29.12.09

Appello ai consiglieri regionali per la tutela del mare abruzzese

Nella foto Maria Rita D'Orsogna

Questa mattina a Pescara, presso il Caffè Letterario, si è svolta una conferenza stampa di “Emergenza Ambiente Abruzzo”, rete di associazioni e comitati che si battono per la tutela ambientale della nostra regione.
Alla conferenza erano presenti, Maria Rita D’Orsogna, professoressa dell’Università della California di Los Angeles, Francesco Stoppa, professore dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara, e Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia.
Oggetto della conferenza stampa è stato un appello rivolto ai consiglieri regionali affinché nell’ultimo consiglio regionale dell’anno, previsto per domani, mercoledì 30 dicembre, procedano ad una modifica della legge 18 marzo 2009, n. 32 “Provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale”, approvata dal Consiglio regionale d’Abruzzo, finalizzata a bloccare le incombenti richieste di trivellazione sul mare Adriatico, a soli cinque chilometri dalla costa.
Fin dal momento della sua presentazione da parte del Presidente Chiodi, le Associazioni, pur apprezzando la legge regionale per quanto riguarda la tutela delle aree a terra, avevano subito richiesto che la norma fosse integrata con la tutela del tratto di mare antistante la costa abruzzese che è interessata per oltre 5.600 km quadrati da richieste e concessioni già in atto per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi.
Emergenza Ambiente Abruzzo chiede di utilizzare l’ottimo strumento del Piano di Gestione Integrata della Zona Costiera, previsto da una Direttiva Europea e dalla normativa italiana, e già utilizzato con successo dalla Regione Emilia Romagna per limitare il proliferare di piattaforme davanti alla propria costa.
Allo stesso tempo si era suggerito di prevedere strumenti di valutazione complessiva delle attività di ricerca sugli idrocarburi come la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Impatto Sanitario che, non essendo stati oggetto di censura da parte del Governo nazionale al momento dell’impugnativa dinnanzi alla Corte Costituzionale della legge n. 2 del 2008 (cd. Legge blocca Centro Oli), potevano essere opportunamente reinseriti nella nuova normativa.
Purtroppo la proposta di prevedere la tutela anche del mare, pur presentata durante la discussione da alcuni gruppi in Consiglio regionale, non è stata accolta dalla maggioranza, lasciando la legge monca ed assolutamente inefficace per bloccare la deriva petrolifera a mare.
Una deriva petrolifera innegabile di cui si vedono ormai gli effetti.
A pochi km dalla costa teatina tra San Vito e Ortona è in arrivo “Ombrina mare 2”, una gigantesca piattaforma petrolifera con permesso di coltivazione, della compagnia inglese MOG (Mediterranean Oil & Gas).
Il 3 Dicembre 2009 il progetto di “Ombrina mare 2” è stato sottoposto al Ministero dell’Ambiente per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Piattaforme come questa rimangono in esercizio per un minimo di 20/30 anni e, secondo quanto dichiarato agli organi di stampa internazionali dalla stessa Società proponente, saranno scavati altri 4 pozzi, oltre a quello già esistente, per estrarre petrolio e gas.
Del resto questo è solo l’ultimo atto di una serie di richieste di concessioni che riguardano il nostro mare.
A settembre, infatti, la società canadese Vega Oil e la società irlandese Petroceltic hanno avanzato una richiesta per trivellare a 7 km dal porto di Ortona con il progetto “Elsa 2”.
Ad ottobre la stessa Petroceltic ha avanzato richiesta per trivellare in altri 2 permessi a 5 km dalla costa a largo di Casalbordino e Vasto.
Presto arriveranno anche le richieste per trivellare il teramano.
Da quanto sta avvenendo nel nostro mare, l’Abruzzo ha tutto da perdere e nulla da guadagnare: il turismo, la pesca e l’agricoltura, oltre che la salute delle persone, saranno compromessi in cambio di royalties nulle per la regione e bassissime per lo Stato.
Le Associazioni ambientaliste, i comitati locali, le associazioni di categoria, enti locali, alcune realtà economiche e singoli cittadini stanno continuando ad intervenire nei procedimenti autorizzativi, presentando osservazioni in sede di Valutazione di Impatto Ambientale, ma è evidente che non si può continuare ad affrontare tale problematica in questo modo.
Occorrono provvedimenti definitivi che solo la classe politica regionale può chiedere ed ottenere. Il prossimo consiglio regionale del 30 dicembre può essere l’occasione per presentare – in sede di approvazione della legge finanziaria – una modifica integrativa della legge approvata due settimane fa ed avviare così l’Abruzzo tutto, terra e mare, verso un futuro sostenibile.

28.12.09

Continua l'avanzata delle multinazionali petrolifere nel nostro mare

Mentre il presidente della regione Gianni Chiodi e la giunta regionale discutevano di un una legge che non tutela minimamente il nostro mare, continua l’avanzata dei petrolieri.
E se fino ad ora abbiamo visto piattaforme esplorative, adesso arriveranno le piattaforme permanenti proprio a ridosso della nostra costa.
Il 3 Dicembre 2009 la compagnia inglese MOG (Mediterranean Oil & Gas ) ha sottoposto al Ministero dell’Ambiente la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per poter installare una piattaforma petrolifera a 2 km dalla costa tra San Vito e Ortona. Il progetto in questione è quello denominato Ombrina mare 2.
L’esperienza insegna che questo tipo di piattaforme rimane per un minimo di 20-30 anni e, secondo quanto dichiarato agli organi di stampa internazionali, saranno scavati altri 4 pozzi, oltre a quello già esistente, per estrarre petrolio e gas.
Questo è solo l’ultimo atto di una serie di richiesta di concessioni per il nostro mare.
A settembre, infatti, nell’indifferenza generale, la canadese Vega Oil e la irlandese Petroceltic hanno avanzato una richiesta per trivellare a 7 km dal porto di Ortona con il progetto Elsa 2.
Ad Ottobre la stessa Petroceltic ha avanzato richiesta per trivellare in altri 2 permessi a 5 km dalla costa, a largo di Casalbordino e Vasto.
L’Abruzzo ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. Il turismo, la pesca e l’agricoltura, oltre che la salute delle persone, saranno definitivamente compromessi in cambio di royalties nulle per la regione e bassissime per lo stato italiano, mentre i veri profitti di queste operazioni saranno riversati nelle casse delle multinazionali del petrolio.
Emergenza Ambiente Abruzzo, rete di 60 associazioni e cittadini che si battono contro la petrolizzazione della regione e il degrado ambientale, continua a fare il suo lavoro di ricerca delle informazioni e di contrasto ai piani di colonizzazione dei petrolieri stranieri.
Associazioni, cittadini e professionisti hanno già inviato al Ministero dell’Ambiente quasi 30 osservazioni e pareri contrari per il progetto Elsa 2, mentre per le concessioni di fronte a Vasto e Casalbordino siamo già a quota 20.
Ma non possono essere sempre i cittadini a rincorrere i petrolieri, occorrono dei provvedimenti definitivi che solo la classe politica può chiedere e ottenere. La classe dirigente della nostra regione, che ricordiamo è ben pagata da soldi pubblici, deve cambiare passo e darsi da fare seriamente prima che il nostro mare diventi una distesa di piattaforme, prima che siano vanificati tutti gli sforzi per la valorizzazione della costa regionale.Vista la situazione appare ancora più incomprensibile che la legge regionale recentemente approvata non abbia previsto nulla per tutela il tratto di mare antistante la costa abruzzese, accogliendo le proposte del WWF di ricorrere allo strumento del Piano di Gestione Integrata della Zona Costiera come è stato fatto in altre regioni.

17.12.09

Termoli non è lontana!


The age of stupid: nuova proiezione a Teramo

Venerdì 18 dicembre alle ore 21:30 proiezione di "The age of stupid" ad ingresso libero presso il Centro di Documentazione Ambientale WWF "La Gramigna" in via De Vincentiis a Teramo.

14.12.09

Petrolio: ora tocca al Consiglio!

In vista della ormai prossima discussione in Consiglio regionale sulle proposte di legge sulle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi, WWF e Legambiente rivolgono un appello a tutti i consiglieri regionali affinché ci sia un pronunciamento forte ed unanime per bloccare la deriva petrolifera in Abruzzo, sia a terra che in mare.
Mancano ormai solo due settimane al 31 dicembre 2009 quando terminerà la moratoria di fatto introdotta dalla legge del marzo 2008 (la cosiddetta Legge blocca Centro Oli): purtroppo si è accumulato un grande ritardo ed è quindi necessario agire in fretta e bene.
L’auspicio delle associazioni è che i consiglieri lavorino insieme per giungere ad una legge efficace che garantisca un futuro sostenibile all’Abruzzo.
Dopo la proposta di legge a firma del Presidente Chiodi, anche partiti di minoranza hanno presentato ulteriori proposte di legge. È la prova dell’interesse e dell’attenzione che giustamente ci sono su questo tema: si tratta ora di lavorare tutti per il bene comune, superando ogni battaglia di posizione così da dare un segnale chiaro ed univoco di tutto l’Abruzzo alle multinazionali del petrolio ed al governo centrale.
Un pronunciamento forte di tutto il Consiglio regionale e la grandissima mobilitazione che in questi ultimi anni ha visto fianco a fianco associazioni ambientaliste, comitati locali, associazioni di categorie, enti locali, forze produttive e singoli cittadini, riusciranno nell’intento di salvaguardare l’Abruzzo dei parchi e della qualità.

