7.5.12

Lontra, star dei video!


Un eccezionale video con protagonista la rarissima Lontra raccolto con una “foto-trappola” a infrarossi, sul fiume Aventino, affluente del Sangro in Abruzzo, è stato presentato dal WWF e dalle ricercatrici delle Università del Molise e di Roma 3, impegnate in uno studio sulla presenza di questa specie nel bacino del Sangro-Aventino.
La ricerca è partita nel 2010 dopo che un precedente studio del 2007, finanziato dall'Oasi del WWF delle Cascate del Rio Verde, posta proprio lungo il Sangro, aveva permesso di accertare il ritorno nell’area di questa rarissima specie-simbolo dei fiumi, fino a quell’anno ritenuta estinta in Abruzzo e di cui restano in Italia appena 320-350 esemplari difficilissimi da osservare. Oggi le indagini genetiche sul DNA estratto dagli escrementi (inaspettatamente profumati), e l’utilizzo della tecnologia delle video-camere nascoste a infrarossi, hanno permesso di accertare la presenza di almeno 6 lontre nel bacino Sangro-Aventino, che risulta frequentato dalla specie dall’area a valle della diga di Barrea nel Parco nazionale d’Abruzzo fin quasi alla foce del Sangro, passando per le due Oasi del WWF delle Cascate del Rio Verde e di Serranella (entrambe in provincia di Chieti). Un’ottima notizia, che arriva proprio nel mese delle Oasi WWF, quest’anno dedicato alla tutela delle coste, foci dei fiumi comprese, e che il 20 maggio aprirà gratuitamente al pubblico le oltre 100 aree naturali protette dall’Associazione in tutta Italia, tra cui - in Abruzzo, Campania e Basilicata – anche le Oasi in cui la lontra trova un rifugio sicuro. E' un motivo in più per rafforzare la richiesta di tutela di questo bellissimo animale, che deve garantire la sua rete ecologica dalle oasi montane fino al mare.
Ecco le voci delle ricercatrici che hanno fatto l’eccezionale scoperta e del WWF che partecipa al progetto di tutela:
Dichiara Laura Lerone, dottoranda dell'Università Roma 3 e autrice del video: “La mia ricerca consiste nel monitorare costantemente alcuni punti di campionamento posti lungo il fiume. La Lontra marca tipicamente il proprio territorio lasciando i propri escrementi sui massi più grandi o su quelli in posizione preminente, anche presso elementi artificiali che possono fungere da punto di riferimento come i ponti. Gli escrementi, detti spraint, sono, a dispetto del pensiero comune, profumati e presentano un odore estremamente particolare e caratteristico. Questi non solo rappresentano segnali utilissimi per accertare la presenza della specie ma possono essere usati per realizzare stime di popolazione visto che le moderne tecniche di analisi genetica consentono di estrarre DNA che può essere analizzato fino a riconoscere il profilo genetico di ogni singolo individuo. Su circa 250 campioni analizzati presso l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca dell'Ambiente il 35% ha permesso di ottenere DNA sufficiente per identificare l'individuo: possiamo così dire con certezza che nel bacino del Sangro-Aventino vi sono attualmente almeno 6 individui. Uno di questi, un maschio, si è spostato di almeno 10 km lungo l'asta fluviale in una sola notte. Possiamo dirlo perché abbiamo trovato la sua traccia genetica negli escrementi lasciati nella stessa notte in due punti diversi del fiume. Il bacino del Sangro-Aventino è risultato frequentato dalla Lontra dai piedi della Diga di Barrea nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise fin quasi alla foce, passando per le due Oasi del WWF delle Cascate del Rio Verde e dell'Oasi di Serranella. Anche l'affluente Aventino vede la presenza della Lontra come mostrato dal video registrato proprio lungo questo affluente”.
Dichiara Anna Loy, docente di zoologia all'Università del Molise: “La Lontra è presente in Italia con circa 320-350 esemplari con una popolazione ristretta in due nuclei, quello dei bacini fluviali abruzzesi e molisani con circa 60 individui e quello dei bacini di Campania, Basilicata, Puglia e Calabria con circa 260 individui. E' una specie particolarmente protetta a livello europeo ed è una tipica specie ombrello e bandiera. Ombrello perché se tuteliamo la Lontra conserviamo anche le altre specie che vivono nei corsi d'acqua. Bandiera perché è il simbolo più accattivante dei nostri fiumi rendendo possibile l'avvio di campagne di sensibilizzazione della popolazione alla difesa dell'ambiente. Dopo il ritrovamento che abbiamo fatto nel 2007 il Fiume Sangro è stato subito inserito nell'Action Plan nazionale del Ministero dell'Ambiente su questa specie, essendo un'area strategica rappresentando il limite di distribuzione settentrionale della Lontra lungo la costa adriatica. Inoltre è un bacino importante con affluenti ricchi di acque, come il Fiume Aventino che possono consentire l'insediamento di diversi territori. Ogni Lontra ha bisogno di vasti tratti fluviali, spesso di decine di chilometri, ricchi di prede come anfibi e pesci, visto che si nutre esclusivamente di animali acquatici. L'aspetto fondamentale per garantire la possibilità di riprodursi è la presenza della vegetazione ripariale, visto che la Lontra come tana utilizza cavità lungo le sponde formate da grandi alberi. Ad esempio, i tratti di sponda artificiali e quelli in cui vi sia una forte escursione nel livello delle acque, come avviene nei bacini artificiali, anche se pescosi, rendono impossibile la riproduzione”.
