7.2.12

La buona amministrazione e le "capanze"

Tutti noi sappiamo che i pubblici uffici devono essere organizzati in modo da assicurare, oltre al buon andamento, anche l’imparzialità dell’Amministrazione. Lo dispone l’articolo 97 della Costituzione che riflette, in proposito, il fondamentale principio di uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, dichiarato dall’articolo 3 della stessa Carta Costituzionale.
La “capanza”, invece, vocabolo dialettale, è quella scelta fatta applicando criteri diversi per casi uguali o analoghi.
È noto a tutti che “capanze” e buona amministrazione sono, tra loro, profondamente incompatibili.
Quel drappello di Consiglieri comunali di Roseto degli Abruzzi che, col Sindaco in testa, ha proposto al Legislatore Regionale di ritagliare fuori dalla Riserva Naturale del Borsacchio, con linea a zig zag, qualche proprietario, per mettercene dentro qualcun altro, quasi fosse una negoziazione o un baratto, ha certamente fatto, forse anche inconsapevolmente, una grave e pericolosa “capanza”.
In difesa dell’insensata proposta di riperimetrazione, si è levata qualche voce per dire che la cosa era stata promessa in campagna elettorale.
Non è però così. Perché il programma elettorale della coalizione vittoriosa, a pagina 21, prometteva, alla voce Ambiente, l’impegno di farsi promotori di una “rivisitazione” della legge istitutiva della Riserva del Borsacchio, per renderla più rispondente alle esigenze “del territorio”.
Non si parlava certamente di riperimetrazione.
Sorgono allora spontanee due domande: rivisitare è sinonimo di riperimetrare? E le esigenze del territorio sono forse quelle di qualche noto costruttore e speculatore locale?
È arcinoto ormai che la stragrande maggioranza della popolazione, locale e regionale, non vuole le riperimetrazioni, mentre è fortemente angosciata e spaventata dai rischi di trivellazione e di petrolizzazione in mare e terraferma, per i devastanti effetti che produrrebbero sulla salute, sul turismo, sull’agricoltura, sulla pesca, sull’ambiente e sulla convivenza sociale.
Noi abbiamo conferito ai nostri Amministratori un mandato del cui adempimento essi debbono occuparsi. Le loro scelte amministrative siano costantemente guidate dai bisogni e dal perseguimento del benessere dell’intera Collettività e non da desideri e richieste inconfessabili di qualcuno.
Se così non fosse, il mandato elettorale risulterebbe tradito, essendo fondamentale dovere del mandatario quello di dare esecuzione al mandato con la diligenza del buon padre di famiglia e senza eccederne i limiti.
Ed ora speriamo che il Legislatore Regionale voglia disattendere le proposte che gli sono state improvvidamente presentate, per la semplice ragione che esse sono antitetiche con gli interessi, la volontà ed il benessere della Popolazione… oltre che col programma elettorale che la Cittadinanza ha deciso di votare!