11.12.09

All'ordinanza agi mesura

L'ordinanza del 1/12/09 emanata dal Sindaco Brucchi, seppur sconosciuta ai più e recepita erroneamente come “quella delle cacche”, merita un approfondito esame, che rivela ben più amare sorprese per i proprietari dei cani nel comune di Teramo.
Tra i punti introdotti, a nostro avviso al limite della leicità, ci interessa puntualizzare in modo particolare il divieto di “accesso ai cani, anche se tenuti al guinzaglio, all'interno delle aiuole, negli spazi verdi dei giardini e dei parchi pubblici, nonché nelle aree attrezzate a gioco bimbi, nelle aree circostanti gli edifici scolastici…”.
È bene chiarire ai cittadini che qualora desiderassero fare una passeggiata con i loro amici a quattro zampe, ad esempio, lungo i parchi fluviali del Tordino o del Vezzola, alla luce dell’ordinanza, sono passibili di multa! Stessa sorte per quei genitori o nonni abituati ad accompagnare figli o nipoti a scuola portandosi con sé anche il cagnolino.
Ponendo come ovvia, doverosa e civile la raccolta delle feci, saremo obbligati a far fare la pipì ai nostri animali per le strade della nostra città, non potendo più usufruire degli spazi verdi.
Un'altra chicca emersa dall’ordinanza è quella dell’uso incondizionato della museruola, in qualsiasi ambito pubblico, indipendentemente dalla mole e dalla razza del cane.
Invece che inventarsi procedure particolari sarebbe stato sufficiente riprendere tal quale l’ordinanza del ministro Martini (come ha fatto con grande tempestività la maggioranza dei sindaci italiani) emanata nell’aprile 2009, secondo la quale, in modo molto equilibrato, si impongono delle regole ai proprietari dei cani, che non creano problemi di alcun genere al benessere degli stessi.
L’ordinanza vieta inoltre di “lasciare, su area pubblica o di uso pubblico, ciotole con cibo, o cibo a terra, per alimentare i cani vaganti e le colonie feline”.
Quindi se un cittadino si sta rilassando su una panchina leggendo, ad esempio, il giornale e nel frattempo lascia la ciotola a terra per alimentare il suo cane, ha l’ansia di vedersi elevata una multa da un solerte vigile che deve far rispettare l’ordinanza!
Non è che forse si sta esagerando?
Le associazioni ambientaliste e animaliste si sono già da tempo impegnate nell’aprire con il Comune un tavolo di lavoro concertato per affrontare in modo organico e partecipato l’annoso problema del randagismo.
Al di là degli impegni presi, il Sindaco ha deciso inspiegabilmente di andare avanti per la propria strada.
Lo strappo è questa ordinanza che sembra indirizzata più a fare comunicazione che a risolvere i problemi.
Sicuramente ai fini della serenità nostra e dei nostri cani, tutto questo non giova.
A questo punto vogliamo porre una serie di domande al Sindaco di Teramo:
È così che pensa di ripagare la buona volontà dei tanti cittadini che hanno adottato i cani del Comune?
A quando la dovuta, e tanto agognata, concessione di un’area verde dove poter lasciare liberi i nostri amici?
Con quale metro calcolare la distanza di rispetto dalle aree limitrofe agli edifici scolastici, quando accompagnati dai nostri animali?
Come potranno essere sfamate da oggi le 16 colonie feline presenti in città, riconosciute e protette dalla legge?
Non ritiene che sia meglio confrontarsi con i suoi concittadini e con le associazioni, prima di prendere decisioni così restrittive, esponendosi a rischi di illegittimità come già accaduto, ad esempio, al collega di Treviso che ha emesso un’ordinanza simile?
Si sta provvedendo ai numerosi cani randagi, al decoro e alla manutenzione delle zone verdi, dei parchi fluviali ed alla “chippatura” degli animali con la stessa solerzia applicata a questo tipo di ordinanza?
Si potrebbe proseguire con molti altri argomenti sollevati dall’ordinanza, ma una domanda ci preme in particolare: Caro Sindaco, ma il suo cane dove lo porta?

Amici degli animali
LAV Teramo
Lega del cane Teramo
LIPU Teramo
WWF Teramo

8.12.09

The age of stupid a Teramo

Domani, mercoledì 9 dicembre, ci saranno a Teramo due proiezioni del film “The Age of Stupid” (L’Era degli Stupidi) che racconta il periodo che va dall’ascesa dei motori a combustione interna fino al superamento del limite di 2 C° nella corsa al riscaldamento globale.
Il protagonista è un anziano signore nel mondo devastato del 2055 che, guardando un archivio fotografico del 2008, si chiede: “Perché non abbiamo arrestato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?”.
Il film è sostenuto dal WWF che, in occasione del Summit sul clima in corso di svolgimento a Copenhagen, sta organizzando centinaia di proiezioni in tutta Italia attraverso le proprie strutture di volontari.
A Teramo le proiezioni – ad ingresso libero – si svolgeranno:
· mercoledì 9 dicembre alle ore 11:30 presso il Liceo Scientifico di Teramo;
· mercoledì 9 dicembre alle ore 17 presso la sala audiovisivi della Biblioteca provinciale di Teramo in via Delfico n. 16.
Il WWF invita tutti a vedere questo nuovo film che mostra le connessioni tra la nostra vita quotidiana ed il problema dei cambiamenti climatici: il clima che cambia è certamente un tema drammatico ed il nostro modo di vivere spesso è illogico, ma abbiamo l’occasione di fermarci in tempo, evitare gli effetti più drammatici e incontrollabili del riscaldamento globale e correggere le grandi storture della nostra epoca. Altrimenti la nostra sarà inevitabilmente ricordata come l’Era degli Stupidi, che sapevano e hanno fatto finta di niente.
“The Age of stupid” è una produzione collettiva, nel senso che il budget del film, di 450.000 dollari, è stato finanziato da 223 individui, associazioni e gruppi di tutti i tipi (compresi una squadra di hockey ad un centro benessere femminile) preoccupati per i mutamenti climatici.
Vertice di Copenhagen.
Dal 7 al 18 dicembre si riunisce a Copenaghen la 15esima Conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Obiettivo: un nuovo protocollo per fronteggiare il cambiamento climatico che superi il Protocollo di Kyoto, il primo trattato Onu per ridurre le emissioni di gas serra - ratificato da 192 Paesi - e in scadenza nel 2012. Nella capitale danese sono attese migliaia di persone tra delegati, giornalisti e rappresentanti di diverse organizzazioni e associazioni. Questa volta è prevista anche la presenza di alcuni Capi di Stato, a cominciare dal Presidente USA Barack Obama.

Il Tordino trasformato in un canale di scolo!

Vegetazione distrutta, fiume rettificato, ruspe nell’alveo. Così si presenta in questi giorni il fiume Tordino in contrada Carapollo nel Comune di Teramo.
Una ditta di Colli a Volturno (IS), incaricata dall’Ufficio di Teramo del Genio Civile Regionale, sta distruggendo l’ambito ripariale del Tordino incanalando il corso d’acqua, con la scusa di procedere ad interventi di risoluzione di “situazioni di particolare criticità idraulica a tutela e salvaguardia del territorio”.
È veramente un paradosso! Eliminare le anse e le sagomature dei fiumi e distruggere la flora fluviale non tutelano certo il territorio, ma anzi accelerano i fenomeni erosivi ed alluvionali.
Le acque di un fiume rettificato e privo di vegetazione, in caso di piena, acquistano maggiore velocità favorendo l’erosione con effetti devastanti più a valle.
Ormai anche gli studenti del primo anno di ingegneria sanno che non si interviene così nei fiumi e la stessa Regione Abruzzo, da cui dipende l’Ufficio di Teramo del Genio Civile Regionale, ha pubblicato direttive e linee guida su come intervenire sugli alvei fluviali con tecniche di ingegneria naturalistica non invasive e molto più efficaci.
Non è la prima volta che il Genio Civile di Teramo interviene così pesantemente sul Tordino. Alcuni anni fa furono condotti lavori del tutto simili alla foce nel Comune di Giulianova: lavori del tutto inutili che servono solo a spendere soldi.
È incredibile che il Genio Civile sia così pronto a tagliare le piante presenti sui fiumi paventando chissà quali grandi rischi in caso di piena, ma non abbia mai niente da dire quando alle conferenze di servizi vengono approvate opere in cemento di centinaia di metri cubi in pieno alveo fluviale.
Come sempre tutto sta avvenendo senza che nessun organismo intervenga: Regione, Provincia e Comune non sembrano accorgersi di lavori che oltretutto intervengono in aree tutelate da norme nazionali, dal Piano Regionale Paesistico e dal Piano Territoriale Provinciale e dove il Piano d’Area della Media e Bassa Valle del Tordino ha previsto un parco fluviale che dovrebbe arrivare da Teramo fino alla costa.


Si spendono migliaia di euro per progettisti, esperti, workshop, processi di partecipazione, forum, siti internet e poi si mette tutto in un cassetto e si continua a fare esattamente il contrario di quello che dicono le ricerche e gli studi condotti.

7.12.09

Buon passo avanti contro la deriva petrolifera in Abruzzo

Le cartine che accompagnano l'articolo consentano il confronto tra i titoli minerari che attualmente interessano la regione Abruzzo ed alcune delle principali aree sulle quali il disegno di legge a firma del Presidente della Regione, Gianni Chiodi, esclude la ricerca, la prospezione e l'estrazione (il dossier completo lo trovi qui).


