzzo, vittima di bracconaggio, politiche sbagliate nel settore dell’allevamento e della pastorizia, costruzioni che ne restringono l’areale, l’Orso Bruno Marsicano è a rischio estinzione.
L’uccisione dell’Orso a Pettorano sul Gizio a settembre ha segnato un ennesimo colpo alla tutela di questo splendido animale, ma per la prima volta è stata seguita da indagini efficaci che hanno portato all’individuazione del colpevole, un cacciatore di 61 anni. Purtroppo sappiamo che chi ha compiuto questo gesto, se mai si arriverà alla condanna definitiva, rischia pochi mesi di carcere. Anche per questo il WWF ha lanciato la petizione “Contro i crimini di natura” che chiede l’inasprimento delle pene per chi commette questo tipo di reati.
Ma sull’orso non sono mancati segnali positivi. Da un lato i risultati del LIFE Arctos, finanziato dall’Unione Europea, al quale ha contribuito anche il WWF distribuendo a pastori e coltivatori centinaia di recinti elettrificati da porre a difesa di apiari, allevamenti e campi coltivati, dall’altro la notizia diffusa dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise di 11 nuovi cuccioli di Orso nati nel 2014.

PETROLIZZAZIONE IN ABRUZZO: OMBRINA MARE, LA PUNTA DI UN ICEBERG.
L’Abruzzo si conferma una delle regioni a più serio rischio di petrolizzazione. La progettata realizzazione di Ombrina Mare, piattaforma con annessa nave per prima raffinazione davanti la costa dei trabocchi, è solo la punta dell’iceberg.
Da anni il WWF denuncia come il 50% del territorio regionale sia interessato da istanze di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Stessa sorte per migliaia di km quadrati di mare antistante la nostra costa.
Ombrina Mare è attualmente all’esame del Ministero dell’Ambiente per l’Autorizzazione Integrata Ambientale, ma di fronte alle scelte compiute dal Governo centrale, primo fra tutti l’art. 38 del Decreto Sblocca Italia che apre la strada alle trivelle in tutto il Paese, c’è bisogno di una azione politica forte volta a modificare la Strategia Energetica Nazionale.
Bene ha fatto la Regione Abruzzo ad impugnare alcuni articoli del decreto davanti la Corte Costituzionale, perché non è più possibile procedere su ogni singola istanza. È necessario che il Governo regionale, di concerto con le altre Regioni interessate, ponga la questione a livello di pianificazione nazionale e spinga per una politica energetica verso il risparmio, la messa in efficienza e le fonti rinnovabili.

FIUMI E DISSESTO IDROGEOLOGICO: SI CONTINUA A SBAGLIARE.
Fiumi abruzzesi, l’obiettivo “buono” lontano dall’essere raggiunto.
L’obiettivo fissato dall’Unione Europea di raggiungere lo stato ecologico “buono” in tutti i fiumi abruzzesi entro il 2015 appare ormai irraggiungibile. Come attestato recentemente dal Corpo Forestale dello Stato, le condizioni dei nostri fiumi invece di migliorare, in molti casi peggiorano. Depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi abusivi e prelievi non autorizzati mettono a rischio i nostri fiumi con conseguenti effetti negativi sul mare.
Si continua poi con la pratica del tutto irrazionale del taglio a raso della vegetazione spondale dei fiumi. Costosi interventi che hanno ben pochi effetti in caso di piena, ma che compromettono l’ecosistema fluviale facendo perdere la capacità autodepurativa propria di tutti i corsi d’acqua.
Il WWF chiede che la volontà espressa dalla Regione di procedere, attraverso lo strumento dei “contratti di fiume”, ad una nuova gestione dei corsi d’acqua, si concretizzi, imponendo anche interventi reali per la salvaguarda degli stessi.
Costruiamo dove non si dovrebbe: Megalò e tanto altro.
È stata recentemente annunciata una proposta di legge regionale sul consumo del suolo. Ci auguriamo che si proceda rapidamente e in forma trasparente, con il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni. Sono infatti già tanti gli scempi realizzati in Abruzzo. Citiamo per tutti il caso del centro commerciale Megalò costruito in quella che era una cassa di espansione del fiume Pescara, con grave danno per l’ambiente e rischi per la sicurezza del territorio e per la sua economia. Eppure da anni esistono due progetti per la realizzazione complessiva di altri 10 edifici nella stessa zona, progetti contro i quali il WWF si sta battendo in tutte le sedi, comprese quelle giudiziarie. È tuttavia inaccettabile che la tutela del territorio sia affidata alle associazioni e ai comitati più che alle istituzioni. Chiediamo che si preveda per legge, tra l’altro, il divieto assoluto e immediato di costruire in zone a rischio idrogeologico e lungo le sponde de fiumi.

