28.6.08

Colpo di spugna sui reati ambientali?

Il WWF Italia ha espresso le sue preoccupazioni, in una lettera inviata al Vice-Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Nicola Mancino, per le ripercussioni che la norma sulla sospensione dei processi, per fatti avvenuti prima del 30 giugno 2002, avrà sui processi in materia di delitti ambientali.
Come è noto, questa disposizione (già approvata dal Senato) è oggetto di un ampio dibattito in seno alla pubblica opinione in quanto, se confermata dalla Camera dei Deputati, comporterà la sospensione per un anno di un considerevole numero di processi (si parla di oltre centomila) aventi ad oggetto reati gravissimi quali, a solo titolo di esempio non esaustivo: lo stupro, la violenza sessuale, l’omicidio colposo conseguente alla violazione delle norme sulla circolazione stradale, la rapina e il furto in appartamento.
Il WWF Italia, nella sua qualità di associazione ambientalista, è fortemente preoccupato per le ricadute che detta norma avrà anche sui processi per gravi reati ambientali, quali "incendio boschivo” (art. 423-bis c.p.) ed “attività organizzata di traffico illecito di rifiuti” (art. 260 d.lgs. n. 152/2006) che, di fatto, costituiscono ad oggi gli unici due delitti in materia ambientale.
“Crimini contro l’umanità: così il Vice Presidente Mancino ha definito i delitti ambientali in una lettera inviata alla nostra Associazione per i vent’anni di impegno del WWF Italia in materia di legislazione ambientale, con centinaia di ricorsi e costituzioni di parte civile", dichiara Enzo Venini, Presidente del WWF Italia. "È per questo che abbiamo sentito l’esigenza di appellarci alla sensibilità del Vice Presidente, già dimostrata all’epoca con una lettera di stima e di riconoscimento dell’importanza del ruolo svolto dal WWF nel contrasto ai crimini contro l’ambiente che, nonostante tutto, il nostro legislatore si ostina a considerare di scarso allarme sociale”.
Non solo dunque la legislazione italiana non prevede una adeguata tutela penale dell’ambiente – tema questo sul quale il WWF Italia ha da sempre chiesto al Parlamento di intervenire – ma si rischia di differire ulteriormente la chiusura dei processi per reati che il nostro legislatore dimostra di considerare reati “di serie B” e che invece coinvolgono, oltre al patrimonio ambientale, la salute e la vita stessa dei cittadini italiani.