18.9.07

Aree protette e raccolta differenziata in provincia di Teramo

La provincia di Teramo si contraddistingue per la presenza di diverse aree naturali protette: una parte del grande Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tre riserve regionali (Calanchi di Atri, Borsacchio e Castel Cerreto) e due parchi territoriali attrezzati (Fiume Fiumetto e Fiume Vomano).
I comuni che hanno una parte del loro territorio in un’area naturale protetta sono 19, sui 47 complessivi, per un totale di oltre 98.000 abitanti.
In tutto, nel 2006 in questi 19 comuni sono stati prodotte 55.042 tonnellate di rifiuti.
I comuni teramani il cui territorio è in parte ricompreso in aree naturali variano da centri piccoli come Pietracamela a centri più grandi come Giulianova. Ci si trova di fronte a centri abitati che si differenziano per localizzazione (montagna e costa, passando per le fasce collinari), numero di abitanti (dai 300 agli oltre 21.000), situazioni socioeconomiche (aree spopolate e aree fortemente abitate).

Quando si pensa alle aree naturali protette, si pensa ad un territorio dove la natura è protetta, ma anche dove la tutela dell’ambiente non è affidata esclusivamente ai pur fondamentali vincoli stabiliti dalla normativa, ma anche a comportamenti virtuosi da parte delle Amministrazioni comunali che dovrebbero attivarsi per una gestione delle risorse naturali del loro territorio improntata allo sviluppo sostenibile.
Eppure, a guardare un settore importantissimo come quello della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, i comuni della provincia di Teramo che hanno una parte del loro territorio ricompreso in un’area naturale protetta sono molti lontani dagli obiettivi minimi di raccolta differenziata fissati per tutto il territorio nazionale.
Secondo i dati sulla raccolta dei rifiuti del 2006 forniti dall’Osservatorio sui rifiuti della Provincia di Teramo, tutti i 19 comuni ricompresi in aree protette presentano percentuali di raccolta differenziata inferiori alla media della Provincia di Teramo, peraltro già di per se molto bassa perché ferma al 22,79% (lontanissima dall’obiettivo del 35% che si sarebbe dovuto raggiungere a dicembre del 2003).
Non è certo un bel risultato, tenuto conto che alcuni di questi comuni, in particolare quelli nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, hanno delle percentuali ridicole che vanno dal 3 al 7%!
Si segnala in negativo il caso del Comune di Montorio al Vomano il cui territorio è suddiviso tra due diverse aree naturali (il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga ed il Parco territoriale attrezzato di Fiume Vomano), ma che a malapena supera il 10% di raccolta differenziata.
Peraltro i risultati migliori – sempre comunque bassi se si guardano le percentuali di comuni come Sant’Egidio alla Vibrata, Torano Nuovo o Colonnella (tra il 57% ed il 68%) – si registrano a Giulianova (15,41%) e Roseto degli Abruzzi (19,70%) che sono ricompresi nella Riserva regionale del Borsacchio che ad oggi è stata istituita solo sulla carta, mancando ancora di piano di assetto e di comitato di gestione.

È chiaro che la responsabilità di questi risultati molto poco lusinghieri non è imputabile alla presenza di parchi e riserve che non hanno nessuna competenza sulla gestione dei rifiuti.
D’altra parte, però, è veramente un pessimo segnale vedere che proprio nei territori dove l’ambiente è stato ritenuto così importante da istituirvi un’area protetta, la raccolta differenziata sia ferma a percentuali di al di sotto del 5%! Agli amministratori di questi Comuni chiediamo di attivarsi con convinzione per una raccolta differenziata efficiente, avviando servizi capaci di intercettare le tonnellate di rifiuti prodotti ed evitando che questi finiscano in discarica perché indifferenziati.

Come invertire questa tendenza? Istituendo servizi di raccolta porta a porta, l’unica in grado di garantire grosse quantità di materiale differenziato di buona qualità, ed organizzando la raccolta della frazione umida finalizzata alla produzione di compost di qualità da utilizzare per un’agricoltura priva di concimi chimici.

La ricetta è ormai nota e non servono più sperimentazioni. La raccolta differenziata deve diventare una priorità per tutte le amministrazioni comunali, ad iniziare da quelle all’interno di parchi e riserve. È questa l’unica strada per evitare l’emergenza rifiuti che, proprio in provincia di Teramo è costata moltissimo in termini ambientali e sta costando moltissimo in termini economici ai contribuenti.

Di seguito sono riportati i risultati comune per comune suddivisi per area protetta (Fonte: Rapporto 2006 Osservatorio provinciale dei Rifiuti).

Riserva regionale Borsacchio
Giulianova: 15,41% (nel 2005: 18,39%)
Roseto degli Abruzzi: 19,70% (nel 2005: 35,52%)

Riserva regionale Calanchi di Atri
Atri: 8,21% (nel 2005: 3%)

Riserva regionale Castel Cerreto
Penna Sant’Andrea: 6,03% (nel 2005: 6,68%)

Parco Territoriale Attrezzato Fiume Fiumetto
Colledara: 8,85% (nel 2005: 8,84%)

Parco Territoriale Attrezzato Fiume Vomano
Montorio al Vomano: 10,45% (nel 2005: 6,15%)

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Arsita: 10,45% (nel 2005: 6,89%)
Campli: 5,86% (nel 2005: 4,62%)
Castelli: 3,04% (nel 2005: 5,81%)
Civitella del Tronto: 5,81% (nel 2005: 4,93%)
Cortino: 4,56% (nel 2005: 2,94%)
Crognaleto: 5,61% (nel 2005: 7,44%)
Fano Adriano: 7,48% (nel 2005: 7,77%)
Isola del Gran Sasso: 21,82% (nel 2005: 26,95%)
Montorio al Vomano: 10,45% (nel 2005: 6,15%)
Pietracamela: 8,30% (nel 2005: 1,40%)
Rocca Santa Maria: 4,56% (nel 2005: 2,94%)
Torricella Sicura: 4,71% (nel 2005: 2,94%)
Tossicia: 14,44% (nel 2005: 9,80%)
Valle Castellana: 4,56% (nel 2005: 2,94%)