BUSSI E LE TANTE ALTRE DISCARICHE.
Discarica di Bussi sul Tirino: la sentenza, uno schiaffo agli abruzzesi.
Il 2014 si è chiuso nel peggiore dei modi. La sentenza di assoluzione al processo davanti alla Corte di Assise di Chieti per la discarica di Bussi sul Tirino è stato un vero e proprio schiaffo agli abruzzesi.
È vergognoso che un danno ambientale stimato in 8,5 miliardi di euro, 3 anni di indagini, 6 di processo, 68 udienze, 18 diversi giudici tra GUP, Tribunale, Corte di Assise, Corte di Cassazione e 22 ordinanze, si siano tradotti in un nulla di fatto! L’inquinamento di decenni e la somministrazione a centinaia di migliaia di persone di acqua che non poteva essere distribuita non possono restare senza responsabilità.
Il WWF, ovviamente, aspetta di leggere le motivazioni della sentenza, ma farà tutto il possibile per portare avanti questa battaglia di verità. E lo sta facendo anche chiedendo a livello nazionale l’introduzione dei reati ambientali nel codice penale al fine di evitare che tutte le azioni contro l’ambiente restino impunite a causa della prescrizione.
Ma resta il dato più grave: a più di 7 anni da quando è stata scoperta, non è stata ancora avviata la bonifica di quella che viene considerata la più grande discarica abusiva di rifiuti tossici d’Europa.
E restano poi le decine e decine di discariche abusive o incontrollate di cui è disseminato il territorio abruzzese per le quali l’Italia è sottoposta ad una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea.

CAPODOGLI SPIAGGIATI: UN CAMPANELLO D’ALLARME PER IL NOSTRO MARE.
Nella notte tra l’11 e il 12 settembre si sono spiaggiati sulla costa di Vasto 7 capodogli. Grazie ad uno straordinario impegno di enti e volontari si è riusciti a rimettere in mare ben 4 animali, compiendo un miracolo senza precedenti.
Ad oggi non si conoscono ancora le cause di questo spiaggiamento, ma sono state avanzate le più varie ipotesi, quasi tutte – direttamente o indirettamente – legate all’uomo.
Sarà necessario attendere la chiusura delle analisi, che il WWF auspica possa avvenire al più presto, ma è certo che si è trattato di un campanello d’allarme per il Mare Adriatico che non deve essere sottovalutato.

UNA REGIONE SENZA PIANIFICAZIONE.
In Abruzzo manca un piano di rifiuti aggiornato. Manca (da sempre) un piano estrattivo che regolamenti le cave. Manca il piano faunistico-venatorio. Deve essere aggiornato il piano energetico. C’è un piano di tutela delle acque che non affronta i problemi, ma semplicemente sposta in avanti la ricerca delle soluzioni. E si potrebbe continuare.
La Giunta regionale D’Alfonso, se veramente vorrà dare seguito alle promesse della campagna elettorale, ha veramente molto da lavorare. E lo deve fare in fretta e con convinzione perché si tratta di affrontare problemi che in alcuni casi attendono di essere risolti da decenni.
La richiesta del WWF è sempre la stessa: pianificare attraverso la partecipazione di tutti e non dei singoli gruppi di potere interessati a questo o quell’altro settore. Avere sempre presente che si sta pianificando su risorse “finite” (l’acqua, il suolo, la fauna) che sono dei beni comuni e che come tali devono essere tutelati per questa e per le future generazioni.
Lo scardinamento – più per l’intervento della magistratura, che per scelte politiche, a dire il vero! – di una certa situazione di potere che negli anni era consolidata, apre la strada al cambiamento. Al Presidente D’Alfonso ed alla sua Giunta la possibilità di cogliere questa occasione.

“Un dato sicuramente positivo è la crescita dell’impegno degli abruzzesi in difesa del loro ambiente” ha concluso Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia. “Sono ormai moltissime le vertenze ambientali aperte nella nostra regione. Alle associazioni ambientaliste storiche si affiancano realtà locali che nascono e si sviluppano spontaneamente. Questa è la dimostrazione che è cresciuta la coscienza ambientale in Abruzzo come nel resto del Paese. E queste importanti battaglie vanno riportate in un quadro generale. Ad esempio assistiamo a decine di azioni contro impianti di produzione energetica. Ma queste devono diventare tessere di un mosaico più ampio: dobbiamo essere in grado di farne una battaglia complessiva contro le scelte strategiche nazionali in campo energetico che insistono sulle fonti fossili. Solo così saremo veramente efficaci”.

