9.11.10

Alluvioni: le cause nella "malgestione" del territorio

La causa principale del diffuso dissesto idrogeologico è la quotidiana “malagestione” dei fiumi e dei versanti.
Le intense piogge di questi giorni non bastano infatti a giustificare il continuo stato di calamità naturale in cui si trova il nostro territorio.
Per risolvere il problema è necessario superare la logica emergenziale d’intervento e per questo il WWF ritiene fondamentale e urgente:
1) istituire le Autorità di distretto, come previsto dalle direttive europee (Direttive 2000/60/CE “Acque”, 2007/60/CE “Rischio alluvionale”), conferendo loro un ruolo vincolante per il coordinamento delle misure e degli interventi di difesa del suolo e di qualità delle acque a livello di bacino idrografico;
2) riferirsi al bacino idrografico – e non ai confini amministrativi delle Regioni – per qualsiasi programma di difesa del suolo, manutenzione del territorio e di tutela e gestione delle acque;
3) ripristinare i finanziamenti ordinari per la difesa del suolo drasticamente tagliati anche nell’ultima Legge finanziaria;
4) garantire l’interdisciplinarietà nella progettazione delle misure e degli interventi di difesa del suolo: la solo ingegneria idraulica, infatti, è totalmente insufficiente ed è necessario progettare anche con competenze di idrogeologia, ecologia, scienze forestali, pianificazione;
5) avviare un’azione diffusa di rinaturazione del territorio - come sta avvenendo nei più grandi bacini europei come la Loira, il Reno, il Danubio, la Drava - basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque in montagna (rimboschimenti, governo delle foreste sostenibile) e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura (ampliamento delle aree golenali, ripristino e ricostruzione zone umide…).
Queste cinque azioni se portate avanti in modo serio possono contribuire ridurre drasticamente il rischio idraulico in Italia.
I Comuni, infatti, continuano a costruire o a prevedere urbanizzazioni nelle naturali aree di esondazione dei fiumi togliendo lo spazio vitale alle acque. S’impermeabilizza il territorio e l’alveo dei corsi d’acqua viene ristretto e canalizzato, spesso, fin dalle sorgenti; la vegetazione ripariale, che difende le sponde dall’erosione e rallenta la furia delle acque, viene regolarmente tagliata; i boschi in montagna non sono governati, ma sono abbandonati o sfruttati all’eccesso, perdendo l’importante capacità di trattenere le acque nel terreno.