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF: “Questa ricerca testimonia l'importanza delle Oasi del WWF e delle altre aree protette diffuse sul territorio italiano, istituzioni che tutelano l'ambiente e che sono promotrici di conoscenza del territorio e della sua biodiversità. L'ambiente cambia ed è necessario attuare programmi di monitoraggio costanti visto che fino al 2007, anno della ricerca promossa dall'Oasi WWF Cascate del Rio Verde di Borrello (CH), la Lontra si riteneva estinta in Abruzzo. Questa informazione è di fondamentale importanza per la corretta gestione del territorio, visto che proprio il fiume Aventino, dove è stato girato il video, è a rischio di una captazione a scopi idroelettrici che lo ridurrebbe ad un rigagnolo per chilometri. Il WWF in extremis, con una segnalazione al Ministero dell'Ambiente, ha bloccato l'opera che aveva ricevuto inopinatamente tutte le autorizzazioni. Questo video e i segni di presenza riscontrati in diversi punti di questo corso d'acqua, sia a monte che a valle del lago di Casoli, confermano tutti i dubbi che avevamo. Dopo tante alterazioni che questi fiumi hanno subito finora bisogna garantire la possibilità di espansione in Italia di questa specie conservando i pochi tratti di fiume integri e garantendo la rinaturalizzazione delle sponde. Il Fiume Sangro, anche grazie alle due oasi del WWF – la già ricordata e spettacolare Cascata del Rio Verde, la più alta dell'Appennino, e l'oasi di Serranella che compie quest'anno 25 anni di vita – è potenzialmente idoneo per questa specie fino alla foce che è tutelata dalla Riserva Naturale della Lecceta di Torino di Sangro.  E', quindi, uno dei pochissimi casi nella fascia adriatica dove un fiume può ancora mantenere una certa naturalità dalle montagne fino alla foce, nonostante gli attacchi subiti, come la costruzione di una darsena a poca distanza dalla foce su cui peraltro vi è stata la condanna dell'Unione Europea su denuncia del WWF. A scala nazionale per la Lontra è fondamentale applicare il Piano d'Azione nazionale ripristinando gli ambienti in grado di sostenere popolazioni vitali, come esempio il ripristino degli ambienti allagati alla foce del fiume Sinni nell’oasi di Policoro, in Basilicata, e fermando interventi infrastrutturali e di eccessiva captazione delle acque che pone a rischio quegli assi fluviali e quegli ecosistemi fluviali prioritari per la specie. L'azione del WWF e in particolare la giornata delle Oasi 2012 del prossimo 20 maggio in cui si chiede agli italiani di contribuire alla tutela di tre preziose oasi costiere, è volta proprio a dimostrare che si deve ricomporre un paesaggio frammentato, a partire dalle aree costiere che sono tra le più danneggiate dall'azione dell'uomo”.
Non a caso proprio le foci dei fiumi sono tra le tre tipologie di zone costiere, più fragili e preziose, scelte come simbolo della nuova campagna WWF “Un mare di Oasi per te” avviata in vista della Festa delle Oasi il 20 maggio, dedicata alla tutela delle coste, “profilo fragile dell’Italia”, che quest’anno vuole coinvolgere gli italiani per proteggere tre preziose aree costiere in Sardegna, Puglia e nel Delta veneto del Po. Tutti possono contribuire inviando un sms di 2 euro al 45503 o presso agenzie e sportelli automatici UniCredit in tutta Italia (dettagli in coda e su www.wwf.it)
E il 20 maggio, insieme alle oltre 100 oasi su tutto il territorio nazionale, sarà possibile visitare anche le Oasi WWF dove la lontra è presente e tutelata: in Abruzzo l’Oasi Cascate del Rio Verde (Borrello, CH), l’Oasi del Lago di Serranella (comuni di Casoli, S. Eusanio del Sangro e Altino, CH) e l’Oasi Lago di Penne, dove è presente il Centro Lontra per la riproduzione della specie in cattività; in Campania l’Oasi di Serre Persano (SA) e l’Oasi di Conza (AV); in BASILICATA: l’Oasi di Policoro (MT), Oasi di San Giuliano (MT).