26.12.14

Lunedì 29 dicembre: Assemblea WWF


Lunedì 29 dicembre presso la nostra sede in via De Vincentiis n. 1 a Teramo, si svolgerà un'assemblea di attivisti, soci e simpatizzanti del WWF in provincia di Teramo con il Delegato regionale, Luciano Di Tizio.
Discuteremo della nuova organizzazione locale del WWF e programmeremo le attività del futuro! Sarà possibile iscriversi o rinnovare la propria iscrizione al WWF e sottoscrivere la petizione nazionale contro i "Crimini di Natura".
Vi aspettiamo!

Non bruciamo il futuro


Domani, sabato 27 dicembre, a Montorio al Vomano, organizzato dal WWF Teramo e da Zero Waste Teramo, incontro con Rossano Ercolini, vincitore del Goldman Environmental Prize 2013, autore del libro "Non bruciamo il futuro".
Una testimonianza fiera e coinvolgente di una battaglia decennale vinta contro poteri fortissimi, ma anche uno straordinario manifesto educativo.
Rossano Ercolini è oggi il simbolo di un ambientalismo capace di incidere in maniera efficace nello sviluppo di un territorio, andando oltre le ideologie e gli schieramenti. Perché è solo con l'impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore.

20.12.14

Discarica di Bussi sul Tirino. Domenica 21 dicembre, sit-in a Pescara

Discarica di Bussi sul Tirino (PE)
Domani sit-in a Piazza Salotto a Pescara

DOPO LA SENTENZA SULLA DISCARICA DI BUSSI SUL TIRINO,
NESSUN PASSO INDIETRO!

Domenica 21 dicembre ore 11
piazza Salotto a Pescara

SIT-IN
PER CHIEDERE GIUSTIZIA E LA BONIFICA DEL SITO

Siamo tutti invitati a partecipare. 
Ora più che mai è necessaria una presa di posizione forte di cittadini, Associazioni, Enti ed Istituzioni.

19.12.14

Tutti assolti: la sentenza sulla discarica di Bussi è uno schiaffo agli abruzzesi!


Per il WWF la sentenza emanata oggi sulla discarica di Bussi, come è già avvenuto con l’esito del processo Eternit di poche settimane fa, è la dimostrazione che la via giudiziaria per la difesa dell’ambiente è fallimentare.
È assolutamente necessaria una seria riforma della giustizia penale e l’approvazione dei delitti ambientali. Ancora una volta gli inquinatori sono stati assolti per prescrizione ed è stato violato il principio comunitario fondamentale “chi inquina paga”. 
Questa sentenza è un vero e proprio schiaffo agli abruzzesi: quei territori sono stati pesantemente inquinati ed è stata messa in pericolo la salute delle popolazioni. L’inquinamento è stato accertato, a prescindere da qualsiasi condanna da parte dei giudici, e chi lo ha provocato deve essere costretto a bonificare quei territori.
Dichiarano Tommaso Navarra, legale del WWF Italia, e Luciano di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “Seguiamo i fatti di Bussi dall’anno 2006 e siamo nel processo come persona offesa e parte civile dall’anno 2009. Avevano così già maturato, sino ad oggi, alcune radicali certezze e, per dirla con Pasolini: 
  • Noi sappiamo che fare Giustizia è un fatto rivoluzionario; 
  • Noi sappiamo che fare Giustizia nel nostro Paese vuol dire salire tutti gli infiniti gradini del Golgota del nostro diritto processuale penale (tre anni di indagini, sei anni di processo, 68 udienze, diciotto giudici tra Gup, Tribunale, Corte di Assise, Corte di Cassazione, 22 ordinanze, una sentenza); 
  • Noi sappiamo che cercare di accertare processualmente fatti gravissimi è una impervia ascesa della volontà prima ancora che della ragione. 
A queste certezze ne vogliamo aggiungere oggi solo altre due: 
  • il disastro vi era, vi è e non è imputabile al caso; 
  • la prescrizione, come in altri processi, cancella solo le colpe individuali.
Con serena fiducia ci aspettiamo che, chi ha cagionato colposamente il disastro, si faccia carico della bonifica. Noi ci saremo e continueremo a tutelare il nostro territorio”.

