23.12.07

Gestione costiera


Prendendo spunto dai recenti sequestri di stabilimenti balneari, ieri, durante una conferenza stampa svoltasi a Pescara, i vertici del WWF Abruzzo hanno chiesto un radicale cambiamento per quanto riguarda la programmazione degli interventi e la realizzazione delle attività di gestione del litorale abruzzese.
Il WWF ha denunciato come ormai oltre il 90% della linea costiera sia cementificata o pesantemente antropizzata (percentuale più alta fra tutte le regioni italiane).
Il dato è conosciuto ormai da diversi anni, ma non vi è stato alcun cambiamento nelle "modalità d’uso" di questo delicato ambiente. La pressione antropica esercitata sul litorale è letteralmente riesplosa negli ultimi anni con conseguenze drammatiche sul futuro di questi ambienti.
Quanto è accaduto a Pescara, con il sequestro degli stabilimenti balneari, è solo la punta dell'iceberg.
Per il WWF è incredibile la quasi totale mancanza di una seria riflessione sull’argomento da parte delle amministrazioni regionale e locali, della classe dirigente e degli stessi balneatori. Vi è una drammatica assenza di consapevolezza sui valori ambientali della costa, accompagnata da un atteggiamento volto alla tutela dei meri interessi economici di brevissimo periodo senza alcuna considerazione sulla gestione sostenibile ed integrata della costa.
Il WWF ha presentato una galleria fotografica che racconta il degrado che colpisce una costa che, dopo gli assalti degli anni ’70, è nuovamente oggetto di mire speculative, da Silvi a Martinsicuro, da Roseto degli Abruzzi ad Ortona. Ruspe usate in maniera indiscriminata per la “pulizia” della spiaggia, strade, parcheggi, motocross, frane causate da interventi dissennati, scarichi a mare, opere di ripascimento dannose e senza senso, occupazione totale da parte di stabilimenti balneari realizzati senza alcuna attenzione paesaggistica e per il territorio: sono questi, ormai, gli elementi che caratterizzano tutta la costa.
L’Associazione chiede un radicale cambiamento del Piano del Demanio Marittimo regionale, da cui discendono buona parte dei danni e l’adozione di linee guida basate sulla consapevolezza della necessità di una gestione sostenibile della costa.
Va approfondita la conoscenza dei valori ambientali del litorale, abbandonando la visione che permea gli amministratori: la spiaggia come mero accumulo di sabbia da modellare a piacimento e non come ambiente dinamico ricchissimo di specie di fauna e flora specializzate e, ormai, rarissime.