22.8.11

Mare abruzzese a rischio nell’Italia colonizzata dai petrolieri

Non si fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo per un pericolo momentaneamente accantonato che subito arrivano nuove brutte notizie dal fronte petrolizzazione.
Il WWF Italia, insieme ad altre Associazioni ambientaliste, il 27 luglio scorso ha ottenuto dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio la sospensiva di un Decreto del Ministero dell’Ambiente del 29 marzo che dava parere positivo sulla compatibilità ambientale di un programma di ricerche petrolifere di fronte alla Isole Tremiti – e quindi anche davanti alla costa abruzzese – avanzato dalla Petroceltic, società petrolifera irlandese.
Appena il tempo di manifestare soddisfazione per l’obiettivo raggiunto dai nostri legali che subito, il 5 agosto scorso, ci si accorge che la società inglese Spectrum Geo LTD ha presentato altre 3 istanze per l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, inerenti l’attività di prospezione per la ricerca di idrocarburi in un’area di ben 45.000 Kmq dall’Emilia alle Puglie, passando ancora una volta per le Tremiti e quindi anche per il mare antistante la costa abruzzese.
Il WWF denuncia con forza questa scellerata corsa agli idrocarburi che continua nonostante questa grande crisi globale e gli inaccettabili costi ambientali che stiamo scaricando verso le generazioni future.
Oggi urgono politiche più attente ai territori ed alle potenzialità che questi possono esprimere. Abbiamo bisogno di puntare su fonti energetiche rinnovabili e dobbiamo realizzare progetti che sappiano guardare al futuro e che non costituiscano una minaccia o la colonizzazione dei territori stessi.
Il mare è una straordinaria risorsa naturale, indispensabile per la nostra stessa sopravvivenza. I mari e gli oceani regolano il clima, raccolgono e distribuiscono l’energia solare, assorbono anidride carbonica. Il 90% degli organismi viventi del Pianeta si trovano proprio in questi straordinari ecosistemi e contribuiscono in larga misura al nostro benessere economico e sociale.
Secondo la Direttiva 2008/56/CE del Parlamento Europeo del 17 giugno 2008, Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino, gli Stati membri dell’Unione Europea, attraverso una serie articolata in diverse fasi di azioni atte a stabilire gli obiettivi e gli indicatori ambientali, dovranno portare la condizione dei mari/oceani dell’Unione allo stato di buono entro il 2020. Un obiettivo difficilmente raggiungibile se si continuano ad autorizzare ricerche petrolifere in un mare piccolo, chiuso e poco profondo come il Mare Adriatico.
Il WWF auspica una nuova politica energetica da parte degli organismi nazionali ed un impegno comune di tutte le Istituzioni e le realtà locali per fermare queste nuove minacce per il mare abruzzese.