Domani raccolta firme a Teramo per "Stop ai crimini di natura"


Domani, sabato 20 dicembre, dalle ore 9:30 alle ore 13, in Corso San Giorgio a Teramo – sotto i portici Caffè Grand’Italia – il WWF Teramo ha organizzato un banchetto per la raccolta di firme per la petizione “Stop ai crimini di natura”.
La petizione è stata lanciata dal WWF Italia ed ha l’obiettivo di rendere più efficace la tutela della natura e dell’ambiente nel nostro Paese.
In Italia ogni 43 minuti viene commessa una violazione in materia di tutela ambientale ed i reati contro gli animali e la fauna selvatica costituiscono il 22% dei reati ambientali.
Per combattere questa piaga c’è bisogno di pene più severe e di forze dell’ordine specializzate.
La petizione, rivolta a Governo e Parlamento, chiede l’introduzione nel Codice Penale del nuovo “delitto di uccisione di specie selvatica protetta” (punito finora con una semplice contravvenzione) ed il mantenimento ed il rafforzamento del Corpo Forestale dello Stato, quale forza autonoma di polizia specializzata in campo ambientale.
Sono questi i due elementi portanti delle proposte legislative elaborate nell’ambito della Campagna WWF “Stop ai crimini di natura” che, se approvate, doterebbero lo Stato italiano e le Forze dell’ordine di strumenti legislativi e repressivi in grado di mettere fine allo scandalo delle uccisioni di orsi, lupi, cicogne, e tante altre specie che dovrebbero essere “super protette”, ma per la cui uccisione sono previste sanzioni estremamente blande che non svolgono alcuna funzione né di prevenzione né di deterrenza. A titolo di esempio: chi abbatte un orso, una delle specie simbolo della nostra fauna, con la normativa attuale rischia un arresto da tre mesi a un anno e l’ammenda da 1.032 a 6.197 euro. Se venisse approvata la proposta WWF il reato si configurerebbe come un vero e proprio delitto e la sanzione della reclusione salirebbe a 3 anni.
La seconda parte della petizione mira a scongiurare il previsto smembramento del Corpo Forestale dello Stato che si vorrebbe accorpare ad altri corpi di polizia facendo perdere il ruolo di servizio specialistico per la tutela dell’ambiente e per la difesa degli animali.

18.12.14

Il WWF propone al Sindaco di Alba Adriatica di creare la "Spiaggia del Fratino e del Giglio di mare"

Fratino
La spiaggia di Alba Adriatica ospita due specie naturalisticamente molto importanti che possono trasformarsi anche in un utile “strumento” di promozione territoriale.
Il WWF Teramo ha scritto al Sindaco per chiedere la protezione di alcune aree del litorale del territorio comunale.
In particolare il WWF ha evidenziato come nel tratto di spiaggia libera tra lo stabilimento Copacabana e lo stabilimento Marechiaro è presente il “Pancratium maritimum”, comunemente noto come Giglio di mare, una specie floristica di grande valore naturalistico.
Allo stesso tempo ha segnalato anche le aree di nidificazione nel periodo primaverile/estivo del Fratino (Charadrius alexandrinus), piccolo uccello limicolo, protetto da convenzioni internazionali e direttive europee, con una popolazione purtroppo in forte decremento in Italia.
Visto l’elevato valore conservazionistico di queste specie l’Associazione ambientalista ha chiesto all’Amministrazione Comunale di assicurare una tutela delle aree segnalate al fine di preservare gli habitat e le specie da disturbo o danneggiamenti che potrebbero compromettere i naturali cicli biologici.
Il WWF propone di realizzare una vera e propria “Spiaggia del Fratino e del Giglio di Mare”: con una spesa minima, attraverso una semplice delimitazione fatta con pali di legno ed una corda, si può creare un’area sulla spiaggia che, anche grazie a qualche pannello didattico, consentirebbe di proteggere gli habitat naturali e al tempo stesso attrarre visitatori.
“Siamo disponibili a collaborare con il Comune”, dichiarano Donatella Policreti e Fabiola Carusi del WWF Teramo. “Insieme all’Amministrazione possiamo conservare e valorizzare un piccolo tratto di spiaggia che conserva specie di alto valore naturalistico. Già da tanti anni in altri comuni costieri, primo fra tutti quello di Pineto, insieme ad altri soggetti come la Stazione Ornitologica Abruzzese e l’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano, abbiamo segnalato e contribuito a proteggere habitat interessati dalla presenza del Fratino. La creazione di queste piccole aree naturali, peraltro, diversifica e potenzia l’offerta turistica e può diventare anche un’opportunità per fare visite guidate per i turisti ed educazione ambientale con le scuole”.