L’Abruzzo delle qualità contrapposto alla deriva petrolifera regionale. Questa mattina Legambiente e WWF hanno tenuto a Pescara una conferenza stampa sulla proposta di legge regionale “Provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale” avanzata dalla Giunta regionale, su iniziativa del presidente Gianni Chiodi, a contrasto della petrolizzazione del territorio abruzzese.
Le associazioni, rappresentate da Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, e Dante Caserta, consigliere nazionale di WWF Italia, hanno espresso un giudizio di carattere politico favorevole sull’iniziativa di legge che, in maniera chiara, contrappone alla deriva petrolifera regionale l’Abruzzo delle qualità. Il confronto tra le aree interessate da richieste di concessione per ricerche ed estrazioni di idrocarburi e le aree sulle quali la proposta di legge esclude tali attività evidenzia, infatti, la volontà dell’Abruzzo di non lasciare spazi alla deriva petrolifera.
«Si tratta di un provvedimento importante – sottolineano i rappresentanti dei due sodalizi ambientalisti – che, a poco più di venti giorni dalla scadenza della moratoria stabilita dalla Legge Regionale n. 14 del 2008, mette di nuovo freno agli interessi delle compagnie petrolifere ed al progetto del Centro oli dell’Eni di Ortona. La proposta assume un valore politico rilevante in quanto, la regione Abruzzo ribadisce una scelta di campo che non pone dubbi sulla vocazione territoriale regionale in quanto, le attività di sfruttamento del sottosuolo sono vietate proprio a tutela della pianificazione esistente, dell’ambiente naturale e dell’agricoltura di qualità e del principio di precauzione sul rischio sismico ed idrogeologico».

Da un punto di vista tecnico le Associazioni, dopo aver analizzato nel dettaglio i contenuti, hanno espresso la necessità di integrare e migliorare la proposta di legge in sede di discussione in Consiglio regionale in quanto la norma presenta alcune imprecisioni terminologiche, non risolve il problema delle concessioni di estrazioni già rilasciate e, soprattutto, non reca alcun riferimento alla situazione a mare, dove gli interessi delle compagnie petrolifere sono maggiori e più pressanti.
Lo strumento per bloccare anche a mare il proliferare di piattaforme estrattive può essere individuato nel Piano di Gestione Integrata della zona costiera.
«La Regione deve impegnarsi – continuano i rappresentanti delle due associazioni – a redigere il Piano di Gestione Integrata della zona costiera, strumento previsto dalla disciplina comunitaria e nazionale, capace di valutare nello specifico anche gli influssi delle attività petrolifere sul sistema costiero. È necessario costituire un modello partecipativo di stampo europeo che metta allo stesso tavolo interessi e competenze: le intese così costruite potranno preparare la strada ad un piano integrato di gestione».
Attraverso l’introduzione nella legge di un nuovo articolo, la Regione può impegnarsi a predisporre tale strumento entro tempi brevi e certi, disponendo, nelle more della sua approvazione, una moratoria che blocchi gli iter autorizzativi avviati.
Purtroppo, da un lato, i ritardi con cui si è intervenuti, dall’altro, la volontà del Governo italiano di individuare nell’Abruzzo un distretto minerario, hanno reso la situazione estremamente complessa, per cui è necessario dare un segnale politico forte ed inequivocabile nella direzione manifestata da tempo da cittadini, comitati, associazioni ambientaliste, associazioni di categoria, enti locali, realtà produttive.



«Sappiamo che anche altre forze politiche stanno predisponendo proposte di legge in questa direzione - hanno aggiunto i rappresentanti di Legambiente e WWF – Questo è sicuramente un bene perché nella discussione in Consiglio Regionale si potrà migliorare il testo presentato dal Presidente Chiodi. Tutti devono collaborare per giungere ad una legge condivisa, confermando quell’unità che, nonostante i distinguo di merito, non mancò al momento dell’approvazione della precedente legge regionale poi impugnata dal Governo Berlusconi».
Nella discussione del Consiglio si potrà ribadire anche la necessità di dotare la Regione di tutti quegli strumenti di pianificazione (Piano Energetico Ambientale Regionale) e di valutazione (ambientale, strategica e sanitaria), indispensabili per consolidare la scelta di mantenere l’Abruzzo una regione libera dal petrolio.


La mobilitazione della società abruzzese è ad un passo dal segnare un nuovo importante punto a tutela del territorio, come era già accaduto con il terzo traforo del Gran Sasso, la distribuzione di acqua dai campi pozzi a valle della megadiscarica di Bussi o con il prelievo di acqua da fiumi abruzzesi per venderla alla Puglia: è ora indispensabile compiere un ulteriore sforzo per rendere realtà le volontà manifestate e gli impegni assunti.

5.12.09

Lo svincolo e il sindaco smemorato

La notiza è di qualche giorno fa.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha concesso la sospensiva per lo svincolo del Lotto Zero della Gammarana, accogliendo il ricorso presentato dal Comitato di quartiere.
Niente di nuovo: siamo di fronte all'ennesimo stop di questa inutile tangenziale che la classe dirigente teramana ha voluto e continua a volere con determinazione (e scarsi risultati, ad onor del vero).
Dopo la sconfitta davanti al giudice amministrativo, il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, ha espresso alcune considerazioni che meritano un chiarimento.
"Pur nel massimo rispetto della libertà di azione dei cittadini e della possibilità di ricorrere alla magistratura, qualora si consideri leso un proprio diritto", ha dichiarato il sindaco, "non posso non rilevare come nel corso degli anni, l’iniziativa di alcuni abbia condizionato in maniera pesantissima la realizzazione di opere strategiche per la città, in particolare il Lotto Zero. Considero la partecipazione diretta dei cittadini, e delle loro espressioni aggregative, uno dei grandi privilegi della democrazia, quando tale partecipazione però è finalizzata al reale perseguimento del bene comune, non al mero ostacolare le iniziative, anche importantissime, in nome solo di esigenze particolari, quando non addirittura di strumentalizzazioni politiche. Basterebbe a questo punto chiedere ai residenti di Porta Romana quanto abbia loro giovato l’azione di protesta dei comitati, degli ambientalisti e di una certa area politica, che ottenne lo spostamento del tracciato dal lungofiume al percorso in sotterranea".
Ma a chi si riferisce il Sindaco? Quali sarebbero gli ambientalisti che avrebbero chiesto ed ottenuto lo spostamento del tracciato dal lungofiume al percorso in sotterranea?
Contro il Lotto Zero si sono battute a Teramo due associazioni ambientaliste: WWF ed Italia Nostra. Entrambe le associazioni hanno sempre contrastato la tangenziale nel suo complesso, ritenendola, oltre che estremamente impattante dal punto di vista ambientale, assolutamente inutile dal punto di vista urbanistico, visto che é localizzata a sud della città, vale a dire nella parte opposta alle zone di espansione ed alle aree più importanti da collegare (palazzetto dello sport, nuova università, ospedale, nuovi quartieri residenziali, ecc.).
Siamo stati talmente contrari a questo tracciato, compreso l'ultimo che si sta realizzando da anni, da averlo impugnato davanti al TAR più di una volta.
La parte politica del Sindaco, invece, questo tracciato lo ha votato, nonostante a quel tempo fosse minoranza in consiglio comunale.
Tutto questo è nelle carte e basterebbe leggersele.
Capiamo che rimediare una sconfitta non è piacevole (specialmente quando si è mantenuta una posizione anche con una certa dose di arroganza), ma perché raccontare delle balle?

28.11.09

Presentato il nuovo concorso di educazione ambientale del WWF per le scuole di Teramo

Questa mattina, presso il Centro di Documentazione Ambientale del WWF, è stato presentato il concorso di educazione ambientale “Ecoreporter”, lanciato dal WWF di Teramo e dalla Coop. Pacha Mama, specializzata in educazione ambientale.
Il concorso si rivolge ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado della Provincia di Teramo. Coloro che vorranno partecipare, da soli o in gruppo, saranno chiamati a diventare dei veri e propri giornalisti dell’ambiente, scrivendo articoli e realizzando servizi video su argomenti attinenti alla tutela dell’ambiente e della natura della nostra regione.
I lavori migliori saranno premiati con vacanze verdi nelle aree naturali protette e saranno utilizzati per mostre, trasmissioni televisive e riviste.
Attraverso questi lavori i ragazzi potranno evidenziare gli aspetti positivi e negativi dell’ambiente che li circonda: un modo per conoscere il proprio territorio ed affrontare le problematiche ambientali, confrontandosi tra di loro e con insegnanti, esperti ed amministratori.
“Anche quest’anno abbiamo deciso di entrare nelle scuole della Provincia di Teramo con un concorso di educazione ambientale”, dichiara Pino Furia, Presidente del WWF Teramo. “Il WWF è da sempre molto impegnato in questo settore, perché siamo convinti che proprio dai ragazzi può partire una svolta nel modo di gestire l’ambiente. La scelta di chiedere ai ragazzi di trasformarsi in giornalisti alla ricerca di scoop sull’ambiente che li circonda è stata dettata dall’importanza che i mezzi di comunicazione hanno in questo, come in molti altri settori. Attraverso la stampa e la televisione, le grandi tematiche ambientali si sono potute affermare nel corso degli anni, raggiungendo così fasce di popolazione sempre più ampie”.
Al concorso si potrà partecipare con articoli o con video. “Abbiamo voluto lasciare ampia libertà ai ragazzi su come affrontare questo tema”, continua Pino Furia. “Gli argomenti che possono essere trattati sono tantissimi, così come tantissimi possono essere i modi in cui farlo: si potrà fare un’inchiesta giornalistica incontrando esperti o semplici cittadini, oppure interviste a persone che si occupano di ambiente, oppure dei reportage descrivendo o mostrando attraverso le immagini luoghi, ambienti, animali e piante, attività, iniziative…”.
Oltre al concorso, il WWF porta avanti un gran numero di iniziative sull’educazione ambientale. Innanzitutto è possibile l’iscrizione delle classi al WWF come Panda Club che permette di ricevere dei kit didattici con i quali portare avanti attività di educazione ambientale in classe durante tutto l’anno.
Poi è possibile usufruire delle strutture WWF presenti in provincia di Teramo ed appositamente dedicate all’educazione ambientale come il Centro di Documentazione Ambientale di Teramo che ospita oltre 2.000 pubblicazioni su natura e ambiente, il Centro di Educazione Ambientale nell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri ed il Centro di Educazione Ambientale di Cortino, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga che sarà inaugurato nella primavera del 2010.
Numerose sono le pubblicazioni di educazione ambientale predisposte dal WWF di Teramo e che possono essere messe a disposizione degli insegnanti, mentre i volontari del WWF sono poi sempre disponibili a svolgere lezioni in classe su tematiche ambientali.
Infine, la Coop. Pacha Mama, soggetto professionale esterno del WWF specializzato in educazione ambientale e turismo ambientale, sviluppa progetti specifici e vacanze verdi in tutte la aree naturali protette della nostra regione.

