9.7.09

G8 L'Aquila: prima giornata

I leader del G8 hanno concordato di mantenere l'aumento delle temperature globali al di sotto dei 2 gradi dimostrando di essersi finalmente risvegliati dopo una lunga fase di negazione. Ma hanno completamente omesso di dire come intendono raggiungere l'obiettivo.
Senza una strategia chiara per la riduzione delle emissioni, questo impegno si aggiungerà alla lunga lista delle promesse non mantenute, dice il WWF. L’Associazione apprezza l'iniziativa dei leader, ma la mancanza di un accordo su obiettivi di riduzione delle emissioni di medio periodo, di chiari impegni finanziari e di una scadenza per il picco e declino delle emissioni potrebbe trasformare l'obiettivo dei 2 gradi in una dichiarazione vuota.
"Abbiamo alcune buone notizie oggi: i leader del mondo sono tornati con i piedi per terra. Gli diamo il benvenuto tra noi, ma ci domandiamo perché non abbiano detto come intendono mantenere le loro promesse", commenta Kim Carsensten, leader della Global Climate Initiative. "Cosa faranno tra oggi e il 2020? Se non elaborano un percorso per raggiungere l'obiettivo dichiarato, l'impegno si andrà ad aggiungere a una lunga lista di promesse non mantenute".
È necessario un ambizioso obiettivo di medio periodo da parte dei Paesi sviluppati per assicurare un'azione immediata, altrimenti gli impegni assunti dai Paesi verranno ridimensionati e rimandati a un futuro lontano e imprevedibile. Fino a oggi le dichiarazioni di riduzione delle emissioni da parte dei Paesi industrializzati non aggiungono nulla alle misure necessarie entro il 2020: il G8 ha perso l'opportunità di colmare il divario.
"Da questo e dai prossimi Summit capiremo se i Capi di Stato sono davvero coscienti che siamo di fronte alla più grande sfida che l'umanità abbia mai affrontato e saranno capaci di essere leader davvero, e non solo a parole", aggiunge Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. "Abbiamo bisogno di sapere quale sarà l'obiettivo di riduzione delle emissioni tra oggi e il 2020 per due motivi vitali: prima di tutto perché le emissioni devono cominciare a declinare rapidamente da subito, massimo entro 10 anni, secondo le indicazioni della comunità scientifica; secondariamente perché dagli altri Paesi non verranno impegni se chi ha causato il cambiamento climatico non farà il primo passo".
Il WWF crede che il gruppo dei Paesi industrializzati dovrebbe tagliare le emissioni del 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, e gli USA dovrebbero assumere un impegno equivalente da un punto di vita concreto, legale e di sforzo compiuto. Chiede inoltre che i Paesi sviluppati si impegnino con circa 160 miliardi di dollari all'anno per la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici da parte dei Paesi in via di sviluppo.