17.12.14

L'Oasi dei Calanchi presenta i risultati dello studio sulla Gallina nera


Le manipolazioni dell’uomo sugli animali domestici, insieme alle mutazioni naturali hanno progressivamente dato origine a un numero enorme di razze locali. Ogni razza viene selezionata dall’uomo per uno scopo specifico, quasi sempre legato al livello di produttività. Questa pratica ha fatto sì che le razze cosmopolite, altamente produttive, abbiano preso il posto di quelle locali, a discapito della varietà genetica e con una grave perdita di biodiversità.
Con queste premesse l’Oasi WWF Calanchi di Atri presenterà il prossimo 19 dicembre, alle ore 17, presso la sala consiliare del Comune di Atri, i risultati del progetto di recupero della Gallina nera atriana che si colloca all’interno del più ampio progetto “Culture e colture nella Riserva dei Calanchi”, ripreso negli ultimi anni da Adriano De Ascentiis, direttore della riserva. Il progetto è mosso da una duplice motivazione: biologico-ambientale, perché è volto al recupero della biodiversità agricola, storico-archeologica perché contribuisce ad ulteriori scoperte ed approfondimenti sulle origini del nome della nostra Atri. Numerosi, infatti, sono gli scritti di autori greci e latini sulla gallina atriana. Ad esempio, Crisippo intorno al III secolo a.C., scriveva che le galline hadrianae sono “di piccola taglia” e con le medesime sembianze le descrivevano Aristotele e l’Efesino. Di questa razza parla anche Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia (X, 146) tessendone le lodi per la fecondità. Anche le storiche monete romane di Atri, risalenti al periodo compreso tra il IV ed il VI secolo a. C., ritraggono un gallo.
Dato il forte legame con il territorio di questa specie, la direzione dell’Oasi dal 2006, in collaborazione con quelle che oggi sono le “10 famiglie custodi”, ha intrapreso il recupero della razza dal punto di vista fenotipico, selezionando le galline che, dalle fonti storiche, dovevano avere le seguenti caratteristiche: «corporatura minuta, ma depongono tutti i giorni, tuttavia diventano aggressive, […], hanno una colorazione variegata […]» (Aristotele).
Quando nel 2013 le famiglie custodi sono riuscite a raggiungere un numero sufficiente di esemplari (ad oggi se ne contano circa 120), l’Università degli Studi di Teramo ne ha intrapreso lo studio genetico. Obiettivo della ricerca è stato verificare se la popolazione in questione possa rappresentare un reale gruppo di animali annoverabili alla Gallina nera Atriana, e quindi di notevole importanza per attività di studio e recupero delle risorse genetiche locali. A tale scopo è stato redatto un registro della consistenza e distribuzione della Gallina Atriana sul territorio Abruzzese, da cui si è ricavata la caratterizzazione genetica su un campione di 30 soggetti appartenenti al genotipo.
La Gallina nera ha dato vita anche ad un progetto di educazione ambientale: “Gallina Nera atriana, in un uovo il Territorio”, che gli operatori del Centro di Educazione all’Ambiente “Calanchi di Atri” stanno presentando agli studenti dell’Istituto Comprensivo di Atri, in concorso per il Progetto Scuola EXPO 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita. Scambi ed esperienze sui temi dell’alimentazione”.

11.12.14

Votate il WWF Abruzzo al Premio "Personaggio Ambiente 2014"

 
C'è anche il WWF Abruzzo tra i candidati alla vittoria finale del premio "Personaggio Ambiente" 2014.
Vi invitiamo a votarlo al sito del premio: http://www.personaggioambiente.it/.
La nostra rappresentanza regionale è stata nominata per il fondamentale e incessante lavoro di denuncia sulla vicenda del disastro ambientale di Bussi sul Tirino (PE), dove negli anni scorsi fu scoperta dal Corpo Forestale una discarica abusiva di rifiuti tossici frutto di anni e anni di occultamenti illegali degli scarti delle lavorazioni industriali dell'area.
La conferma, dati alla mano, della correlazione tra la discarica e la contaminazione delle acque è arrivata grazie al WWF: i dati pubblicati nel 2013 sul livello di contaminazione dei terreni e delle falde, furono ottenuti grazie ad un capillare lavoro di accesso agli atti da parte dei volontari del WWF Abruzzo. Oggi l'Associazione è presente come parte civile al processo che si svolge in Corte d'Assise a Chieti.
Il Delegato WWF Abruzzo, Luciano Di Tizio, ha così commentato la notizia: "Al di là dell'esito finale della votazione, tra tanti personaggi ed istituzioni meritori, è per il WWF Abruzzo comunque una soddisfazione trovarsi tra i "papabili" del premio Personaggio Ambiente 2014 ed è importante che questa candidatura sia legata al lavoro svolto per la discarica di Bussi. Il WWF fu il primo, nel 2007, a rendere pubblico l'avvelenamento delle acque destinate al consumo umano consentendo così a centinaia di migliaia di persone di essere consapevoli di quel che stava accadendo. Anche per la nostra pressione i pozzi contaminati vennero chiusi e se ne scavarono altri, a monte delle discariche, che da allora servono ai cittadini acqua di nuovo di buona qualità. Siamo parte civile nei processi in corso tesi a stabilire eventuali responsabilità per quegli episodi. Il "caso Bussi" ci coinvolge insomma pienamente da molti anni e "consuma" le energie dei nostri volontari. La candidatura ci fa sentire ancora di più l'appoggio dell'opinione pubblica e ci spinge a lavorare con rinnovata convinzione nell'interesse dei cittadini e dell'ambiente".
Il WWF può continuare ad essere incisivo nelle azioni di denuncia sul territorio, per la difesa della salute e dell'ambiente, solo con il sostegno di tutti.
Si potrà votare fino alle ore 19 del 21 dicembre.