Un vero rosetano scrive al Consigliere regionale Berardo Rabbuffo

Dall'amico Franco Sbrolla, rosetano doc, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al consigliere regionale Berardo Rabbuffo, autore di una discussa proposta di legge volta a ridimensinare notevolmente la Riserva regionale naturale del Borsacchio.
Carissimo consigliere regionale,
la tua entrata in campo a fianco del Sindaco di Roseto, il quale, pur in conflitto d’interessi, aveva chiesto la riperimetrazione della Riserva naturale Borsacchio, ha sicuramente inaugurato un modo nuovo di fare politica, con evidenti implicazioni ed imprevedibili sviluppi bipartisan.
Nel tuo progetto di legge, che ridimensiona l’estensione della Riserva da 1187,67 a 314,81 ettari, non ci sono però gli essenziali riferimenti alle vicende che hanno interessato l’area protetta, e, siccome sto scrivendo un libro sull’argomento, ritengo doveroso aggiungere, qui di seguito, quelle notizie storiche ed ambientali che sono state del tutto ignorate.
Fino al 1805 il territorio che si estendeva dal fiume Tordino al torrente Borsacchio fu governato dall’Università di Giulia (l’attuale Giulianova).
Successivamente, con varie leggi emanate durante l’anno 1806, e con quella del 24 gennaio 1807, entrò in vigore la Riforma Amministrativa promossa dal re di Napoli Giuseppe Bonaparte, fratello del più famoso Napoleone, che assegnò l’intera area Tordino – Borsacchio all’Università di Monte Pagano.
La zona più bella è senz’altro la pineta chiamata Mazzarosa, già parco a mare di Giuseppe Devincenzi (1814 – 1903), agronomo versatile ed uomo politico, che operò unitamente a personaggi storici, quali Silvio Spaventa e Camillo Benso, conte di Cavour, e fu più volte ministro del regno d’Italia.
Lo stesso Devincenzi fece gli onori di casa quando passò Vittorio Emanuele II e lo accompagnò a Teano all’incontro con Giuseppe Garibaldi.
Nel tempo quel tratto di territorio, che va da Cologna Spiaggia al Borsacchio, è rimasto in buona parte inalterato, e nel 1963 il Ministro per la Pubblica Istruzione, di concerto con il Ministro della Marina Mercantile, riconobbe, con Decreto del 27 marzo (G.U. n. 98 dell’11.4.1963), “che la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, costituita da lussureggianti boschetti di pioppo, pini ed altre essenze, con alberi che arrivano in alcuni punti a pochi metri dalla linea di battigia, forma numerosi punti di belvedere aperti al pubblico, a chi percorre la strada n. 16 Adriatica o la ferrovia, dai quali possono godersi meravigliosi e talora estesissimi panorami sul mare, sugli arenili e sui frastagliati profili costieri, così da offrire inoltre un susseguirsi di incantevoli quadri naturali”.
In data 25 ottobre 1969 un nuovo Decreto (G.U. n. 291 del 18.11.1969), emanato dal Ministro per la Pubblica Istruzione di concerto con il Ministro per il Turismo, estese alla collina il vincolo già imposto, attestando che le due zone, fascia costiera e parte collinare, “formano un complesso di punti di belvedere pubblici e di quadri naturali di incomparabile bellezza, interdipendenti fra loro per il concorrere degli stessi punti di vista: dal mare e dalle strade in pianura verso i colli e le alture dell’interno, dalla strada statale e dalla ferrovia verso il mare e le alture suddette e infine da queste ultime e dai loro molti versanti verso la pianura, il mare e il vario andamento della costa e della spiaggia. Tutto concorrente a formare un eccezionale insieme di bellezze panoramiche”.
Carissimo consigliere Rabbuffo, sicuramente non hai letto nemmeno quel prestigioso volume “Roseto nella cultura italiana ed europea” che riporta gli scritti di quelli che sono stati nostri graditi ospiti, come Margaret Mazzantini, Federico Mola, Nerino Rossi, Michail Nicolaj Semenov, Beatrice Testa, Enzo Siciliano, ecc., i quali hanno contribuito a far conoscere il nostro paese dentro e fuori i confini nazionali.
E proprio Enzo Siciliano, scrittore e critico d’arte, quando è tornato fra noi dopo una lunga assenza, e non ha più ritrovato il Lido delle Rose e la Marina di Monte Pagano in quanto devastati dalla speculazione edilizia, si è sfogato sulla prima pagina di Repubblica e, pensando a quelli come te e come il Sindaco di Roseto, ha bollato con il termine “genieri dell’orrore, i responsabili che nelle coste d’Abruzzo hanno cancellato la grazia dell’architettura spontanea, specie negli angoli che sembravano isolati dalla storia, e che erano i più belli”.
In data 2 novembre 2009 hai dichiarato alla Stampa che la Riserva Borsacchio “è un area di interesse paesaggistico, non naturalistico” e questo denota l’assoluta mancanza di cognizioni sulla vegetazione e sulla fauna di quell’area protetta. Voglio quindi aggiornarti riportando i risultati di una ricerca commissionata dal Comune di Roseto al prof. Gianfranco Pirone, docente del Dipartimento Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila ed autore di oltre 50 lavori scientifici.
Le conclusioni dell’illustre professore sono le seguenti: “Si sottolinea la presenza di elementi floristici di particolare importanza fitogeografica, in relazione alla loro rarità a livello regionale, come Pancratium maritimum (Giglio di mare), Verbascum niveum subsp. Garganicum, Polygonum maritimum, Calystegia soldanella, ecc. Per quanto riguarda i popolamenti vegetali, quelli meritevoli di maggiore attenzione sono: vegetazione delle sabbie litoranee, nucleo di pineta e viale di lecci a Villa Mazzarosa, frammenti di olmo-frassino e di pioppeto a pioppo bianco lungo il torrente Borsacchio, nuclei e filari di roverella della fascia collinare, ecc. Tutti questi ambienti dovrebbero essere scrupolosamente conservati, anche come “serbatoi” di germoplasma per futuri, auspicabili interventi di rinaturazione di alvei e altri habitat del territorio comunale”.
In un successivo articolo del prof. Giovanni Pacioni, dello stesso Dipartimento Scienze Ambientali, si rileva: “Tra gli animali presenti stabilmente si annoverano diversi piccoli mammiferi roditori ed insettivori e sono molti gli uccelli nidificanti, fra i quali il Fratino (Charadrius alexandrinus) protetto dalla Direttiva 79/409 dell’Unione Europea, nonché il Coleottero Tenebrionide (Catomus rotundicollis). Pur nelle ridotte dimensioni l’area rappresenta quindi una importantissima riserva di biodiversità, unico ed ultimo rifugio per numerose specie vegetali, animali e fungine”.
Carissimo consigliere Rabbuffo, la presente dovrebbe farti capire che il tuo progetto è un corpo senz’anima e senza alcuna sensibilità nei riguardi di una Riserva “naturale”, lembo residuo del Lido delle Rose e della Marina di Monte Pagano, nella quale i rosetani di origine controllata ritrovano ancora oggi, in splendida simbiosi, la bellezza, il silenzio, la storia, le radici, l’identità, i grandi spazi e i dolci colori della memoria.
Il ritiro del progetto sarebbe quindi l’unica condizione per avviare un confronto sereno tra le Istituzioni, le parti politiche e le associazioni ambientaliste.

Franco Sbrolla, rosetano di nascita e residenza

27.11.09

Ecoreporter, il nuovo concorso di educazione ambientale del WWF di Teramo


Bando del concorso Ecoreporter.

Il WWF di Teramo organizza il concorso “Ecoreporter” rivolto alle scuole primarie e secondarie di primo grado della Provincia di Teramo.
La partecipazione al concorso è libera e gratuita.
I ragazzi delle classi partecipanti, sotto la guida di uno o più insegnanti, dovranno sviluppare una inchiesta giornalistica scegliendo di realizzare:
· 1 articolo di minimo 3.000 e massimo 10.000 battute (compresi spazi e segni di interpunzione), eventualmente accompagnato da una o più foto (massimo 5);
· o, in alternativa, 1 servizio video della durata massima di cinque minuti.
Gli articoli o i servizi video potranno essere realizzati da un solo alunno o da più alunni in gruppo.
I temi da affrontare negli articoli o nei servizi dovranno essere attinenti alla tutela dell’ambiente e della natura, sulla realtà abruzzese.
Possono partecipare anche più alunni o gruppi di alunni per la stessa classe.
La consegna dei lavori dovrà avvenire entro e non oltre il 20/12/2009
I lavori saranno esaminati da una giuria composta da rappresentanti del mondo della scuola, del giornalismo, del WWF e della Coop. Pacha Mama (soggetto professionale di fiducia del WWF per l’educazione ambientale).
I ragazzi partecipanti gareggeranno in tre categorie:
· alunni che frequentano dalla I alla III classe della scuola primaria;
· alunni che frequentano dalla IV alla V classe della scuola primaria;
· alunni che frequentano le classi della scuola secondaria di primo grado;
Alle classi di cui fanno parte gli alunni o il gruppo di alunni che hanno realizzato i lavori giudicati migliori per le categorie della scuola primaria sarà assegnato, quale premio, la partecipazione ad una Giornata verde in un’area naturale protetta Abruzzese; per la categoria della scuola secondaria di primo grado sarà assegnata una vacanza verde di tre giorni (due pernottamenti) nel parco Gran Sasso e Monti della Laga in località Cortino.
Le giornate sono offerte dalla Coop. Pacha Mama, si svolgeranno nel mese di aprile 2010.
Si intendono comprensive di trasporto, servizio di guida, pranzo al sacco ed animazione.
Sono previsti ulteriori premi minori (targhe, coppe ricordo, ecc.) per le classi che realizzeranno opere meritevoli di segnalazione.
Il materiale pervenuto potrà essere utilizzato per una mostra che il WWF di Teramo organizzerà nel mese di marzo 2010 in luogo da individuare.
Il materiale pervenuto, inoltre, potrà essere utilizzato per realizzare una rivista del WWF Teramo o in trasmissioni televisive curate dal WWF di Teramo.

