15.5.12

Il Borsacchio sotto assedio

Riportiamo integralmente una lettera pubblicata oggi su Il Centro.

Lettera aperta al Presidente della Regione Chiodi.
In una intervista apparsa su questo giornale, il capogruppo consiliare della Sua maggioranza in Regione, Venturoni, ha spiegato le ragioni del provvedimento di riperimetrazione della riserva del Borsacchio. Senza molti giri di parole, alle accuse mosse al provvedimento, di favorire la speculazione edilizia e la cementificazione dell’area, il nostro ha sentenziato testualmente che “questa operazione permetterà, dopo sette anni di immobilismo, di effettuare... interventi edilizi..” (sic!). Non Le sfuggirà che in questa risposta c’è un che di assurdo. È come dire: non per soldi ma per denaro. E ancora: “La crisi ci impone di pensare ai nostri figli e a costruire qualcosa, piuttosto che difendere ciecamente una Riserva inutile”. Forse non ci sarebbe bisogno di commenti. La prima dichiarazione è la conferma spudorata, se mai ce ne fosse stato bisogno, del motivo dell’“operazione”. La seconda, lascia basiti. Non vogliamo pensare che sia solo protervia o ignoranza. Anzi, vogliamo ipotizzare che il consigliere Venturoni sia in buona fede e convinto di quel che dice. Ma proprio questo, signor Presidente, lungi dal consolarci, aumenta ancor più lo sgomento e l’inquietudine. Pensare che si possano giustificare decisioni di questo genere, per il bene e “il futuro” dei nostri figli e delle prossime generazioni, può gettare nella disperazione anche le menti più forti. In queste due grottesche dichiarazioni, c’è tutta la “cultura” di una classe politica che ha portato il mondo sull’orlo della catastrofe.
Quest’uomo, già inquisito per reati ambientali, concreto e lungimirante, ci dice saggiamente che è meglio lasciare ai nostri figli, o forse ai suoi, un appartamento o un’area edificabile, strappata all’ultimo lembo di litorale, piuttosto che un mondo ancora vivibile, salvaguardando l’aria, gli alberi o le chiari fresche e dolci acque, che ritiene forse, fisime da poeti.
In un mondo distrutto da speculazione, sfruttamento selvaggio di ogni risorsa naturale, inquinamento, stravolgimenti ambientali e climatici che stanno cambiando la nostra vita, rendendo insicuro il futuro, abbiamo qualcuno, come il Suo capogruppo che bada al sodo e definisce una Riserva naturale: “inutile”. Vogliamo sperare che Lei, signor Presidente, non sia dello stesso avviso, che senta il dovere di smentire il Suo consigliere e voglia rassicurare gli abruzzesi che, il lascito che vuol fare alle prossime generazioni, non siano aree edificabili e ancor più cemento presso le foci dei fiumi o entro le ultime oasi verdi. Vogliamo sperare che anche Lei abbia coscienza che il tempo in cui la relazione con la Terra era strettamente economica ed implicava privilegi senza obblighi è finito. Ma soprattutto, vogliamo ardentemente sperare che qualcuno impedisca al consigliere Venturoni di occuparsi del futuro dei nostri figli.
Mario Frattarelli, Controguerra