10.12.14

A Pescara, un incontro per l'Orso

 
Venerdì 12 dicembre, alle ore 17:30, a Pescara, presso la sala consiliare della Provincia di piazza Italia n. 30, WWF e CARSA Edizioni presentano il libro fotografico “Orso Marsicano” di Alberto Cambone & Roberto Isotti.
Gli Autori illustreranno il grandissimo lavoro che ha consentito la realizzazione di questo splendido volume di CARSA Edizioni.
Decine di spedizioni, migliaia di ore di preparazione, studio e appostamenti, decine di migliaia di scatti fotografici: sono questi solo alcuni dei numeri che hanno permesso la creazione del primo libro fotografico interamente dedicato all’Orso marsicano.
La pubblicazione, frutto di 15 anni di lavoro, nasce dalla grande passione che ha guidato i due fotografi in questa straordinaria avventura alla scoperta di una specie simbolo della biodiversità italiana ed europea.
La presentazione, alla quale parteciperanno anche Antonio Di Marco, Presidente della Provincia di Pescara, Dante Caserta, Consigliere nazionale WWF Italia, Massimiliano Rocco, Project Manager WWF Italia per il LIFE Arctos, e Giovanni Tavano, Amministratore Delegato CARSA Edizioni, sarà l’occasione per fare il punto sulla tutela dell’Orso Marsicano.
Si calcola che oggi restano in vita circa 50 Orsi marsicani costantemente a rischio estinzione a causa del bracconaggio e della riduzione del loro habitat naturale.
L’iniziativa si inquadra nella campagna “Crimini di Natura” (http://criminidinatura.wwf.it/) promossa dal WWF Italia per la tutela delle specie a rischio. Bracconaggio, traffico illegale di specie, deforestazione, pesca illegale sono un business da 213 miliardi di dollari che alimenta il traffico di droga e di armi, il terrorismo e le guerre che affliggono tanti Paesi in via di sviluppo in Asia e in Africa. Sono questi i crimini di Natura: sanguinose rapine che sottraggono al nostro Pianeta enormi risorse naturali ed economiche su cui fondare un futuro migliore.

Precisazioni su Premio Attila

In riferimento alla notizia riportata da alcune testate giornalistiche locali relativa al conferimento del “premio Attila” al Sindaco di Roseto degli Abruzzi, si precisa che né la delegazione Regionale, né il WWF Teramo hanno mai discusso né tantomeno assegnato il premio in questione. 
Il “premio Attila” è un riconoscimento negativo ideato dal WWF, che per l’Abruzzo viene attribuito dalla Delegazione della nostra Associazione con grande attenzione, ma non necessariamente tutti gli anni. L’eventuale assegnazione viene ampiamente discussa negli opportuni direttivi, spesso con il coinvolgimento dei soci e dei cittadini, e decisa dopo aver operato una scelta tra diversi possibili candidati che nel corso dell’anno si siano distinti per azioni contro l’ambiente.
Da un’attenta analisi degli articoli pubblicati si desume che in questa occasione si è trattata di una iniziativa di Italia Nostra alla quale il WWF è del tutto estraneo. Nei testi diffusi, peraltro, a volte è citato il WWF, in altri casi solo Italia Nostra.
Il WWF come corretta consuetudine usa inviare i propri comunicati stampa su carta intestata e soprattutto li firma.
Si precisa pertanto che il WWF quest’anno non ha inteso attribuire il “Premio Attila” né al Sindaco di Roseto degli Abruzzi, né a nessun altro.
Ciò non toglie, in ogni caso, che l’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi non brilli per i modi in cui affronta le tematiche ambientali, a partire dalle infelici scelte sulla Riserva naturale del Borsacchio che l’Amministrazione Pavone ha prima tagliato e poi abbandonato. Ed anche la gestione dei rifiuti spiaggiati lungo il litorale in località Cologna Spiaggia è stata veramente vergognosa con il volontariato che è stato costretto a intervenire per sopperire alle evidenti carenze della manutenzione pubblica. E si potrebbero citare anche altre situazioni che vedono il Comune molto lontano da una corretta gestione del territorio.
Ricordiamo ai giornalisti che il WWF, come già precisato, firma sempre i comunicati che lo riguardano e invitiamo le altre Associazioni a non coinvolgere il WWF senza essere autorizzate.