25.11.09

Caccia: da oggi in discussione in Consiglio regionale una legge vergognosa!

La Regione Abruzzo vuole andare allo scontro istituzionale con gli altri organi dello Stato e con la Commissione Europea su un tema come la caccia?
Il WWF pone questa domanda ai consiglieri regionali che in queste ore stanno animatamente discutendo nella competente Commissione consiliare una proposta di legge, palesemente illegittima, con cui si vorrebbero superare, a favore dei cacciatori, le due recenti sentenze che hanno bocciato in parte il calendario venatorio regionale 2009/2010.
Il Consigliere Del Corvo ha infatti presentato una leggina che, se approvata, spazzerebbe via i pronunciamenti del TAR. Allo stesso tempo si aprirebbe una ferita istituzionale, costituendo questa procedura un pericoloso precedente che potrebbe essere applicato su qualsiasi tema. Infatti con questa proposta l'organo legislativo si approprierebbe delle prerogative amministrative ed esecutive previste dalle norme nazionali in vigore sulla caccia.
Si vuole modificare il calendario venatorio regionale, un provvedimento di carattere amministrativo, attraverso lo strumento della legge regionale, legge che poi decadrebbe con la fine della stagione venatoria (31 gennaio 2010): il tutto per allungare di un mese la stagione venatoria alla Beccaccia e modificare anche i periodi per Lepre e Fagiano.
Dichiara Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF: “Facciamo appello alla responsabilità di ogni singolo consigliere della Regione Abruzzo perchè questo scempio istituzionale non abbia luogo. Appare francamente incredibile che, con tutti i problemi che la Regione Abruzzo ha in questo momento, tra terremoto, problemi della sanità e disastri ambientali, il Consiglio Regionale possa perdere tempo per discutere un provvedimento del tutto illegittimo fatto su misura per pochi cacciatori. Basti pensare che il 31 dicembre scadrà il termine della legge blocca-Centro Oli e ad oggi la maggioranza non ha trovato il tempo di predisporre un atto che salvaguardi il territorio e l'economia di quell'area. Lo stesso Ufficio Legislativo Regionale ha bocciato su tutta la linea il provvedimento. I poteri dello Stato vanno rispettati da tutti, anche quando non si è d'accordo. Peraltro il TAR si era espresso sul calendario venatorio 2009-2010 dandoci ragione dopo che il massimo organo dello Stato in materia scientifica, l'ISPRA, aveva largamente criticato tecnicamente il calendario venatorio. Questa nuova legge, essendo a tempo, è fatta anche per evitare ricorsi amministrativi e presso il Governo affinchè si possa impugnarla. Abbiamo scritto al Presidente Pagano affinchè faccia ritirare questa proposta”.

20.11.09

La rabbuffonata...

Questa mattina nel corso della presentazione della decima edizione della manifestazione "+ BICI - SUV", prevista per sabato 21 e domenica 22 novembre a Roseto degli Abruzzi, WWF, Italia Nostra e Comitato per la tutela della Riserva del Borsacchio hanno avuto modo di chiarire la propria posizione sulla proposta del consigliere regionale del PdL, Berardo Rabuffo, sulla riperimetrazione della Riserva regionale del Borsacchio.
La discussione seguita a questa proposta è stata caratterizzata anche dalla diffusione di notizie non corrispondenti alla realtà, tra cui, ad esempio, che in origine la riserva presentasse un perimetro molto più limitato. Non è affatto vero! L’originale indicazione di un perimetro di 110 ettari (al posto di 1.100) è stata frutto di un mero errore di battitura come è possibile verificare controllando il perimetro della riserva allegato alla prima legge istitutiva sul Bollettino Ufficiale delle leggi della Regione Abruzzo.

Qui sopra la riproduzione del perimetro della Riserva da 1.100 ettari, così come pubblicata sul BURA nel febbraio del 2005.

In ogni caso, chiarissima è stata la posizione espressa dal Comitato e dalle Associazione ambientaliste in merito a questa "estemporanea" proposta.
1) Contrarietà assoluta a qualsiasi ipotesi di riperimetrazione della Riserva che comporterebbe ulteriori perdite di tempo (oltre che di territorio) nell’avvio delle attività dell’area naturale protetta istituita con una legge regionale dell’8 febbraio 2005. Eventuali problemi legati alla presenza di aree già fortemente antropizzate all’interno della riserva, possono essere risolti attraverso la pianificazione della riserva stessa da attuarsi, secondo quanto prevede la legge istitutiva, attraverso il Piano di Assetto Naturalistico che, come accade in qualsiasi altra area naturale protetta in Abruzzo, in Italia e nel mondo, può prevedere gradi di tutela più o meno intensa a seconda del valore e della naturalità dei luoghi.
2) Ennesima richiesta alla Provincia di Teramo di esercitare i poteri ad essa assegnati dalla Regione in ordine alla tabellazione dell’area ed alla nomina del Comitato di gestione della Riserva: atti che dovevano essere adottati per legge dal maggio del 2005. A seguito degli enormi ritardi accumulati dai Comuni territorialmente competenti (Giulianova e Roseto degli Abruzzi), il 27 novembre 2008 la Regione Abruzzo ha affidato la gestione della Riserva alla Provincia di Teramo che in un anno non è riuscita a fare nulla, caratterizzandosi per lo stesso immobilismo che ha contraddistinto i Comuni.
3) Adozione immediata del Piano di Assetto Naturalistico – costato 230.000 euro (cifra mai pagata per nessun altro Piano di nessuna altra riserva abruzzese) – dopo aver stralciato la parte relativa alla realizzazione: di nuovi insediamenti abitativi su complessivi 50.000 metri quadrati; di una nuova strada pedecollinare che taglierebbe la riserva in due parti; e della possibilità di spostamento dei volumi residenziali esistenti sui crinali delle colline. Stralci assolutamente necessari, trattandosi di previsioni contrarie alla normativa vigente.
4) Invito ai Comuni di Giulianova e di Roseto degli Abruzzi ad una maggiore vigilanza al fine di prevenire e reprimere (anche con ordinanze di demolizione e di acquisizione gratuita degli immobili abusivi al patrimonio comunale come per legge) gli interventi invasivi sul territorio della riserva come quelli denunciati in passato dal WWF e dal Comitato per la tutela della Riserva Naturale del Borsacchio, attualmente sotto indagine degli Uffici della Procura della Repubblica di Teramo che ha già adottato provvedimenti di sequestro di immobili abusivi realizzati all’interno dell’area protetta.

Tutti questi aspetti saranno affrontati nell’incontro pubblico di sabato 21 novembre a Roseto degli Abruzzi durante il quale si avanzeranno anche proposte per la realizzazione della pista ciclabile sul territorio di Roseto degli Abruzzi per consentire di aggiungere un ulteriore tratto del corridoio verde sulla costa adriatica.

Programma decima edizione di “+ BICI – SUV”:

- Sabato 21 novembre mattina: i Maestri di Mountain Bike di Teramo e i rappresentanti dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri animeranno varie attività in tutte le scuole primarie e secondarie di Roseto degli Abruzzi.
- Sabato 21 novembre pomeriggio: dalle ore 16,00 presso il Palazzo del Mare, lungomare sud: Convegno “Riserva Naturale del Borsacchio e mobilità ciclabile tra i comuni di Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto. Opportunità di qualificazione ambientale e sociale del territorio e di sviluppo dell’offerta turistica. Chimere o realtà?”. Nel corso dell’incontro si confronteranno tecnici, rappresentanti di associazioni e realtà locali, amministratori regionali, provinciali e dei tre comuni interessati.
- Domenica 22 novembre mattina: biciclettata dal centro di Roseto, con appuntamento alle ore 10,00 presso il Lido “La Lucciola”. La biciclettata si svilupperà sul lungomare fino ai campeggi a nord. Da lì si tornerà indietro o, per chi è attrezzato con mountain bike, si procederà lungo la battigia, all’interno della Riserva Naturale del Borsacchio, fino a Cologna Spiaggia e poi da lì fino a Giulianova da dove ci sarà la possibilità di rientrare anche in treno. I gruppi saranno accompagnati dai Maestri di Mountain Bike di Teramo.

