9.1.12

Passerella ciclabile sul ponte della Strada Statale 16

Il clamore mediatico che ha accompagnato l'inaugurazione del ponte sulla Statale 16, che collega le Marche con l'Abruzzo scavalcando il fiume Tronto, è stato amplificato anche dalla realizzazione, sul ponte stesso, di una corsia ciclabile.
Tale opera era stata apprezzata dal popolo dei ciclisti, che vedevano la possibilità di un collegamento ciclabile continuo tra i percorsi ciclopedonali costieri (il famoso corridoio verde adriatico) che avevano un'importante interruzione proprio nel fiume Tronto. Era stato, però, evidenziato come un'opera del genere fosse inutile senza i necessari collegamenti ciclabili sulle sponde del fiume per consentire ai ciclisti di raggiungere il ponte senza rischiare la vita per percorrere la trafficatissima statale.
Tale pericolosità, evidentemente, è stata rilevata anche dai gestori della strada visto che, dal giorno dell'inaugurazione, la corsia ciclabile è sbarrata ed è impossibile percorrerla. La stessa pista risulta priva di segnaletica orizzontale e verticale e presenta più di un pericolo per i ciclisti, sia sulla pavimentazione (ostacoli sul percorso) che sul parapetto (dove sono presenti elementi in ferro sporgenti).
Occorre progettare e realizzare in maniera integrata i percorsi ciclabili, creando delle reti continue che colleghino percorsi turistici e punti di attrazione urbana, permettendo al ciclista di viaggiare in sicurezza spostandosi sia all'interno della città che fuori.
Purtroppo, quando le Amministrazioni si ricordano di applicare la normativa vigente (che impone, in caso di realizzazione o manutenzione straordinaria di opere stradali, di realizzare a fianco delle stesse piste ciclabili) lo fanno in modo estemporaneo, senza alcun collegamento con opere esistenti.
Altro caso emblematico è la rotatoria, sempre sulla statale 16, tra Tortoreto e Giulianova, dove la corsia ciclopedonale presenta addirittura dei gradini di accesso e non è collegata con i percorsi ciclabili della costa. Per non parlare del nuovo ponte sul Saline, progettato dalla Provincia di Teramo, dove due marciapiedi larghi 2 metri dovrebbero fungere da pista ciclabile e pedonale (ed è stato presentato come il completamento del percorso ciclistico costiero tra Provincia di Teramo e di Pescara): peccato che l'opera sia posizionata nel "nulla" e non colleghi percorsi ciclabili (tutti ubicati più a valle, in prossimità del lungomare).
E così accade che opere ampiamente pubblicizzate come "amiche della bicicletta" si rivelino, in realtà, inutili e rimangano chiuse per anni senza che nessun Ente si preoccupi di portare avanti una seria politica di incentivazione della mobilità ciclistica: una politica che sarebbe estremamente utile per promuovere l'uso della bicicletta per gli spostamenti urbani e per il turismo.
Diversi sono i km di percorsi ciclabili realizzati nella nostra Provincia (le piste costiere, i percorsi all'interno di città come Sant'Egidio alla Vibrata, i percorsi cicloturistici di Sant'Omero, ecc.), ma occorre fare sistema e realizzare una rete di percorsi ed attuare politiche per la ciclabilità urbana ed extraurbana.
Da anni giace in Regione un progetto di legge che potrebbe, da solo, dare l'impulso alla mobilità ciclistica con costi minimi, ma con vantaggi enormi. Si pensi, in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo (con costi altissimi dei carburanti), come potrebbero diventare le nostre città se si aprissero all'uso della bicicletta per gli spostamenti quotidiani.
Inoltre il cicloturismo in Regioni come la Lombardia o la Puglia muove milioni di euro favorendo la rinascita di territori in crisi.
Lanciamo, quindi, un ennesimo appello a politici e amministratori: la bicicletta non è solo uno strumento estemporaneo per sportivi e amatori, ma è un mezzo di trasporto pulito, ecologico, economico e salutare. Occorre solo prenderne atto e attuare le azioni necessarie perchè anche il nostro territorio possa usufruirne.