3.12.14

5 dicembre, Giornata del Volontariato: il WWF la dedica alle proprie guardie


Il WWF Italia dedica il prossimo 5 dicembre, Giornata Internazionale del Volontariato indetta più di 25 anni fa dall’ONU, alle oltre 300 Guardie Volontarie che operano in tutta Italia per combattere ogni forma di illegalità ambientale e di “Crimini contro la natura” che minacciano, impoveriscono e distruggono la biodiversità.
L’impegno dei “Rangers del Panda” è un contributo fondamentale per la campagna “Crimini di Natura” lanciata dal WWF lo scorso ottobre: il fenomeno dell’illegalità ambientale in Italia registra in media ogni 43 minuti un reato ai danni dell’ambiente: dall’uccisione di specie protette al commercio illegale di fauna e flora tutelate da leggi internazionali fino alla pesca illegale. L’impegno dei volontari del WWF, ad iniziare dalle “Guardie”, assume particolare importanza per la collettività dato che siamo un Paese ad alto tasso di illegalità e criminalità ambientale e con gravi carenze normative e di impegno pubblico, nonostante abbiamo il primato europeo di “ricchezza di biodiversità”.
Il WWF ha voluto scegliere le proprie Guardie come simbolo di tutti coloro che nell’associazionismo offrono il proprio tempo ed il proprio impegno, in maniera del tutto gratuita e volontaria, con l’unico scopo di contribuire alla tutela dei beni comuni. Gli oltre 4 milioni e 700mila “cittadini esemplari”, come riporta l’ultimo censimento Istat 2013 sul numero di volontari nelle istituzioni no-profit, sono una realtà preziosa ed insostituibile: i volontari, con diverse formule e diversi livelli di impegno, svolgono un ruolo fondamentale testimoniando in prima persona valori fondanti e sempre più rari come l’altruismo e la cittadinanza sociale, costruendo ogni giorno silenziosamente una società più vivibile e sopperendo spesso alle pesanti carenze delle Pubbliche Amministrazioni in tutti campi, compreso quello della tutela dell’ambiente e della salute.
L’impegno volontario è uno dei valori fondanti del WWF Italia: sono circa 1500 i volontari in Italia che sostengono l’associazione in tutti gli ambiti di attività, dalle azioni sul campo, alla relazione con le istituzioni per la tutela del territorio, alla testimonianza dei valori e degli obiettivi del WWF. 
“Tra i nostri volontari un compito speciale viene svolto dalle Guardie Volontarie del WWF: donne ed uomini appassionati, competenti e coraggiosi che non si fermano davanti a nessun ostacolo, uniti tra loro dalla passione per la natura, per il rispetto della legalità e dall’impegno civile. Queste persone, sentendo l’urgenza di fare qualcosa di concreto, si impegnano personalmente per combattere una continua battaglia di civiltà”, ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia. “Grazie a loro vengono salvati da ogni genere di crimine luoghi, animali, diritti delle persone e, soprattutto, vengono difesi i diritti di chi non ha voce e possibilità di difendersi: la Natura, gli animali, le piante. A queste sentinelle sempre attive, il WWF vuole dedicare la prossima Giornata Internazionale che l’Onu dedica ai milioni di persone che in tutto il mondo impegnano il proprio tempo e le proprie capacità per affrontare le sfide globali. I “rangers del Panda” sono i testimoni di un modo di vivere l’Associazione che ci piacerebbe potesse contaminare quanti più cittadini possibili”.
Le Guardie Volontarie del WWF sono particolarmente attive nelle aree più ‘calde’ del bracconaggio. Il WWF ha censito circa 30 “aree trappola“ per orsi, lupi, grifoni, rapaci, soprattutto lanari e Aquile del Bonelli, e molti altri uccelli migratori e piccoli passeriformi, ma anche delfini e tartarughe. I bracconieri sparano, catturano ed uccidono con lacci, tagliole, richiami elettronici, veleni, usano reti da pesca proibite, dal nord al sud del Paese, dalle Valli bresciane al Delta del Po, dall’Appenino ligure a quello tosco-emiliano, dalla Maremma alle isole pontine, nella Provincia di Salerno e la baia Domizia, per poi scendere fino al Pollino, all’area di Crotone, in Aspromonte e nella Sicilia centrale.