Presentazione X edizione + BICI - SUV

Venerdì 20 novembre alle ore 11 presso il Centro di Documentazione Ambientale del WWF in via De Vincentiis (angolo viale Bovio presso edificio del Nuovo Comi) si terrà una conferenza stampa del Coordinamento ciclabili Abruzzo teramano per la presentazione della 10a edizione di “+ BICI – SUV”, l’ormai classica due giorni per la promozione della mobilità ciclabile nella provincia di Teramo.
La decima edizione si terrà a Roseto degli Abruzzi sabato 21 e domenica 22 novembre e avrà come tema la ciclabilità della costa adriatica e la Riserva naturale regionale del Borsacchio, in questi giorni al centro di numerose polemiche per la volontà di alcuni consiglieri regionali di procedere alla sua riperimetrazione.

La decima edizione di “+ BICI – SUV)” presenta un fitto programma:
- Nella mattinata di sabato 21 novembre i Maestri di Mountain Bike di Teramo e il direttore dell'Oasi WWF dei Calanchi di Atri animeranno varie attività in tutte le scuole di Roseto, primarie e secondarie.
- Nel pomeriggio di sabato 21 novembre a partire dalle ore 16,00 si terrà al Palazzo del Mare, sul lungomare sud, il Convegno dal titolo: “Riserva Naturale del Borsacchio e mobilità ciclabile tra i comuni di Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto” con l’esplicativo sottotitolo “Opportunità di qualificazione ambientale e sociale del territorio e di sviluppo dell’offerta turistica. Chimere o realtà?”. Parteciperanno gli amministratori regionali, provinciali e dei tre comuni interessati e il dibattito sarà animato sia da esperti di caratura internazionale e nazionale, come, tra gli altri, Marco Cestari della Time-Project e Sergio Trevisani del Comune di San Benedetto del Tronto, che potranno evidenziare esperienze ed opportunità che si stanno sviluppando altrove, sia anche da nomi del panorama locale come, tra gli altri, Adriano De Ascentiis, che presenterà la riuscita scommessa della Riserva Naturale dei Calanchi di Atri, e Lucio De Marcellis, che farà il punto sull’importanza del Corridoio Verde Adriatico come infrastruttura di mobilità integrata.
- La mattinata di domenica 22 novembre è invece dedicata alla biciclettata che partirà dal centro di Roseto, con appuntamento ore 10,00 al Lido “La Lucciola” e si svilupperà lungo il lungomare fino ai campeggi a nord. Da lì si tornerà indietro o, per chi è attrezzato con mountain bike, si procederà lungo la battigia, all’interno della Riserva Naturale del Borsacchio, fino a Cologna Spiaggia e poi da lì fino a Giulianova da dove ci sarà la possibilità di rientrare anche in treno. I gruppi saranno accompagnati dai Maestri di Mountain Bike di Teramo.

17.11.09

Problema randagismo a Teramo

Lo scorso 5 novembre le Associazioni Amici degli Animali, LAV, Lega del Cane, LIPU e WWF hanno incontrato il Sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, sul problema del randagismo di cani e gatti.
Nel corso dell’incontro le Associazioni hanno evidenziato le gravi condizioni in cui versano i cani che, a seguito dell’ordinanza del Sindaco di fine settembre, sono stati prelevati dalla zona di Colleparco e trasportati al canile di Castelbasso.
Gli animali sono attualmente posizionati in luoghi sovraffollati, angusti e carenti dal punto di vista igienico.
Su tale questione il Sindaco e l’Assessore Di Stefano si erano impegnati a procedere ad un controllo della situazione insieme ai rappresentanti delle Associazioni: ad oggi però le Associazioni non sono state coinvolte in alcun sopralluogo.
Nel frattempo la situazione sta peggiorando: alcuni dei cani portati da Colleparco sono già morti, mentre nel canile sono stati segnalati diversi casi di cimurro.La situazione riscontrata presso il canile di Castelbasso è stata anche segnalata con un esposto al Corpo Forestale dello Stato che ad oggi, però, non sembra aver ancora effettuato alcun controllo.
Nel corso dell’incontro le Associazioni hanno poi richiesto di dotare Teramo di strutture ricettive per cani e gatti che permettano di superare la situazione di emergenza che caratterizza da sempre la gestione del problema del randagismo.
Le Associazioni hanno avanzato proposte per rendere più efficace l’azione di prevenzione del randagismo sia attraverso una più capillare sterilizzazione di cani e gatti randagi, sia attraverso un maggior controllo sui cani padronali lasciati vaganti.
Le Associazioni hanno inoltre richiesto l’istituzione anche a Teramo di un Ufficio dei diritti degli animali, sul modello di quello creato in tanti altri comuni italiani.È stato poi affrontato il tema dell’eventuale trasferimento del gattile di Colleparco in altra struttura. Al riguardo le Associazioni hanno sottolineato la necessità di provvedere alla costituzione di un rifugio per l’assistenza di gatti malati o degenti dopo gli interventi di sterilizzazione.
Nelle foto: cani nel canile di Castelbasso.

14.11.09

Mancano 46 giorni alla scadenza della Legge che blocca il Centro Oli di Ortona


L'articolo sulla deriva petrolifera in Abruzzo comparso ieri su "Il Venerdì" di Repubblica.
I giorni passano e dalla Regione ancora nessun atto concreto.
Sentire l'Assessore Regionale all'Ambiente Daniela Stati parlare del petrolio in Abruzzo è senz'altro un avvenimento eccezionale per tutti coloro che, comitati,associazioni, semplici cittadini, dall'atto del suo insediamento, non hanno fatto altro che chiederle di dire qualcosa sull'argomento che preoccupa la popolazione abruzzese, ma che sembra esulare dalle sue competenze e perfino dai suoi pensieri.
I riflettori della stampa nazionale sono puntati sul progetto di petrolizzare metà della regione Abruzzo.
Ieri, sia il Corriere della Sera che La Repubblica hanno dedicato ampio spazio al tema, trasformando quella che sembrava una questione ortonese/abruzzese in un caso nazionale.
Il Corriere titola: "Battaglia biparistan contro le trivelle" e spiega al resto d'Italia che la popolazione è stata straordinariamente compatta ed attiva nel denunciare, nell'esigere risposte, e nello spronare il Ministero dell'Ambiente a bocciare progetti petroliferi presenti e futuri.
Di fronte a questa enorme partecipazione popolare, Emergenza Ambiente Abruzzo, rete di sessanta associazioni civili, ambientali e culturali, rinnova la propria richiesta a Gianni Chiodi ed a Daniela Stati di pronunciarsi in maniera chiara riguardo le iniziative concrete che la Giunta regionale vorrà intraprendere, quando mancano solo 46 giorni alla scadenza della moratoria regionale, fissata per il 31 dicembre 2009.
Emergenza Ambiente Abruzzo ricorda di aver richiesto al Presidente Chiodi un incontro da mesi senza mai essere ricevuta. È scandaloso che un Presidente eletto dai cittadini e pagato dai cittadini non trovi il tempo di confrontarsi con loro!
Daniela Stati riferisce al Corriere della Sera - ma non ai cittadini che invano la interrogano da dieci mesi – che: "Stiamo mettendo in piedi una serie di iniziative per portare avanti quello che il presidente Chiodi ha promesso in campagna elettorale". Ed aggiunge: "Ad oggi io le posso parlare di una volontà politica. E non mi sembra poco".
È invece molto poco! Emergenza Ambiente Abruzzo ritiene che sia antidemocratico non rendere partecipe la popolazione di queste iniziative e considera del tutto insufficiente una non meglio specificata volontà politica, peraltro disgiunta dai fatti.
Emergenza Ambiente Abruzzo rinnova la richiesta di incontro e chiede che venga immediatamente approvata una moratoria di trenta anni sulle operazioni di trivellamento e di estrazione di idrocarburi sul suolo regionale che, come ricorda l’Assessore, dovrebbe essere la terra dei parchi.Ricordiamo la legge Marzano, la 239 del 2004, stabilisce all’articolo 1 che “Lo Stato e le Regioni … garantiscono … l’adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole regioni... nonché la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, e del paesaggio, in conformità alla normativa nazionale, comunitaria e agli accordi internazionali”.

Svincolo Lotto Zero alla Gammarana: non c'è limite al peggio!

Cartina tratta da: http://gammarana.blogspot.com

Il principio di fondo che guida il WWF nella valutazione delle opere pubbliche è sempre quello di un utilizzo del territorio che risponda alla reali esigenze della collettività e che non provochi un danno all’ambiente non sostenibile e comunque non strettamente necessario.
Come è noto, il WWF ha sempre ritenuto il Lotto Zero un’opera inutile e devastante. Inutile perché non risolverà i problemi della viabilità cittadina, devastante perché ha sostanzialmente determinato la distruzione del tratto urbano del fiume Tordino e del suo parco fluviale.
Oggi, però, il Lotto Zero sta andando avanti. Forse un giorno qualcuno riuscirà pure ad inaugurarlo e si tratta di limitare i danni, già enormi, ed i costi che questa tangenziale ha avuto ed avrà.
In attesa che il Tribunale Amministrativo Regionale valuti i condivisibili motivi oggetto dal ricorso proposto dal Comitato di quartiere della Gammarana inerenti il procedimento amministrativo relativo allo svincolo progettato all’altezza della zona della Gammarana, è necessario sottolineare che la discrezionalità delle scelte amministrative non dovrebbe mai perdere di vista l’obiettivo del minore impatto ambientale possibile.
Rispetto ad altre ipotesi proposte e praticabili, l’attuale soluzione di svincolo, oltre ad avere maggiori costi, crea dal punto di vista pratico pesanti problemi ad aree, quali il centro sportivo dell’Acquaviva ed il vivaio del Corpo Forestale, che andrebbero estese e salvaguardate piuttosto che assediate da rotonde e rampe.
Ma la più grande preoccupazione è l’inutile “consumo” di quel territorio che, già irrimediabilmente compromesso dal Lotto Zero, viene ora ancora gravato da uno svincolo che, anziché raccordare subito l’uscita della variante alla viabilità cittadina interna, va a tagliare le zone di cui si è detto dopo essersi affiancato al tracciato principale per diverse centinaia di metri: provenendo da Montorio al Vomano si dovrebbe quindi tornare indietro, mentre arrivando da Giulianova si percorrerebbe un’inutile terza corsia. Con la conseguenza negativa di parcellizzare ulteriormente un polmone verde a ridosso della città, farne diminuire la qualità ambientale e creare le condizioni per il suo possibile degrado.
La città di Teramo può e deve cambiare strategia urbanistica: un’Amministrazione non si valuta positivamente solo se costruisce di più della precedente.
Anche se è più facile adottare una variante urbanistica ad ogni cambio di consigliatura, permettendo alla giunta di turno di introitare risorse per chiudere i bilanci realizzando opere pubbliche che, in base a logiche ormai da cambiare, portano consenso e quindi rielezione, alla base di scelte urbanistiche realmente vantaggiose ci deve essere una programmazione basata sulla lungimiranza e sull’eco-compatibilità.
Pertanto, il WWF invita l’Amministrazione Comunale a rivedere il progetto, accettando il contributo della cittadinanza, dei comitati e delle associazioni e dotandosi del parere di adeguati organi tecnici: oltre all’effetto immediato di migliorare le attuali scelte, questo mutato atteggiamento sarebbe un importante passo verso una gestione del territorio improntata all’efficienza, ma nello stesso tempo alla tutela dell’ambiente che è un diritto inviolabile di tutti.

7.11.09

Quali interessi ci sono dietro il blocco della Riserva regionale del Borsacchio?

La Regione Abruzzo ha istituito la Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio l’8 febbraio 2005. In quasi cinque anni le Amministrazioni Comunali di Giulianova e di Roseto degli Abruzzi, nel cui territorio ricade la riserva, nonostante precisi obblighi di legge lo imponessero dal maggio 2005, non sono riusciti:
- a nominare l’Organo di Gestione;
- ad elaborare il previsto progetto pilota di gestione finalizzato all’occupazione di disoccupati ed inoccupati;
- ad apporre cartelli segnaletici lungo il perimetro e lungo le strade di accesso alla Riserva.
Sono invece riusciti a far predisporre il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) dell’area naturale pagandolo 230.000 euro (una cifra enorme, 5/6 volte quanto sono stati pagati questi strumenti pianificatori nelle altre aree protette abruzzesi!) che consentirebbe, all’interno della riserva, la realizzazione di un nuovo quartiere su un’area di circa 50.000 metri quadri. Una previsione talmente contraria alla legge che il Consiglio comunale di Roseto degli Abruzzi, grazie alle denunce del mondo ambientalista, non è mai riuscito ad approvare il PAN.
L’immobilismo dei Comuni di Giulianova e Roseto degli Abruzzi, ha fatto sì che la Giunta della Regione Abruzzo, il 27 novembre 2008, affidasse la gestione della Riserva Naturale Borsacchio alla Provincia di Teramo, al fine di realizzare le attività di programmazione ed attuazione della legge istitutiva della Riserva e per evitare che i ritardi pregiudicassero gli interessi ambientali protetti.
Ma l’inerzia dei due Comuni si è trasmessa anche alla Provincia di Teramo: prima del Presidente D’Agostino, oggi del Presidente Catarra, in disaccordo su tutto, ma non sull’impedire la nascita reale della Riserva del Borsacchio.
Di fronte a questo quadro desolante, fatto di incapacità e disinteresse, giunge la proposta di riperimetrare la Riserva da parte di alcuni consiglieri regionali del Partito Democratico.
Se tale proposta fosse accolta, il Consiglio regionale legifererebbe per la quinta volta su questa area! Un’attività legislativa degna certamente di miglior causa, visto che i continui interventi legislativi non hanno portato a nulla!
Per il WWF si tratta di una proposta inaccettabile, tenuto anche conto che proviene da chi ha espresso e continua ad esprimere ruoli chiave in Enti inadempienti da quasi 5 anni.
Amministratori seri capirebbero che è finito il tempo delle chiacchiere e che dovrebbe essere arrivato quello dei fatti!
Nel frattempo l’area del Borsacchio è stata oggetto di appetiti speculativi che sono stati bloccati grazie alla continua vigilanza delle associazioni ambientaliste e del Comitato cittadino che da sempre si batte per la Riserva.
Viene allora da chiedersi: a quali interessi risponde chi sta ritardando l’operatività della Riserva?

4.11.09

I Comuni di Pineto e Silvi uniti contro la petrolizzazione. E la Regione?

Una sala affollata ha partecipato al convegno contro il petrolio organizzato dall’Amministrazione comunale di Silvi e dal Comitato di difesa dei beni comuni alla presenza dei sindaci di Silvi, Gaetano Vallescura, e di Pineto, Luciano Monticelli.
A conclusione del dibattito il sindaco Vallescura ha fatto un appello finale e incisivo: “propongo di indire un referendum per far decidere agli abruzzesi, padroni del loro territorio, se vogliono un Abruzzo nero e un Abruzzo verde. Invito le associazioni e le istituzioni interessate a organizzare tutte le procedure necessarie per indire un referendum. Una iniziativa popolare, ma anche istituzionale per vedere cosa vogliono gli abruzzesi”.
Durante l’incontro sono stati riproposti dati e video diffusi negli ultimi tempi nei tanti incontri contro la petrolizzazione.
I due sindaci hanno assicurato che insieme intraprenderanno questa azione forte. Il primo ha parlato di “un’Abruzzo da difendere contro le lobby delle multinazionali che verrebbero qui a sfruttare il nostro territorio; per questo è necessario costituire un comitato unico di tutte le associazioni e di tutti gli enti locali per combattere le mire petrolifere e pesare nelle sedi opportune. Bisogna dunque organizzarsi e mobilitarsi immediatamente”; mentre Luciano Monticelli ha espresso “la preoccupazione per il ritardo della firma di costituzione del parco marino Torre del Cerrano vedendo in ciò una situazione ambigua che potrebbe far comodo alle multinazionali. Per questo è ora di passare dall’informazione ai fatti: bisogna andare nelle sedi opportune e cominciare a farci sentire in maniera incisiva”.
L?azione dei sindaci rende ancora più evidente il silenzio della Regione Abruzzo che ad oggi sembra essersi completamente dimenticata del pericolo che l'Abruzzo corre di vedere circa il 50% del suo territorio invaso da trivelle e pozzi petroliferi.
Ad oggi, il Presidente Chiodi, nonostante le molteplici richieste, non ha ancora trovato il tempo di incontrare i responsabili delle associazioni ambientaliste e dei comitati locali che si stanno battendo contro la deriva petriolifera.

30.10.09

Centrale a biomasse a Cortino? Troppi problemi irrisolti

Il WWF Teramo interviene sulla centrale a ciclo combinato da 10 Mw elettrici che si vorrebbe realizzare nella frazione Faieto del Comune di Cortino sui Monti della Laga.
L’associazione ambientalista è da sempre particolarmente legata al territorio di Cortino dove da anni organizza le sue vacanze verdi di turismo responsabile, coinvolgendo centinaia e centinaia di bambini, ragazzi e famiglie, provenienti da tutta Italia, che trascorrono presso l’Ostello di Cortino periodi di vacanza di circa 1 settimana a turno. Un’offerta turistica che ha determinato un indotto economico reale e che sarà ancora potenziata con l’ormai prossima apertura del Centro di Educazione Ambientale che il WWF sta realizzando presso l’ex casa dei pastori del bivio di Casagreca.
Il WWF ribadisce quanto ha già espresso nel corso di una riunione pubblica di presentazione dell’impianto alcune settimane fa, quando ha evidenziato le forti criticità riscontrate nella documentazione progettuale fino ad oggi messa disposizione.
Il sito individuato per la localizzazione della centrale, il bivio della frazione di Faieto, essendo interessato da fenomeni franosi ed instabilità, è classificato dal Piano di Assetto Idrogeologico a pericolosità “P2”. L’opera, quindi, al di là di ogni altra considerazione, non può essere localizzata in quell’area.
La documentazione progettuale fornita non consente di calcolare correttamente il bilancio energetico della centrale: permangono dubbi sia sull’approvvigionamento del materiale che dovrà essere utilizzato come combustibile, sia sul compunto di tutta una serie di voci accessorie, quale, ad esempio il trasporto del materiale da utilizzare come combustibile. Solitamente impianti di questo genere vengono localizzati a ridosso di aree dove esistono attività produttive che utilizzano legname al fine di ottimizzare il ciclo produttivo impiegandone gli scarti. Attività di questo tipo non sono presenti a Cortino, né le aziende agricole e forestali dell’area producono sufficienti scarti agricoli o di potature e taglio.
Nell’ambito della produzione di energia da biomasse il WWF suggerisce la realizzazione di impianti di taglia più piccola, capaci di raccogliere gli scarti agricoli e forestali di aree limitrofe e di fornire energia nel comprensorio interessato. Ciò vale anche per le altre forme di energia rinnovabile, come il WWF sta cercando di dimostrare sperimentalmente nell'Oasi naturalistica di Penne, dove un impianto fotovoltaico ed uno eolico concorrono all'accumulo di energia sotto forma di idrogeno, poi utilizzato dal Centro di Educazione all’Ambiente per le sue attività.
Il progettista ha sostenuto che la centrale non produrrà inquinamento atmosferico. Sul punto è fondamentale poter verificare le analisi condotte su impianti con le medesime caratteristiche.
Deve essere approfondito tutto l’aspetto del consumo di acqua necessario per il funzionamento dell’impianto.
Deve essere approfondito l’aspetto della immissione nella rete generale dell’energia prodotta dalla centrale.
Permane poi un problema di fondo: la centrale non può essere inquadrata in una seria pianificazione che tenga conto del fabbisogno energetico regionale e delle risorse disponibili poiché la Regione Abruzzo non si è ancora dotata, nonostante l’obbligo normativo, di un Piano Energetico ed Ambientale. È pertanto necessario procedere almeno ad una verifica degli impianti dello stesso genere autorizzati e/o in fase di autorizzazione al fine di non sovradimensionare l’offerta di energia e di conseguenza la domanda di materia da avviare a combustione.
“Come WWF”, sottolinea Pino Furia, Presidente del WWF Teramo, “non siamo contrari pregiudizialmente alle centrali a biomasse. Un impianto di queste dimensioni in una località di montagna a ridosso di un parco nazionale non appare però la scelta più logica, anche per l’impatto paesaggistico che l’opera avrà su un’area non urbanizzata. I dubbi tecnici che abbiamo sollevato non hanno trovato risposta nell’unico incontro con il progettista della centrale al quale siamo stati invitati. Riteniamo pertanto che, qualora si voglia continuare su questa ipotesi, si dovrà avviare un confronto molto più approfondito sul progetto, nell’ottica di una concreta e reale partecipazione della collettività”.