IDENTIKIT DELLE GUARDIE WWF
Le Guardie WWF operano in materia di vigilanza sull’esercizio venatorio, sulla tutela dell’ambiente e della fauna selvatica: si tratta di veri e propri Pubblici Ufficiali, del tutto disarmati e divenuti Guardie dopo almeno 1 anno di attivismo nell’Associazione e specifici corsi di preparazione con superamento di esami. Le uniche armi sono radio, trasmittenti, binocoli, macchine fotografiche, carta e penna, computer e cellulari e, soprattutto, l’amore per la natura e per il rispetto delle leggi. Il WWF può contare sull’operato di oltre 300 Guardie Volontarie, distribuite sul territorio nazionale con 50 nuclei attivi, dalle valli bresciane allo Stretto di Messina. Ogni anno sono oltre 55mila le ore dedicate complessivamente alla difesa dell’ambiente, con migliaia di accertamenti di violazioni ambientali e centinaia di mezzi illeciti di caccia recuperati in oltre 20 anni di attività volontaria. Spesso la loro azione si completa tramite la collaborazione con le Forze dell’ordine sul territorio, dal Corpo Forestale dello Stato ai Carabinieri, che intervengono in azioni particolarmente delicate e pericolose.
Le Guardie WWF perseguono tutti i tipi di reati che si compiono in Italia in danno dell’ambiente e della salute: dall’uccisione di specie protette, al mancato rispetto delle norme venatorie, dagli abusi edilizi all’abbandono di rifiuti, dal maltrattamento degli animali al commercio illegale di fauna e flora, dall’inquinamento di fiumi e mari, alla pesca illegale, dalle attività industriali inquinanti, agli scarichi abusivi, agli incendi boschivi. Come testimoniato da uno di loro si tratta di “300 generosi volontari contro un esercito di cementificatori, sparatori e inquinatori, spesso coperti da chi, invece di vigilare, si gira dall’altra parte. Ma la nostra attività di Guardie ci fa recuperare la dignità di sentirsi cittadini di questo Paese”.

PER SOSTENERE LA CAMPAGNA "CRIMINI DI NATURA" IL WWF CHIEDE IL SOSTEGNO DI TUTTI.
L’invito è quello di aiutare le centinaia di Ranger, Guardie e volontari del WWF, attivi in Italia e nel mondo, per dotarle di attrezzature tecnologiche, medicine, fuoristrada, gps, camera-traps, binocoli, radiotrasmittenti e altri equipaggiamenti indispensabili a monitorare il territorio per sorprendere bracconieri e trafficanti.
Sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione libera, diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione “Sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche”.
Per sostenere la Campagna è attivo anche il NUMERO VERDE 800.990099.
Per diventare volontario del WWF: http://www.wwf.it/tu_puoi/volontariato/
Per maggiori informazioni e storie sulle attività delle Guardie del WWF Italia e su come diventare guardie volontarie: http://criminidinatura.wwf.it/cosa-facciamo/in-italia.php oppure
http://www.wwf.it/tu_puoi/volontariato/guardie_wwf/
Dossier del WWF Italia “Guardie e ladri di natura. Viaggio nell’Italia che difende i beni comuni”: http://awsassets.wwfit.panda.org/downloads/dossierwwf_guardie_20dicembre12_completo.pdf

Giovedì 4 dicembre: a Civitella del Tronto si parla di tutela ambientale


Giovedì 4 dicembre, dalle ore 20:30 a Civitella del Tronto (TE) presso la sala polifunzionale in Largo Rosati, si terrà l'incontro pubblico "La tutela ambientale: una risorsa".
All'incontro, organizzato dai gruppi consiliari di Partito Democratico, Sinistra, Ecologia e Libertà, ed Abruzzo Futuro, prenderanno parte: Mario Mazzocca, Assessore regionale Ambiente, Dino Pepe, Assessore regionale Agricoltura, Renzo Di Sabatino, Presidente Provincia di Teramo, Mauro Di Dalmazio, Consigliere regionale, Sandro Mariani, Consigliere regionale, Giuseppe Di Marco, Presidente Legambiente Abruzzo, Dante Caserta, Consigliere Nazionale WWF Italia. 

1.12.14

Presentazione libro fotografico "Orso Marsicano"

SAVE THE DATE

Venerdì 12 dicembre ore 17:30
Sala consiliare della Provincia in piazza Italia n. 30 a Pescara

WWF e Carsa Edizioni presentano
il libro fotografico “Orso Marsicano” (Carsa Editore)
di Alberto Cambone e Roberto Isotti.