25.10.09

Per un dieci e lode in sostenibilità: arrivano i Panda Club in Abruzzo

Iniziata la consegna, a partire da L’Aquila, dei primi kit didattici per la scuola che il WWF distribuirà gratuitamente ai bambini di 300 classi di primo ciclo nei Comuni colpiti dal sisma del 6 aprile scorso.
Il WWF ha scelto il capoluogo abruzzese per presentare, attraverso questa iniziativa speciale, i nuovi programmi scuola Panda Club e Panda Explorer, che ogni anno vengono scelti da 5.000 classi e 100.000 ragazzi in tutta Italia e possono essere richiesti durante tutto l’arco del’anno.
Martedì scorso, presso l’Istituto Comprensivo Gianni Rodari di L’Aquila, grazie alla collaborazione di POLIECO (Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti di beni a base di polietilene), i bambini di tre classi della scuola primaria hanno ricevuto i kit “Quale futuro”, dedicati alla sostenibilità e al consumo delle risorse, direttamente dalle mani del presidente del WWF Italia, Stefano Leoni.
L’iniziativa è stata anche l’occasione per presentare, con il presidente di Polieco Enrico Bobbio, il progetto nazionale “Rifiuti: zero in condotta” realizzato dal WWF Italia in collaborazione con il Consorzio per avvicinare insegnanti e alunni al problema dei rifiuti - ancora largamente diffuso in Italia - attraverso iniziative e laboratori con l’obiettivo di ridurre la produzione di scarti, evitare gli sprechi, avviare corrette procedure di smaltimento e soprattutto promuovere nei giovani una nuova consapevolezza verso il tema della sostenibilità e la capacità di “contaminare”, a partire dalla scuola, il territorio e la società.
Nella mattinata, tre classi dell’Istituto Gianni Rodari hanno partecipato ai laboratori didattici sul tema con l’aiuto degli educatori del WWF.
“L’educazione ambientale è fondamentale per suscitare nei cittadini una maggiore consapevolezza sui problemi dell'ambiente, insieme alla capacità e volontà di reagire al degrado - ha detto Stefano Leoni Presidente del WWF Italia - Cominciando proprio dai bambini delle scuole, per proseguire poi nell’età adulta, si forma il senso di cittadinanza che ci porta a considerare il mondo e la natura come qualcosa a cui apparteniamo, di cui prenderci cura. La collaborazione con le istituzioni è importante in questo percorso e proprio qui in Abruzzo abbiamo ottimi esempi di collaborazione tra scuola, educatori, associazioni e istituzioni.”
In conclusione della giornata il WWF Italia ha voluto consegnare un “panda” in cartapesta quale riconoscimento del grande lavoro fatto dalla Croce Rossa Italiana in questi mesi in Abruzzo.
Il WWF ricorda a tutti gli insegnanti che vogliono condividere le riflessioni, i contatti, gli strumenti, le esperienze maturate dal programma educazione del WWF ed entrare in contatto con altri docenti che vogliono essere protagonisti di questo percorso, possono iscriversi alla newsletter educazione del WWF, inviando una email a docenti@wwf.it .
Sul sito www.wwf.it/educazione si trovano invece le proposte di attività educative da fare sul campo nelle oltre 100 Oasi WWF sparse in tutta l’Italia, i corsi docenti e il turismo scolastico.
Su www.wwf.it/scuole tutti i dettagli e i moduli per iscriversi online

PROGRAMMI SCUOLA WWF 2009-2010

PANDA CLUB: “QUALE FUTURO” (ultimi anni di primaria e scuola secondaria)
Si tratta di un viaggio nel mondo della sostenibilità e dei rifiuti il materiale educativo per le scuole primarie e secondarie di quest’anno. Si chiama “Quale Futuro” ed è l’ultima tappa del percorso triennale “Tutti per una - Una per tutti” dedicato al tema del consumo di risorse e del ciclo di vita degli oggetti, fino alla complessa gestione dei rifiuti. I rifiuti e le tecniche per la loro riduzione assumono infatti un significato rilevante in considerazione del duplice impatto che generano sull’ambiente. I materiali di scarto non più utilizzabili devono trovare una destinazione definitiva, andando ad occupare terra, acqua ed atmosfera, dove in origine non erano presenti; in secondo luogo, lo scarto di materiale implica la sua sostituzione con una risorsa prelevata dall’ambiente e disponibile in quantità limitate.
Il kit didattico Panda Club che arriva a ogni classe che iscritta è composto da:
Manuale per gli insegnanti: Contiene la proposta complessiva di lavoro sul calcolo dell’Impronta Ecologica, l’analisi dei modelli di produzione e di consumo, la limitazione della produzione dei rifiuti e il riutilizzo deggli oggetti.
Quaderno per i ragazzi (uno per ogni alunno): Un racconto scritto appositamente per il WWF da Federico Bini, autore di numerosi libri per ragazzi. I due protagonisti sono un fratello e una sorella che aiuteranno un medico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a scoprire un traffico di rifiuti nocivi…
L’ecoguida realizzata da Electrolux in collaborazione con il WWF illustrata con i disegni delle classi Panda Club.

PANDA EXPLORER: "IL MONDO DELLA CAMPAGNA" (scuola dell’infanzia e primi anni della primaria)
Un kit didattico dedicato alla campagna il programma per le scuole dell’infanzia e per la primaria, all’interno della collana “Giocare, Fare, scoprire con il WWF”.
Cinque coloratissimi poster sono i materiali didattici dedicati alle classi che vogliano iscriversi al Panda Explorer:
- La vita nella fattoria: Per conoscere gli ambienti, gli animali tipici e le attività che si svolgono in una fattoria.
- Dalla città alla campagna: Un viaggio alla scoperta dei paesaggi, delle piante e degli animali che si incontrano in un percorso che si snoda dalla città alla campagna.
- Giocate con la campagna: un poster costituito da una serie di carte con degli indizi per indovinare quali sono gli animali, le piante e le attività lavorative tipiche del mondo della campagna.
- Il pranzo è servito: un divertente gioco per far capire ai bambini da dove provengono le materie prime che trovano sulla loro tavola.
- Il vostro quadro della campagna: dove la classe potrà creare dei veri e propri quadri della campagna arricchendo le immagini rappresentate sul poster con fili d’erba, ritagli di giornale etc
Ai poster si aggiunge un manuale per gli insegnanti con una serie di attività da fare in classe e all’aperto, singolarmente o in gruppi.

19.10.09

Incontro su Foca Monaca

Il paesaggio tra culto, arte e terapia

Pubblichiamo questo bel contributo del nostro socio Franco Sbrolla, comparso sul numero 9/2009 di "Piccola città" (cliccateci sopra per leggerlo meglio).

Corso di disegno naturalistico

Il WWF, insieme all’Oasi dei Calanchi, i Comuni di Atri e Pineto ed alla Proloco di Pineto, organizza due corsi di disegno naturalistico rivolti ai bambini dai 5 ai 10 anni.
I corsi si svolgeranno ad Atri presso il Centro visita dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri in località Colle della Giustizia ed a Pineto presso la dependance di Villa Filiani.
A curare i corsi saranno Chiara Druda, disegnatrice naturalistica, ed Adriano De Ascentiis, naturalista e direttore dell’Oasi dei Calanchi.
NaturArte è un vero e proprio laboratorio di osservazione e creazione, pensato per bambini. Gli incontri, 12 per ogni corso, hanno una durata di 90 minuti, e si articolano in due fasi: una prima fase dedicata all’educazione ambientale, alla conoscenza del territorio ed all’analisi scientifica delle caratteristiche rilevanti dell’elemento osservato; la seconda fase con il vero e proprio laboratorio di disegno e pittura utilizzato come mezzo e fine di conoscenza della natura e delle regole della rappresentazione.
“Continua l’impegno del WWF e della nostra Oasi dei Calanchi di Atri, in particolare, nel campo dell’educazione ambientale”, dichiara Pino Furia, Presidente del WWF di Teramo. “Attraverso NaturArte vogliamo offrire un’occasione per conoscere e riconoscere il mondo che ci circonda, per fornire alla fantasia nuovi elementi con cui giocare, sperimentare, costruire… e creare! La collaborazione con la brava disegnatrice locale Chiara Druda ci consentirà di avvicinare, tramite il disegno, tanti bambini alla natura”.
I corsi prenderanno il via dall’ultima settimana di ottobre e proseguiranno con un incontro settimanale fino al prossimo febbraio. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Ufficio della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri” al numero 085.8780088, oppure visitare il sito http://www.riservacalanchidiatri.it/.